Nel secondo trimestre Napoli e provincia registrano una contrazione delle compravendite residenziali del 21,2 per cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; percentuale che s’inserisce nella diminuzione del 15,4 per cento Nel secondo trimestre Napoli e provincia registrano una contrazione delle compravendite residenziali del 21,2 per cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; percentuale che s’inserisce nella diminuzione del 15,4 per cento a livello regionale. Anche la locazione di immobili residenziali si attesta su una media di circa meno1,1 per cento rispetto all’anno precedente. Sono questi i principali dati contenuti nell’ultima edizione del listino ufficiale realizzato dalla Borsa Immobiliare, società dell’ente camerale partenopeo. I quartieri partenopei meno colpiti dalla crisi sono Chiaia, Posillipo, San Ferdinando (meno 0,03 per cento), mentre Piscinola, Chiaiano e Scampia (meno 3 per cento) si confermano in coda alla classifica dei quartieri meno richiesti dagli acquirenti di immobili. Le tipologie più vendute sono le abitazioni di tre vani, con doppi accessori e cucina abitabile, che non superano i 350mila euro. Il maggior deprezzamento l’hanno subito invece le abitazioni costituite da 5 vani in su. Il ribasso interessa anche la compravendita di box auto (meno 1,4 per cento); locazioni commerciali (meno 1,1 per cento). Non si registrano variazioni dei prezzi, sia nelle locazioni che nelle vendite, dei capannoni. In provincia di Napoli, la Penisola Sorrentina è la sola area che registra una certa stabilità sia nelle compravendite che nelle locazioni. Leggera diminuzione del mercato immobiliare anche a Capri. Stabile invece ad Anacapri. “E’ possibile invertire questa tendenza – commenta il presidente dell’Acen, Francesco Tuccillo – facendo in modo che la casa finisca con l’essere il bancomat dello Stato. Oggi per qualunque esigenza si fa sempre più gravoso il carico fiscale sulla casa. C’è poi – aggiunge – una visione globale che riguarda l’immobile che è molto incerta, e che finisce per gravare ancora di più sulle compravendite”. “La riforma del Catasto – continua – potrebbe portare effetti positivi, ma bisogna vigilare perché non ci siano delle alterazioni col passaggio dai vani ai metri quadrati, e non ci sia un ulteriore aggravio fiscale sempre sulla casa”.