Il clan Silenzio, colpito oggi da una serie di misure cautelari emesse su richiesta della DDA di Napoli ed eseguite dalla Squadra Mobile, costringeva interi nuclei familiari ad abbandonare le proprie abitazioni, legittimamente occupate, in modo da garantire ai membri ed affiliati della famiglia il controllo militare della loro roccaforte, il cosiddetto “Rione Bronx”, nel quartiere san Giovanni a Teduccio di Napoli, e la gestione di tutte le attività illecite, in particolare estorsioni e controllo delle piazze di spaccio. Emerge anche questo dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli. E, secondo gli inquirenti, in questo contesto si inquadra anche la ricostruzione del quadro indiziario relativo all’omicidio con cinque colpi di pistola nel cuore del Bronx, di Annamaria Palmieri, avvenuto il 23 gennaio 2018, il primo eclatante delitto finalizzato a dare una feroce dimostrazione del disegno criminoso del gruppo, nonché delle successive azioni riconducibili alla reazione violenta del cartello dei Mazzarella e delle dinamiche criminali correlate al controllo dei flussi di importazione dalla Spagna degli stupefacenti destinati non solo alle piazze di spaccio di San Giovanni a Teduccio, ma anche a quelle di altri quartieri napoletani (Barra, Secondigliano), e di altri comuni della Campania. Annamaria Palmieri era ritenuta il “braccio destro” di Maria Domizio, moglie del boss Ciro Formicola, all’epoca reggente: la accompagnava ai colloqui in carcere insieme con Assunta Formicola, figlia di Ciro. Secondo quanto emerso delle indagini, oltre ad essere riconducibile alla volontà dei Silenzio di colpire i vertici di Formicola, la decisione di ucciderla, potrebbe anche essere legata alla sottrazione di denaro al marito di Assunta, il boss Francesco Silenzio. Le misure cautelari in carcere riguardano complessivamente 24 persone, tra le quali figurano componenti della famiglia Silenzio e Rinaldi. Con altre due misure cautelari, invece, il giudice ha disposto i domiciliari per altrettanti indagati.