A Piazza Affari bancari sotto pressione

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Il punto della mattinata. Il Ftse Italia All-Share segna -1.14%, Ftse All-Share Capped -1.19%, Ftse Mib -1.16%, Ftse Italia Mid Cap -1.12%, Ftse Italia Small Cap -1.44%, Ftse Italia Star -0.60%, Ftse Aim Italia -0.06%. 

Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta della settimana in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,4% e il Ftse100 di Londra lo 0,3%.

Obbligazionario eurozona debole, periferia sotto pressione. Il rendimento del Bund decennale sale di 3 bp allo 0,30%, quello del BTP sale di 8 bp al 2,12% (+5 bp per il Bono all’1,61%). 
Lo spread sale di 5 bp a 182.

Bancari in ribasso: il FTSE Italia Banche segna -0,8%, l’EURO STOXX Banks -0,1%. Banca MPS (-3,1%) sotto pressione: questa mattina il CorrierEconomia evidenzia il rischio che all’assemblea ordinaria e straordinaria di giovedì 24 novembre non si raggiunga il quorum del 20% per l’approvazione del previsto aumento di capitale da 5 miliardi di euro senza diritto di opzione. Attualmente i soci principali ufficiali di Mps (Tesoro, Axa, Fondazione Mps e Alessandro Falciai) non coprono quel 20% che potrebbe garantire il via libera all’operazione.

UniCredit (+0,2%) in recupero dai minimi dell’apertura in scia alle indiscrezioni di stampa del fine settimana: possibile la conversione volontaria in azioni dello strumento CASHES emesso nel 2009 al fine di ridurre l’entità dell’aumento di capitale.

Forex

Sul mercato dei cambi la settimana è iniziata all’insegna della tranquillità, gran parte delle valute si è stabilizzata contro il dollaro USA. Il biglietto verde si muove per lo più in ribasso, consolidando i guadagni delle ultime due settimane. 
Durante la seduta asiatica la corona svedese ha fatto registrare le prestazioni migliori, mentre la coppia USD/SEK ruzzolava sul livello di resistenza chiave a 9,3309. La coppia di valute non è riuscita a violare il massimo pluriennale risalente al marzo del 2009. L’USD/SEK ha ritracciato a 9,2370, in calo dello 0,70% rispetto alla chiusura di venerdì.

È proseguita la caduta libera dello yen giapponese contro l’USD, la coppia USD/JPY ha raggiunto quota 111,19 a Tokyo. A ottobre, le esportazioni giapponesi sono rimaste in territorio negativo per il tredicesimo mese consecutivo, contraendosi del 10,3% a/a e deludendo la previsione media, pari al -8,5%. Anche le importazioni sono risultate inferiori alle attese, in calo del 16,5% a/a rispetto al -16,1% delle attese. Nel complesso, la bilancia commerciale è migliorata, salendo a 474,3 miliardi di yen dai 358,5 mld di settembre. Il rally dell’USD/JPY sta, però, perdendo slancio, perché – sottolineano gli analisti di Swissquote – gli investitori si chiedono se il brusco aumento del dollaro non sia stato eccessivo. 

In mattinata i prezzi del greggio hanno trovato richieste migliori sulla scia della debolezza del dollaro. Il greggio West Texas Intermediate è salito a 46,35 dollari al barile a Tokio; il Brent, omologo del Mar del Nord, ha guadagnato l’1,05%, salendo a 47,40 USD. Il prospettato accordo fra i membri dell’OPEC sul taglio della produzione ha avuto un effetto limitato, perché il mercato ora dubita che il cartello riuscirà a trovare un accordo alla riunione del 30 novembre. 

Borse asiatiche

Tono complessivamente positivo per i mercati dell’Asia, ad inizio della nuova ottava, anche se il rafforzamento del dollaro continua a creare preoccupazioni in particolare per le economie emergenti della regione. Non a caso l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, continua a perdere, seppure marginalmente, restando intorno ai minimi degli ultimi quattro mesi, dopo avere segnato quattro ottave consecutive in declino. Di ben altro tenore è invece la seduta di Tokyo che, oltre a beneficiare dell’indebolimento dello yen, prezza dati macroeconomici non del tutto deludenti. In ottobre l’export dal Sol Levante ha registrato un declino del 10,3% annuo, peggio rispetto al 9,4% del consensus del Wall Street Journal e nel tredicesimo mese consecutivo di declino. Le esportazioni, però, sembrano comunque in una forma migliore rispetto a quella della primavera scorsa, come confermato dai dati relativi al terzo trimestre (segnati da una crescita del Pil del 2,2% superiore alle attese del mercato) diffusi settimana scorsa. Il Nikkei 225 (entrato venerdì in mercato rialzista essendosi apprezzato di oltre il 20% dai minimi segnati in giugno) segna un progresso dello 0,77% a fine seduta. L’indice più ampio Topix guadagna invece l’1,01% nella più lunga striscia positiva addirittura dall’agosto dello scorso anno. Di segno opposto, invece, la giornata di Seoul, con il Kospi che perde lo 0,43% al termine degli scambi.

Sul fronte delle materie prime, il petrolio guadagna oltre l’1% (seconda seduta consecutiva in progresso) a fronte di rinnovati sforzi da parte dell’Opec per implementare il tetto alla produzione annunciato in settembre. E tra i settori migliori in Asia c’è proprio quello dell’energy. In apprezzamento anche l’oro, che guadagna poco meno di mezzo punto percentuale, mentre i metalli di base rimbalzano, trascinati dal progresso del 2,5% del nichel, dopo la peggiore performance da agosto segnata settimana scorsa. La giornata è quindi positiva per i titoli legati alle materie prime sulla piazza di Sydney, ma è la performance negativa dei finanziari a spingere in negativo l’S&P ASX 200, che limita comunque allo 0,15% la perdita in chiusura. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano lo 0,79% e lo 0,69% rispettivamente. In positivo anche lo Shenzhen Composite, apprezza tosi dello 0,34% al termine delle contrattazioni. Poco sopra la parità invece l’Hang Seng di Hong Kong a circa un’ora dalla chiusura (fa decisamente meglio l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, he scambia in progresso di oltre l’1%)

Borsa Usa

La Borsa di New York venerdì scorso ha chiuso l’ultima seduta della settimana in leggero calo. Il Dow Jones ha perso lo 0,19%, l’S&P500 lo 0,24% e il Nasdaq Composite lo 0,23%. 
A pesare è stato il nuovo apprezzamento del dollaro. Il listino tecnologico Nasdaq durante la seduta ha toccato il nuovo record a 5.346,80 punti.

I dati macro attesi oggi
Lunedì 21 Novembre 2016

00:50 GIA Bilancia commerciale ott;

05:30 GIA Indice attività industria set;

14:00 USA Intervento Fischer (Fed);

17:00 EUR Intervento Draghi (presentazione rapporto annuale BCE a Parlamento Europeo).