Al computer preferisco il nonno, l’ironia affabile di Mauro Giancaspro

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di Fiorella Franchini

Ricorre al pamphlet Mauro Giancaspro, bibliotecario di razza, dopo quarant’anni trascorsi alla direzione delle Biblioteche Nazionali di Napoli, Cosenza e Bari. Tanti libri, seri e semiseri, per raccontare un’esperienza di vita e di cultura maturata tra le scritture degli altri. Torna in libreria con una breve pubblicazione edita da Homo Scrivens dal titolo ironico “Al computer preferisco il nonno” in cui l’intento satirico è bonariamente rivolto ai piccoli, grandi temi della nostra società civile. L’autore sostiene, in modo dichiaratamente di parte, la propria opinione con lo scopo di risvegliare la coscienza popolare e indurre al ragionamento. Un’ironia affabile, lontana dalle invettive del tradizionale genere letterario che si scagliava violentemente contro la politica o i nemici personali. Protagonista è un nonno che espone la propria opinione attraverso il gioco con i nipotini le cui abitudini quotidiane costituiscono lo spunto per affrontare tematiche generali: l’uso spropositato dei cellulari e dei computer, le manie fotografiche, i benefici della bicicletta e delle camminate, il valore terapeutico della musica, l’overdose di notizie, il disuso della scrittura manuale. “Oggi la cultura dello sballo ha invaso il mondo dello spettacolo e dell’informazione – scrive Giancaspro – che non perde l’occasione per commentare il fenomeno dell’information over flow. Una presa di parola che è sempre un atto di coraggio, sebbene assediato da mille tentativi di riflessione che affollano le nostre letture, la tivù e il cinema. Una generale acquiescenza e omologazione delle idee, anche delle migliori, che finisce spesso per stordirci piuttosto che farci cogliere gli eventi nella piena luce della verità. Eppure Mauro Giancaspro ha un asso nella manica per farsi ascoltare, la semplicità della narrazione e la pacatezza del tono, accattivante per gli adulti come per i ragazzi, mai banale, sempre appassionato. Nessun proclama urlato con la velleità di aver ragione a tutti i costi, nessuna profezia apocalittica, nessun pessimismo cosmico. Quell’imperativo ineludibile che conduce Giancaspro alla scrittura proviene da una coscienza formatasi da un umanesimo concreto e profondo che non ha bisogno di sbraitare. Non si tratta di uno sfogo estemporaneo e irriverente ma di una speranza sottintesa e intensa, di poter cambiare, non il mondo, ma le coscienze comuni, quelle che sommandosi possono veramente modificare il corso della realtà. Una narrazione composta e briosa che allude a grandi ricchezze da preservare, la memoria orale, la trasmissione della conoscenza di chi ci precede, la famiglia, quel microcosmo che è cura, incontro, spesso scontro di generazioni e di generi, è appartenenza e legame, lingua madre, visione del mondo, identità, è cultura. – Una famiglia è anche, forse soprattutto, fatta di voci che s’intrecciano, è un linguaggio comprensibile solo a chi lo pratica, una rete di ricordi e richiami – ha scritto Natalia Ginzburg. Mauro Giancaspro non dimentica mai l’odore dei libri respirati e mai rinuncia alla sua avventura culturale, a lasciare un segno di tutto ciò cui attribuisce rilevanza e valore. Tutto il suo lavoro e la sua scrittura testimoniano “ l’orgoglio e la consapevolezza di essere custodi e mediatore di un “tesoro”.
Al computer, io preferisco il nonno, la tradizione, il mito, il sapere che dà speranza.