Agricoltura, il vino italiano scommette sull’Oriente

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L’Italia del vino è volata per tre giorni in Oriente, partecipando alla più grande fiera del settore in quella parte del mondo. Oltre 250 tra aziende e consorzi dal Piemonte alla Sicilia, fa sapere Confagricoltura, hanno trasferito dal 24 al 26 maggio bottiglie e sommelier a Hong Kong, con un obiettivo ben preciso: perdere il ruolo di gregari nell’export e conquistare il podio. A raccontare i loro vini a Hong Kong sono stati i sette ambasciatori dell’eccellenza enologica, con 52 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, di cui oltre l’80% esportate.
L’Italia è già il più grande venditore di vino nel mondo, con 5,4 miliardi di euro incassati nel 2015, grazie ai consumatori statunitensi, tedeschi e britannici, ma non va oltre il quinto posto in Asia e il sesto in Cina. Gli espositori provenienti da 33 Paesi sono stati 1.300, con la Francia che occupando lo spazio maggiore nella Fiera (39%) è stato il Paese più rappresentato, incalzato da Italia (16%) e poi Spagna, Cile, Argentina, Portogallo, Germania, Stati Uniti, Sudafrica e Cina. Un mercato immenso da conquistare, visto che dal 2010 al 2014, c’è stato un aumento dell’85% di vini importati.
Ad acquistare un biglietto per Hong Kong per partecipare alla Fiera, ricorda Confagricoltura, sono state le sette aziende di Italian Signature Wines Academy: Allegrini (Veneto), Arnaldo Caprai (Umbria), Feudi di San Gregorio (Campania), Fontanafredda (Piemonte), Frescobaldi (Toscana), Planeta (Sicilia) e Villa Sandi (Veneto). Sono i sette ambasciatori dell’eccellenza enologica, con 52 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, di cui oltre l’80% esportate. Tra degustazioni e seminari hanno raccontato i loro vini nella fiera di Hong Kong, come hanno fatto due settimane prima a Singapore e come faranno sulla Rete grazie all’accordo con la piattaforma online Alibaba.