Addio al ballerino francese Attilio Labis, étoile dell’Opéra di Parigi

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(foto dalla bacheca Facebook di Ecole de Danse de l'Opéra national de Paris)

Il ballerino e coreografo francese Attilio Labis, étoile dell’Opéra di Parigi dal 1961 al 1972, è morto giovedì 26 gennaio all’età di 86 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla stessa Opéra. Labis si era affermato sul palcoscenico dell’Opera di Parigi nel 1960 ballando con la grande ballerina Claude Bessy: era nella famosa coreografia Pas de Dieux creata dalla leggenda hollywoodiana Gene Kelly sul Concerto in fa di George Gershwin. È stato sposato con Christiane Vlassi, anche lei prima ballerina, con la quale ha avuto due figli. Nato a Vincennes (Francia) il 5 settembre 1936 da padre siciliano e madre francese, Attilio Labis studiò alla scuola di danza dell’Opéra e nel 1952 iniziò a danzare con la compagnia del prestigioso teatro parigino: nel 1959 fu promosso a primo solista e due anni dopo fu proclamato ‘danseur étoile’. Nell’arco della sua brillante carriera Labis ha danzato i principali titoli del repertorio classico con danzatrici leggendarie come Margot Fonteyn, Claire Motte, Yvette Chauviré e Carla Fracci. Dopo aver ballato anche sui palcoscenici dei maggiori teatri del mondo, dal Covent Garden di Londra alla Scala di Milano, passando per il Bolshoi di Mosca, ritiro dalle scene nel 1972 si dedicò all’insegnamento della danza alla scuola del balletto dell’Opéra di Parigi. Lo stile ‘acrobatico’ di Labis influenzò altri ballerini degli anni ’60: in particolare la sua scelta di tenere il piede in posizione ‘retiré au genou’ durante l’esecuzione delle ‘pirouette’ cominciò ad essere ampiamente imitato e finì per soppiantare la tradizionale posizione del piede ‘à la cheville’. Per la sua tecnica impareggiabile, Labis si fece notare anche per “Icare”, creato dal coreografo Serge Lifar nel 1935 e riproposto nel 1962 con nuove scene e costumi di Pablo Picasso. Memorabili le interpretazioni di Labis del principe Siegfrid nel “Lago dei cigni”, di James nella “Sylphide” con la moglie Christiane Vlassi, étoile dell’Opéra, di Aminta in “Sylvia” accanto alla mitica Margot Fonteyn, in “The four temperaments”, coreografia di George Balanchine su musica di Paul Hindemith, e “Les Mirages”, coreografia di Serge Lifar su musica di Henri Sauguet. Al Teatro dell’Opera di Roma è stato il principe Albrecht in “Gisell”e con Carla Fracci e il principe Desiderio nella “Bella addormentata nel bosco” sempre con la Fracci. Per la ballerina e coreografa Marie-Claude Pietragalla, ‘danseur étoile’ del balletto dell’Opéra di Parigi dal 1990 al 1999, Labis è stato l’incarnazione della “danza francese in tutta la sua eleganza, potenza e virtuosità”. Per Manuel Legris, ex direttore del balletto dell’Opera di Parigi e attuale direttore del Balletto della Scala di Milano, Labis è stato un magnifico ballerino, coreografo, partner eccezionale, un grande maestro con uno stile di insegnamento unico”.