Al Sud meno treni che nel 2013, ma dove si investe le cose funzionano

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Treni vecchi, con un’età media di 19,3 anni rispetto ai 12,5 del Nord, e pochi: negli ultimi 10 anni sono stati ridotti gli intercity e i regionali in circolazione. E viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. E’ la situazione al Sud fotografata dal rapporto Pendolaria 2019 di Legambiente presentato oggi a Palermo. Rispetto al resto del Paese, sottolinea il rapporto, al sud sono di meno sia le Frecce che gli Italo, gli Intercity e i regionali. Ci sono, in tutta la Sicilia, 486 corse al giorno dei treni regionali contro le 2.560 della Lombardia: quasi 5,3 volte tanto (a fronte di una popolazione di 5 milioni di persone in Sicilia e 10 milioni in Lombardia). Le corse giornaliere in Provincia di Bolzano sono 266, quasi quante quelle offerte in Sardegna (297) dove però la popolazione è oltre il triplo. In Calabria sono 341 le corse giornaliere, meno delle 355 effettuate in Liguria dove popolazione ed estensione sono inferiori.
Da Siracusa e Trapani in 11 ore e 21 minuti, con tre cambi.
Il rapporto denuncia un’assenza totale di regia e controllo lungo alcune direttrici importanti. Tra Cosenza e Crotone non esiste collegamento diretto e servono almeno un cambio e quasi 3 ore di tragitto per percorrere 115 km. Tra Ragusa e Palermo sono previsti solo 3 collegamenti al giorno, tutti con un cambio, per arrivare a destinazione in 4 ore e mezza (erano 4 tre anni fa). Tra Siracusa e Trapani (266 chilometri in linea d’aria) esistono solo tre possibilità e la più rapida richiede 11 ore e 21 minuti, con tre cambi. In Basilicata tra Potenza e Matera con Trenitalia non è più previsto alcun collegamento e con le Ferrovie Appulo Lucane servono 2 cambi e 3 ore e 20 minuti (di cui una parte in pullman per lavori sulla linea). In Puglia, invece, tra Taranto e Lecce almeno esiste un Intercity Notte che transita in orari di pendolarismo, però solamente da Taranto verso Lecce. 
Ma anche al Sud dove si investe il successo è garantito. Il rapporto Pendolaria 2019 segnala anche 10 best practice: da Palermo a Catania, con metro e tram, a Bari, Napoli, Cagliari con treni urbani sempre più frequentati a quelli delle Appulo Lucane in Puglia, fino alla nuova stazione di Matera a quella di Scampia, per arrivare al successo di passeggeri che hanno i nuovi treni messi sulle linee in Sicilia, Puglia, Sardegna. ”Abbiamo scelto di presentare Pendolaria a Palermo perché sono le grandi città e il Sud le due emergenze del nostro Paese nel trasporto ferroviario – dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – Al Sud muoversi in treno tra le città è praticamente impossibile, perché i collegamenti sono meno che nel 2010 a seguito dei tagli e i treni sono più vecchi e lenti che nel resto d’Italia.