Affinity, una mostra tutta al femminile con Anna Coppola e Maria La Mura

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L’Occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte, in Italia e all’estero, avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

di Gaetano Romano

Ha aperto i battenti presso l’ART/STUDIO GALLERY di Benevento ( Via Sant’Agostino 15 ), domenica 10 luglio,  la mostra al femminile AFFINITY, delle artiste Anna Coppola e Maria La Mura, direzione artistica di Mario Lanzione e intervento critico di Mino Iorio. Legate da anni da un forte rapporto amicale e di studi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, si ritrovano ora, insieme, in questa mostra che tende ad evidenziare le vicinanze espressive di entrambe; a partire da Anna Coppola impegnata sul versante della ricerca in ambito luminoso, di rilevante interesse conoscitivo, giacchè tenta la fusione nella dimensione installazione luminosa – di un nascente manufatto – ( con illustri parentele, tra cui Fontana, Kosuth, Flavin ), definendosi le sue opere sculture ambientali con forti interazioni spaziali e habitat umani.

Sulla superficie delle opere definite – Sinapsi – all’accensione del circuito elettrico, avviene un passaggio di luce di rilevante impatto percettivo, come logo di forze e elettroni, convogliato nell’interstizio dei condotti che simula, l’espressione pura della rete e della connessione che consente l’esercizio del navigare in rete, e chiama in causa, paesaggi virtuali che circolano davanti ai nostri occhi, nel mare magnum senza approdi della rete, che la Coppola approfondisce di continuo con i suoi allievi durante il suo lavoro didattico di docente.

Su altro versante, con tenacia, va sviluppando le tecniche incisorie dell’acquaforte e della puntasecca, penetrando nell’arcano delle morsure che svelano ai suoi occhi, ancora una volta, paesaggi inediti che prima di giungere in luce, vivono la laboriosa trafila degli acidi – così gli acquerelli con fondi caffè, sintetici ed essenziali nella loro astratta matrice, pervengono al nostro sguardo con icastica apparizione e alludono alla natura e agli alberi, con i marroni fibre lignee.

Maria La Mura, con il fuoco alle calcagna attraversa una molteplicità di espressioni artistiche, che vanno dalla ceramica all’incisione, dalla pittoscultura all’installazione, dalla xilografia alla performance, che sperimenta spesso coinvolgendo il pubblico, che interagisce e dice l’artista << completa l’opera >> .

Personalità eclettica e incline ad approfondire il mito dell’Origine, l’Arche, che da inizio alla vita nelle sue varie forme, affascina l’artista, che lo declina attraversa vari temi quali, la Luce, il Tempo; le apparizioni sembrano essere contraddistinte da una forte luce messianica che scolpisce le parole eterne nei cuori dell’umano.

Lungo questo periplo La Mura, investigando lo spazio e il cosmo infinito dove si annidano, occulti, gli << infiniti mondi >> di Bruno, concepisce delle articolate composizioni a parete dove trovano accoglienza materiali eterocliti; fibre di varia natura, dischi di vetro accoglienti e rifrangenti, pellicole intonse oppure agite dal colore impresso, che danno vita a installazioni parietali di notevole interesse nel loro svolgimento in progress, declinate attraverso la matrice concettuale e informale.

Le ceramiche a parete, sono invece la felice sintesi che sostituiscono la tela e gli altri supporti: su di esse La Mura con intenso fervore lascia germogliare il sentimento e l’emozione, con tocchi rapidi e decisi, il colore abita la materia che restituisce l’arcano alle alte temperature di cottura nella sintesi perfetta di colore, forma, e ideazione.

Panta rei, tutto scorre.