Contratto scuola, a che punto siamo

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Roma, 13 gen. (AdnKronos) – Trattativa aperta e in salita per i rinnovi contrattuali della scuola, ovvero per oltre un milione di impiegati tra insegnanti e personale Ata. Procede invece con maggior speditezza il confronto all’Aran per i lavoratori della sanità, e ancora lungo si profila l’iter per i dipendenti degli enti locali. In ballo ci sono gli aumenti contrattuali di tre comparti, complessivamente per 3 milioni di impiegati pubblici.

Le distanze dunque, sono ancora lontane tra governo e sindacati per arrivare a un accordo per ‘l’esercito’ della scuola, secondo quanto è emerso dal tavolo di giovedì scorso (11 gennaio all’Aran) che è stato aggiornata a lunedì prossimo, il 15 gennaio.

Pomo della discordia, la questione economica legata agli aumenti contrattuali di 85 euro medi lordi, ai quali si dovrebbe giungere come per gli statali. Serpeggia l’insoddisfazione di Cgil Cisl e Uil, e anche della Confsal, in quanto l’Aran, su questo punto, non avrebbe formulato una proposta dovendo ancora prendere visione delle annunciate integrazioni all’atto di indirizzo per gli stanziamenti aggiuntivi contenuti nella legge di bilancio 2018 e per la possibilità di riportare all’ambito negoziale parte delle risorse destinate al personale contenute nella ‘Buona scuola’ la legge 107 del 2015 del governo Renzi, ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

Malumore da parte dei sindacati è stato espresso, anche su aspetti normativi, in particolare per l’obiettivo non ancora raggiunto di ricondurre al negoziato materie attinenti alla gestione del rapporto di lavoro, secondo quanto pattuito nell’accordo firmato il 30 novembre 2016 tra il ministro Marianna Madia e Cgil Cisl e Uil.

Intanto, il rinnovo del contratto degli statali, dopo la firma avvenuta il 23 dicembre nella notte, che riguarda 250 mila dipendenti dei ministeri, dell’Inps, Inail e delle Agenzie, ad oggi attende la bollinatura della Corte dei Conti e della Ragioneria generale dello Stato, per poi tornare all’Aran per la firma definitiva con tutte le sigle sindacali. Dunque, sembrano sfumare le ottimistiche previsioni di vedere i primi aumenti in busta paga a febbraio, in quanto l’erogazione dal parte del Tesoro, non potrà che avvenire a marzo o addirittura ad aprile.

Il contratto più avanzato è quello della sanità e si punta a chiudere presto. i sindacati sono convocati martedì 16all’Aran. Ma la prossima settimana si potrebbe giungere a un accordo per i 500 mila lavoratori delle forze armate, delle forze dell’ordine, di sicurezza ed i Vigili del Fuoco. La trattativa che sta conducendo direttamente il sottosegretario alla Pa Angelo Rughetti a palazzo Vidoni è infatti a buon punto.

All’orizzonte poi ci sono le elezioni delle nuove Rsu, che avverranno il 17-18-19 aprile. L’Unicobas Scuola porta avanti “l’arma” di queste prossima tornata affinché in ogni scuola ci possa essere una lista propria da contrapporre a Cgil Cisl e Uil, considerati “sindacati di partito” e si appella al voto agli insegnanti e del personale Ata per restituire “la titolarità di istituto”, per eliminare “la chiamata diretta” e “l’umiliazione del ‘bonus’ discrezionale”, laddove gli aumenti del ‘contratto’, secondo Unicobas “saranno persino inferiori a quelli già sottoscritti per parte del pubblico impiego (35 euro medi netti, anziché 45) e che con molta probabilità decorreranno (sempre se andrà ‘bene’) da aprile (se non da maggio)”.