Alessandro Mastrocinque confermato presidente di Cia Campania

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in foto Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania

L’assemblea elettiva regionale della Campania ha confermato Alessandro Mastrocinque alla guida per i prossimi 4 anni della Confederazione italiana agricoltori. Eletto per la prima volta nel 2014, Mastrocinque è a capo di un’associazione regionale che conta 40.651 soci. Nel corso del suo intervento, presso l’hotel Terminus di Napoli, ha segnalato le criticità che rallentano la crescita dell’agricoltura regionale, a cominciare dall’arretratezza delle Organizzazione dei produttori e della scarsa rappresentatività dei Consorzi di Tutela. “Se il 45% del cibo che dal Sud arriva sui mercati di tutto il mondo è prodotto in Campania, abbiamo la criticità di aggregare il prodotto. Vanno create – ha detto Mastrocinque – organizzazioni di produttori che siano strutture economiche operative sui mercati in modo da eliminare pratiche commerciali sleali e ridistribuire in modo equo il reddito nella filiera. Attualmente su 100 euro pagato dal consumatore solo 10 euro restano agli agricoltori”. Tra le altre criticità anche i ritardi sullo stato di attuazione del Psr. “Ad oggi in Campania abbiamo speso solo il 6% della dotazione finanziaria. È necessario altresì sburocratizzare, innovare, e rendere la Pa digitalizzata, per superare quel gap che oggi ci frena: mediamente in Campania i tempi sulle pratiche burocratiche sono da 6 a 10 volte più lunghi rispetto ad altre Regioni. Chiederemo alla Regione di fare un lavoro di digitalizzazione e di affidare direttamente ai centri agricoli alcune funzioni per superare i tempi e la burocrazia”. Poi la proposta: “Chiediamo al nostro governatore – dice Mastrocinque – di candidare la Campania a creare un grande evento annuale sul cibo, un Expo del Mediterraneo”.
Per il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno, Antonio Limone, la Campania “è la regione della biodiversità. Chi voleva costruire un’immagine di terra di avvelenatori si sbagliava, e lo abbiamo dimostrato con dati scientifici che il cibo campano è innocente. Siamo in un territorio – dice – che produce altissimi livelli di prodotti molto prelibati e importanti dal punto di vista nutrizionale grazie ad un terreno vulcanico, come la Sicilia che è la seconda regione in Italia per la qualità di alcuni prodotti”. All’assemblea odierna è intervenuto anche il presidente nazionale della Confederazione, Secondo Scanavino. “Al governo che verrà – sottolinea – chiediamo attenzione al sistema agricolo, e alla componente agricola nel sistema agroalimentare. Noi siamo produttori di materia prima che alimenta un sistema che esporta 40 miliardi di prodotti, più della Francia. Eppure i nostri agricoltori non hanno il giusto riconoscimento. Nelle filiere i governi devono dare più peso al sistema agricolo e, a livello sia comunitario che nazionale, è necessario sburocratizzare, perché così com’è la situazione è asfissiante. Stiamo inoltre lavorando attorno ad un grande progetto come la Pac post 2020 che si scriverà nel 2018, quindi questo sarà un anno dedicato al progetto del futuro dell’agricoltura europea e italiana, sperando che l’agricoltura italiana abbia l’attenzione che merita”.