Abbiamo dichiarato guerra alla Grecia che non apre le porte agli italiani come voleva fare la Sardegna

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Anziché gioire così, chi ha tanto bisogno di spiaggia deve servirsi di quelle italiane, che non hanno nulla da invidiare alle greche, meditiamo vendetta. Atene, seppure ortodossa, segue il suggerimento del Papa cattolico. Prima la vita poi l’economia. Non sono i soli. Come siciliani e calabresi, romagnoli e campani, temono anche loro il contagio di migliaia di giovani della movida, che non rispettano le distanze di sicurezza, e dei gillet arancioni, che negano il virus e vanno in giro senza mascherina. Noi non possiamo contestare i decreti del governo. I greci, in casa loro, sono liberi di decidere.

Quando se ne va una grande donna piange tutta la città, anche chi non ha avuto la fortuna di conoscerla
Svegliandomi ho trovato Margy che piangeva al telefono con i ragazzi. Anche loro le erano molto affezionati. Tanto da chiamarla Zia Nilla. Per me, invece, pur essendo stata più che una zia, era la Signora Nilla. Fino a 99 anni ogni volta che andavo a Marsala mi faceva gli arancini, come quando ero ragazzo. Adesso provo lo stesso dolore di quando se ne andarono i miei genitori e mio fratello. Per gli estranei era una donna speciale di 104 anni. Per me invece una persona di famiglia. Non esiste chi sia vissuta con altrettanta serenità e amore per chiunque, nonostante le sofferenze patite.

Non si può impedire a bambini e galline di fare la pipì e la cacca per la casa, antico proverbio siciliano
Il Premier Conte, ma anche i genitori, avrebbero dovuto avvertirlo che Ministro degli Esteri non può essere un ragazzo isterico, che reagisce a ogni contrarietà usando le parole come pietre. “Chiuderemo le porte a chi non fa entrare gli italiani”, è una dichiarazione di guerra alla Grecia. Fa il paio con l’impeachment, accusa di alto tradimento al Capo dello Stato. La politica estera è un’arte sofisticata che necessita di particolare cultura, umiltà e saggezza, soprattutto di intelligenza. Chi è privo di una sola di queste doti può causare gravi danni. È auspicabile che si dedichi ad altra attività.

Facebook poteva essere una rivoluzione storica per diffondere dialogo e cultura. Invece solo banalità, odio e falsità
Vorrei riflettere ogni giorno su un argomento di costume intrigante, che interessi tutti. Ma non sempre ce ne sono e ripiego su notizie utili. Mi scuso con chi ha difficoltà di apprezzarle. Però, sono problemi che possono colmare lacune culturali e ampliare la conoscenza. Per non annoiarvi le tratto in poche righe, talvolta con ironia, sperando di essere pure interessante. Tento di trasformare la piattaforma di banalità in un’opportunità di dialogo. Per questo ho bisogno della complicità di chi mi stima. Intervenendo aiuterete voi stessi a crescere. E anche me a proseguire in quest’opera.

Si stenta a credere che un secolo fa eravamo un popolo di eroi, poeti, santi, navigatori e adesso così corrotti e sfigati
Chi gode di reddito di cittadinanza accetta solo lavori in nero, senza contratto. Se no, gli sospendono il contributo di assistenza. Lo stesso accade con chi beneficia di cassa integrazione. I gestori di bar e ristoranti misurano la distanza di sicurezza in presenza di telecamere, ma, in realtà, poi, i clienti sono accalcati e senza neppure mascherina. Umberto di Savoia mi confessò che con la monarchia non avremmo avuto tanto sviluppo economico. Ma neppure tanta ignoranza e corruzione. E poi ci sorprendiamo di essere considerati il lazzaretto d’Europa e che ci sbattano le porte in faccia.

I governi di destra e di sinistra, populisti o sovranisti, si accusano a vicenda. Ma da 40 anni tutti ci complicano la vita
Deve essere certamente una vendetta dello stato per colpe che risalgono ai nostri genitori. È la sola spiegazione che giustifica una burocrazia così ossessiva, che complica la vita alla povera gente. Da quando c’è internet, che dovrebbe semplificare i contatti e le comunicazioni, tutto è più difficile. Per qualsiasi operazione, non per chiedere un favore, ma per pagare le tasse o un contributo e per ottenere una certificazione si passa per le forche caudine di username, pin, password, spid. Il più delle volte la ricerca dell’icona segnala errore. Non c’è nemmeno più uno sportello cui rivolgersi.

È morto a 77 anni per il Covid-19 il più celebre barbiere italiano di New York ricordato solo dai giornali americani
Ha avuto clienti famosi, dal sindaco Bloomberg ai Ferragamo, dallo scrittore Tom Wolfe ai Fendi, e chissà quanti altri. Si chiamava Alberto Rottura. Era nato ad Acquaro, un paesino di appena duemila abitanti in provincia di Vibo Valentia, in Calabria. Sulla Lexinton Avenue aveva il salone più conosciuto della Grande Mela, dove era emigrato 60 anni fa. Ha comprato ogni giorno, per anni, giornali italiani, nella speranza di leggere qualcosa che lo riguardasse. Ma mai nessuno scrisse del suo successo. Purtroppo c’è chi ha più di quanto merita e chi, invece, deve morire per essere ricordato.

L’informatica ci ha rubato il lavoro, la cultura e la serenità. Una volta tanto usiamola a nostro vantaggio
Togliamoci dalla testa che l’App Immuni del Covid19 invada la nostra privacy. Questa è una teoria diffusa da chi contesta qualsiasi iniziativa del governo, seppure suggerita dalla comunità scientifica per il bene dei cittadini. Ricordiamoci che ormai siamo identificati attraverso le carte di credito, la tessera sanitaria, la carta di fedeltà del supermercato e pure il cellulare. Quest’App, invece, ci proteggerà da chi è infetto e può trovarsi a pochi centimetri da noi. Se neppure lui ne è al corrente, può curarsi in tempo. Ci sono sciacalli che diffondono menzogne per speculare sulla salute della gente.