A tu per tu con Fra Gerardo D’Auria, superiore dell’ospedale Fatebenefratelli di Napoli

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in foto Fra Gerardo D'Auria con Rita Levi Montalcini

Fra Gerardo l’attuale Superiore dell’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli è stato nominato lo scorso 7 luglio Presidente Nazionale AFMAL (Associazione Fatebenefratelli Malati Lontani). 

Fra Gerardo la sua nuova carica giunge dopo un costante e concreto impegno nelle attività dell’AFMAL
Ho girato il mondo per incentivare e realizzare tanti  progetti  a sostegno dei malati lontani  e cercheremo ancora di farne altri al fine di finanziare le nobili opere  che questa ONG mira a perseguire, considerato che la  Pandemia ha visto l’aumento dei livelli di povertà in tutto il mondo. Lo scorso anno in veste di Vice Presidente di AFMAL sono stato insignito a Venezia con il Gran Premio Internazionale per la comunicazione, un riconoscimento attribuito a me, ma in realtà all’intera AFMAL per la nostra gestione della comunicazione durante la pandemia.

In che senso?
Durante i mesi più duri dei lockdown, gli ospedali Covid si sono blindati e per molti ricoverati era difficile comunicare con i parenti. Tutti i nostri ospedali della provincia romana dei Fatebenefratelli (Napoli, Roma, Genzano, Benevento e Palermo) sono stati “strutture Covid” e ovviamente familiari e amici dei ricoverati avevano bisogno di notizie. In questo contesto abbiamo dotato tutti i reparti di dispositivi per favorire la comunicazione con l’esterno in modo che i familiari potessero avere aggiornamenti sullo stato dei pazienti, con un’esatta e corretta informazione sul loro stato di salute.

In calendario ci sono nuove missioni AFMAL?
Noi abbiamo progetti che vengono  realizzati di continuo  sia all’estero che in Italia. L’ultimo è stato quello di aiutare gli ucraini inviando materiali per l’assistenza a chi chiedeva di passare la frontiera dall’Ucraina alla Polonia.  In Ucraina abbiamo un’opera in cui ci sono presenti i nostri confratelli della Provincia Polacca che svolgono un’attività di accoglienza verso i senzatetto.  Dalle nostre sedi AFAML degli ospedali della Provincia Romana, sono partiti aiuti finanziari e materiale sanitario e farmacologico. Questo è l’ultimo progetto AFMAL in Europa. Per la città di Napoli stiamo elaborando un piano per accogliere le donne in difficoltà con l’Opera Regina Pacis di Quarto, con l’aiuto di Don Gennaro. Il progetto aiuta a salvaguardare le donne che vivono in disagio sociale ( violenza, malattia, difficoltà economiche e di formazione).  Dopo l’estate vorremmo realizzare un progetto per  aiutare i ragazzi di Nisida, guidati  dal direttore del centro, Dottor Guida.

Fra Gerardo ci racconti la sua esperienza di vita.
Sono nato a Sant’Antonio Abate in  provincia di Napoli ed all’età di 24 anni sono entrato nell’Ordine dei Fatebenefratelli, iniziando così il mio cammino.

Come nasce la sua vocazione spirituale?
Frequentavo l’ambiente parrocchiale del mio paese ed avevo un sacerdote che mi seguiva; facevo parte di un  gruppo di persone che svolgeva almeno due volte a settimana  funzioni di assistenza, di pulizia e di igiene per gli anziani della casa di riposo delle Opere delle Suore Gerardine. Ed è proprio a contatto con gli anziani che ho capito, a poco più di venti anni,  quale fosse la giusta via da seguire.

