Finora tutto torna, anche se la pace è ancora per strada

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Se si potessero prevedere le uscite dei numeri delle lotterie come per alcuni eventi che fanno riferimento e sono legati a doppio filo alle sciagure umane, il numero dei ricchi, come quello a doppio filo dei benestanti presenti sulla terra, sarebbe di proporzioni enormi, non confrontabili con quelli attuali. Il perché si possano accettare come idonei concetti del genere, è spiegato dalle considerazioni dei frequentatori del Bar degli Amici, di chi non cambia la vita. Vuole una legge non scritta, seppur accettata dappertutto, che “chi rompe paga e ha diritto a prendersi i cocci che vengono a crearsi dopo l’incidente”. Domani gli artefici internazionali della tregua appena raggiunta tra Israele e Palestina, si troveranno in Egitto, per mettere nero su bianco l’accordo raggiunto dai mediatori internazionali. Tale step, sancirà formalmente quanto stabilito in precedenza dai convenuti. Questi stessi sono stati riassortiti di volta in volta nei vari appuntamenti internazionali, in modo da ampliare il più possibile il consenso del resto del mondo. Sará così perfezionato l’atto propedeutico che dovrebbe aprire successivamente le porte al Trattato di Pace vero e proprio. Esso sancirà il “No war” in quelle contrade, dove finora ha funzionato a fasi alterne. Intanto, durante la settimana appena trascorsa, sono iniziati i primi colloqui sul programma per la ricostruzione e è sicuramente opportuno fare qualche considerazione in merito alla stessa. Avendo imparato a conoscere di che pasta son fatti quegli ex (?) belligeranti, prudenza vorrebbe che opere che finiranno con il costare cifre estremamente grandi, prendessero il via con il vento in poppa. Vale a dire, volendo abbozzare un piano poliennale, nella sezione dell’attivo dove sono incasellate le risorse finanziarie cosa si potrà credibilmente scrivere? Allo stato sarebbe una forma di presa in giro curiosa perchè il tutto è ancora allo stato magmatico e, volendo rimanere con i piedi per terra, usare l’espressione “valore da quantificare”. Altrettanto vale per la cosiddetta “provvista finanziaria” necessaria per pagare le opere. Certamente una soluzione esiste esiste e dovrà venire fuori, ma non a tambur battente. Se è vero, com’è vero, che, come si dice in Toscana: “senza lilleri  ‘un si lallera”, in italiano senza soldi non si fa alcunché, allora avrá avuto ragione anche il frate di campagna che al convento cantava con gli altri frati. Essendo stato richiesto in una cappella di campagna per cantare in onore del santo venerato al suo interno. Richiese quindi il suo cachet e non lo ebbe per mancanza di contanti. Anziché cantare, fece per imboccare la strada del ritorno, non prima di aver detto ai confratelli: “senza soldi non si cantano messe”.
A buon intenditor, poche parole.