Acquistare su Vestiaire Collective diminuisce del 90% l’impatto ambientale rispetto a un articolo nuovo

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(Adnkronos) –
 Vestiaire Collective, tra le app leader nella rivendita di moda a livello mondiale, ha pubblicato Impact Report, un report sull’incidenza dell’impatto della moda sull’ambiente in collaborazione con PwC. Stando all’indagine, acquistare sulla piattaforma permette di diminuire del 90% l’impatto ambientale rispetto a un articolo nuovo. Il calcolo monetizzato dell’impatto ambientale, una tecnica innovativa e relativamente nuova per l’industria della moda, permette di misurare diversi fattori ambientali allo stesso modo. Il costo ambientale calcolato per ogni acquisto di seconda mano su Vestiaire Collective è di 0,39 euro, solo un decimo del costo ambientale di un acquisto nuovo. In termini di emissioni, ogni articolo acquistato su Vestiaire Collective permette di risparmiare 17 kg di CO2 rispetto a uno nuovo, ossia l’equivalente delle emissioni prodotte da un’auto media per 100 km percorsi.  

“È estremamente incoraggiante vedere l’influenza che le piattaforme di rivendita di moda di fascia alta come Vestiaire Collective possono avere nel promuovere l’economia circolare – afferma Fanny Moizant, co-fondatrice e presidente di Vestiaire Collective -. Speriamo che il nostro lavoro possa ispirare sia le aziende che i consumatori ad adottare un approccio ‘meno ma meglio’, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale dell’industria della moda”. Un elemento chiave del modello di Vestiaire Collective consiste nell’incoraggiare i consumatori ad allontanarsi dal fast fashion prodotto da aziende molto influenti. Mentre l’industria della rivendita è stata vista da alcuni come un ulteriore sintomo del sovraconsumo, Vestiaire Collective vuole dimostrare che il suo modello, incentrato sull’impegno della community, offre un’alternativa efficace alla dipendenza dal fast fashion della società.  

Per la creazione dell’Impact Report, Vestiaire Collective ha intervistato 2.363 consumatori in 57 paesi. I risultati rivelano che il 70% dei clienti afferma che fare shopping su Vestiaire Collective ha evitato l’acquisto di un capo di prima mano (una cifra superiore del 17% rispetto ai precedenti studi sulle piattaforme di rivendita). Il rapporto ha anche messo in luce che Vestiaire Collective, concentrandosi su articoli di alta gamma, incoraggia i consumatori a investire in acquisti di qualità superiore, che possono essere rivenduti meglio perché fatti per durare. Questo effetto ‘upscale’ porta a un minor numero di nuovi acquisti poiché i consumatori adottano un approccio ‘meno ma meglio’. Infatti, le ricerche hanno dimostrato che pochissimi consumatori (solo il 10%) usano i profitti delle loro vendite di seconda mano per pagare nuovi acquisti. Il ruolo delle piattaforme di rivendita è fondamentale nel determinare questo cambiamento nel comportamento d’acquisto: il 50% dei venditori su Vestiaire Collective afferma che non avrebbe rivenduto articoli senza la piattaforma.  

“Il modello di business di Vestiaire Collective è davvero unico – sottolinea Dounia Wone, chief sustainability and inclusion officer di Vestiaire Collective – e il ruolo del Sustainability & Inclusion team è quello di fornire solidi dati per sostenere questa affermazione. Vogliamo continuare a rimetterci alla prova e a migliorarci, spingendo il settore della moda verso una transizione più veloce. Siamo consapevoli del fatto che la rivendita ha ancora il potenziale di contribuire alla cultura del sovraconsumo. Perciò è importante per noi lavorare con la nostra community per promuovere un allontanamento dal fast fashion, per assicurarci di poter avere il maggior impatto possibile”.  

È ampiamente noto che la moda è una delle industrie più inquinanti al mondo. Ogni anno si stima che vengano acquistati 120 miliardi di nuovi indumenti e calzature. Le aziende di rivendita di moda aiutano a contrastare questo fenomeno, e sono in crescita esponenziale: si prevede infatti che la loro quota di mercato si raddoppi dal 9% al 18% tra il 2022 e il 2030. Se questa crescita continua, entro il 2030 il numero di articoli rivenduti farà risparmiare al pianeta 38 miliardi di euro in costo ambientale.  

Dato che la logistica gioca ancora un ruolo chiave nelle vendite sia di prima che di seconda mano, Vestiaire Collective si è impegnata a raggiungere un net climate benefit entro il 2025, senza fare affidamento sulle misure di compensazione. La pubblicazione dell’Impact Report di Vestiaire Collective non è solo la prova che il suo modello di business sta avendo un impatto tangibile, ma anche del suo impegno a migliorarsi costantemente. L’azienda, infatti, vuole diventare la prima nel settore a pubblicare un conto socioeconomico e ambientale completo, continuando a dimostrare la portata dei cambiamenti positivi possibili nell’industria della moda.