L’illuminazione è  dunque arrivata svolgendo opere pie da laico?
Esatto. La rivelazione  è arrivata proprio stando a contatto con gli ammalati, con gli anziani della casa di riposo, che ho avuto modo di approfondire leggendo un libro su San Riccardo Pampuri, un medico Fatebenefratelli che prima di diventare religioso ha percorso la strada segnata da San Giuseppe Moscati. Pampuri era un medico di paese quindi di villaggi e si prodigava molto nell’aiutare le persone più bisognose e successivamente entrò nell’Ordine del Fatebenefratelli morendo in età giovane ad appena  33 anni. A quel punto mi chiesi: se San Riccardo Pampuri ha potuto realizzare tutte queste opere di bene in pochi anni di vita perché non potrei riuscirci anche io?

Cosa ha realizzato San Riccardo Pampuri?
Il fatto che sia Santo è già di per se una grandissima realizzazione ma più che altro lui si occupava dei malati poveri, delle persone che non potevano pagare la visita medica ed in questo ha seguito le orme di  a San Giovanni di Dio, che investiva il proprio denaro per sostenere le spese mediche altrui .

Tra tanti Ordini Religiosi, lei è stato fin dall’inizio particolarmente attratto dall’Ordine  Fatebenefratelli che si occupa della salute, della cura delle malattie delle persone.
Prima di intraprendere “il viaggio” con i Fatebenefratelli  ho fatto diverse esperienze con alcune congregazioni e ordini religiosi, a tal fine sono entrato al Fatebenefratelli perché era l’ordine più consono alla mia vocazione spirituale e missione nell’ospitalità, quarto voto dei religiosi Fatebenefratelli.

Quali sono i voti del suo Ordine?
Oltre povertà, castità, obbedienza facciamo il voto dell’ospitalità che in particolare ha caratterizzato tutto il mio percorso spirituale, dedicandomi costantemente  alla cura degli ammalati. Io ho perseguito  la Laurea in Scienze Infermieristiche, ho lavorato in corsia, ho incontrato le persone più sofferenti in primis nel reparto di oncologia, e poi anche in quello di chirurgia ortopedica. Nella mia vita professionale ho all’attivo tantissime esperienze anche a livello  sanitario-amministrativo  quale ad esempio la gestione della farmacia dell’Ospedale Fatebenefratelli  di Palermo.

Qual è stato il suo primo incarico?
E’ stato quello di prestare il mio servizio nel reparto di terapia intensiva a Palermo subito dopo avere terminato il corso di Laurea in Infermieristica.

Quindi il suo iter parte dall’ Ospedale Fatebenefratelli di Palermo?
Esattamente, nella duplice veste di responsabiledella farmacia del nosocomio  e come assistente nel reparto di terapia intensiva. Ho un bellissimo ricordo di quegli anni in cui ho metabolizzato come sia importante seguire l’ammalato anche dietro a una scrivania; in farmacia mi occupavo della fornitura dei farmaci  oltre dei presidi sanitari, motivato dal desiderio  di fare in modo che a ciascun ammalato non dovesse mai mancare nulla sia da un  punto di vista farmacologico, che per quel che concerne l’assistenza medica e spirituale.

Dopo Palermo?
Mi hanno dato l’incarico che non è prettamente ospedaliero di formazione delle nuove leve religiose cioè i novizi. Ho fatto il tutor dei novizi per circa 9 anni sempre al Fatebenefratelli a Genzano di Roma, dove c’è un presidio che si occupa della cura dei “diversamente abili” cioè dei malati che hanno bisogno di riabilitazione sia fisica che mentale. Nello stesso tempo ho fatto anche l’esperienza di dirigere l’Istituto di San Giovanni di Dio sempre a Genzano  e successivamente mi hanno dato la dirigenza dell’ Ospedale di Benevento, dove però sono rimasto pochissimo tempo. Sono ritornato in Capitale  dove ho diretto per tre anni  l’Ospedale San Pietro di via Cassia che è l’ospedale maggiore della Provincia Romana dei Fatebenefratelli ; dopodiché mi hanno nominato come Direttore Generale per la Provincia Romana dei Fatebenefratelli , una carica che ho ricoperto per circa 8 anni, dopodiché sono stato eletto Presidente della Provincia Romana, incarico che è durato di 8 anni. Terminato l’incarico di Presidente sono stato nominato Superiore (Presidente) dell’ Ospedale Buon Consiglio di Napoli.

