Adler di Airola, arriva il ministro Giorgetti. Scudieri: Qui la prova che il Sud sa fare impresa. Senza Mezzogiorno l’Italia non riparte

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in foto Giancarlo Giorgetti e Paolo Scudieri durante la visita del ministro nello stabilimento Adler di Airola

Il Sud ha tutte le qualità e i numeri per inserirsi nel panorama industriale nazionale e internazionale: cinque filiere produttive – automotive, aerospazio, abbigliamento-moda, agroalimentare e farmaceutico – concentrano il 54% di tutto il manifatturiero del Sud, generano 15 miliardi di valore aggiunto, 23 miliardi di export e occupano 269mila persone. Per il rilancio è necessario stabilire un piano industriale articolato, che concentri gli interventi sui 5 settori chiave: aumentare il numero di imprese, favorire nuovi investimenti, snellire la burocrazia, agevolare lo sviluppo delle nuove tecnologie, riqualificare le ex zone industriali, creare delle aree dedicate alla progettazione e all’innovazione, anche con il coinvolgimento delle grandi imprese partecipate dallo Stato. Questi sono i punti su cui si è articolato il dialogo condotto dal direttore del Tg 2, Gennaro Sangiuliano, con il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in visita privata nello stabilimento Tecno Tessile Adler di Airola, in provincia di Benevento, e il presidente di Adler Pelzer Group, Paolo Scudieri. Presenti, tra gli altri, il presidente di Confindustria Benevento, Oreste Vigorito, e Gianluigi Traettino, presidente di Confindustria Campania, oltre a rappresentanti di tutti i comparti industriali del territorio.
“Per noi è un onore poter ospitare oggi il ministro Giorgetti – dichiara Paolo Scudieri – anche per testimoniare quello che, come imprese, stiamo facendo per dare piena attuazione al Recovery plan e al riscatto del Mezzogiorno. È la prova che al Sud si può fare impresa. L’importante è la volontà di costruire e di rischiare. Una ripresa strutturale e sostenibile dell’economia italiana può avvenire solo se il Sud cresce di più. Le risorse del Recovery destinate al Sud rappresentano per il Mezzogiorno un’occasione unica per dare il via a un processo di sviluppo economico in grado di colmare definitivamente il divario con il Nord”.
Per il ministro Giorgetti, è necessario “riportare al centro le esigenze delle aziende italiane. Semplificare molte procedure e interpretare questa fase di trasformazione dando un quadro di certezze che tuteli gli imprenditori facendoli giocare ad armi pari con i competitor esteri”. Sulle norme per contrastare il fenomeno della delocalizzazione, ha dichiarato il ministro, “Non le chiamerei norme antidelocalizzazioni, ma incentivi alle aziende per investire in Italia. Con i divieti e le norme di legge non cambi la direzione del mondo. Dobbiamo offrire un ambiente competitivo per attrarre investimenti”.
“La cosa più importante per il nostro Paese – conclude Scudieri – è riappropriarci delle nostre competenze. Nel caso delle materie prime, purtroppo ne abbiamo delegato la lavorazione a piattaforme dell’Est Asiatico, con un danno evidente per tutta la nostra filiera produttiva, in tanti settori industriali. Per fortuna, l’esempio dell’impegno dell’amministratore delegato di Renault, Luca De Meo, a comprare componentistica italiana è un bel segnale in controtendenza rispetto a questo. Soprattutto, se pensiamo che nel 2020 il settore automotive ha avuto un’incidenza sul Pil di ben il 9,7%”.

in foto Giancarlo Giorgetti, Gennaro Sangiuliano e Paolo Scudieri