Quali sono le sue peculiarità caratteriali di uomo del sud?
Ho una temperamento forte e determinato per cui non mi sono mai arreso al minimo contrattempo  e nonho mai trovato alcuna difficoltà nel mio lavoro al Fatebenefratelli. Con grande orgoglio mi considero un uomo del sud, una persona molto accogliente, molto disponibile e puntualmente  predisposta all’ascolto; ho una personalità molto solare e nelle difficoltà cerco sempre di trasmettere sicurezza. Per noi che lavoriamo in ospedale, il sorriso non deve mancare mai ed è nostro obbligo morale dare  conforto  a tutti quelli che ci stanno intorno”

 Fra Gerardo lo scorso aprile è stato nominato Superiore dell’ Ospedale Buon Consiglio di Napoli?
Esatto e sono molto fiero di questo nuovo incarico; in questa struttura operano  degli ottimi professionisti, ci sono delle eccellenze che brillano di luce propria, sia nel personale laico che in quello religioso (sono presenti comunità di suore e di frati) che danno il massimo nelle loro prestazioni senza però fare troppo rumore.  Posso tranquillamente affermare che tutti  insieme costituiamo una grande famiglia!

Qual è l’arma vincente del suo lavoro?
Guardare sempre avanti, cercando di migliorare il livello d’assistenza  sanitaria dell’Ospedale ed essere disponibile verso tutti i collaboratori che hanno con me un rapporto diretto e sincero.

Quindi, lei è un super inter partes con il suo personale sanitario e non ?
Sì sono aperto a tutti , anche verso coloro che si dedicano semplicemente alla pulizia dei reparti, partendo dal presupposto che tutti hanno  bisogno di tutti e di tutto e pertanto ogni attività è fondamentale.

Fra Gerardo quali obiettivi professionali si prefigge?
Uno degli obiettivi  primari è quello di raggiungere un bilancio perfetto che deve anche rendere, perché altrimenti non potremmo portare avanti i nostri progetti.  Ogni specialità medica deve raggiungere i suoi obiettivi attraverso gli strumenti idonei. Pertanto per sintetizzare, gli scopi da conseguire sono i seguenti:  raggiungimento di un budget adeguato , potenziamento dell’assistenza medica , rendendola  anche meno asettica. In sintesi direi : dare un volto più umano alla nostra ospedalizzazione.

Lei ha qualche rimpianto?
Assolutamente no.

Si sente una persona privilegiata ?
Si all’età di 15 anni ho avuto una polineuvrite, un’infiammazione dei fasci nervosi degli arti inferiori  che non mi ha permesso di camminare. Sono stato per circa 6 mesi a letto per curarmi e ricoverato per un anno e mezzo, in un istituto di riabilitazione.

La  figura che più l’ha affascinata nel suo percorso di vita?
La  professoressa Rita Levi Montalcini che ho conosciuto nel 2004. La invitammo all’Ospedale di Benevento quand’ero Priore;  lei venne e si trattenne con noi circa due giorni  durante i quali abbiamo svolto delle attività insieme. La Prof. Montalcini aveva una ONG che si occupa della difesa delle donne africane. Ancora oggi l’onlus viene gestita dai suoi successori. Insieme a lei e di concerto con AFMAL,  abbiamo strutturato un piano atto a far studiare le donne in Africa.

Cosa l’ha affascinata di più della Montalcini?
La tenacia, la voglia di vivere, la sete di conoscere sempre di più e la sua grande umiltà.

Fra Gerardo cos’è la fede?
La fede è la linfa vitale dell’esistenza dell’uomo, si deve per forza credere in qualcosa.