L’Occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte, in Italia e all’estero, avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.
di Chiara Fucci
Il prossimo 25 maggio Al Blu di Prussia di Napoli ospiterà la presentazione del libro Alice abita ancora qui, realizzato per celebrare il trentesimo anniversario della galleria d’arte Tricromia, fondata da Giuseppina Frassino a Roma nel 1990 e da alcuni anni ampliatasi divenendo anche editore d’arte. Il libro narra graficamente la storia di Alice nel paese delle meraviglie sovvertendo le convenzioni di genere e convertendola al maschile secondo una prospettiva che Giuseppina Frassino ha definito «inedita» e «innovativa», resa tale attraverso i disegni di due giovani illustratori: Samuele Canestrari e Ahmed Ben Nessib, quest’ultimo presente il 25 maggio Al Blu di Prussia per le dediche disegnate. Ascanio Celestini – attore, regista e autore teatrale – ha indagato lo spirito del libro e partendo dal titolo l’ha definito «un titolo fatto di parole», ognuna delle quali è un rimando ad aspetti diversi, che uniti costituiscono una visione d’insieme. Secondo Celestini Alice è Giuseppina, abitare è l’attività che ha portato avanti con Tricromia trovando una casa a sé e ai suoi artisti, ancora sottende l’idea di continuità e qui rappresenta l’utopia: è come immaginare che Giuseppina Frassino da trent’anni chieda agli artisti di «disegnare questa utopia fatta coi pezzi buoni del mondo» e che, nel caso di Alice abita ancora qui, abbia chiesto ad Ahmed e a Samuele «di disegnare questo modello di mondo». Il libro – nel formato leporello 29×29 cm con doppia copertina e stampato in bianco e nero – contiene un totale di venti tavole, dieci per ciascuno dei due artisti che hanno riproposto il romanzo, personalizzandolo e traslandolo verso il piano artistico ma conservando le atmosfere oniriche che caratterizzano il racconto di Lewis Carrol. Per l’occasione abbiamo posto delle domande in forma di botta e risposta a Giuseppina Frassino, che ha fondato Tricromia mossa dalla sua passione e dalla volontà di puntare i riflettori sul mondo del fumetto, dei designatori e dell’editoria illustrata.
Quando ha deciso di diventare imprenditrice e di fondare Tricromia, cosa l’ha spinta a farlo e come definirebbe questo suo percorso?
Penso che non sia qualcosa che si decide a tavolino ma che sia più come un percorso “artistico” a cui si aggiungono incontri, passioni ed eventi della vita.
Come ritiene che sia oggi il mercato dell’arte, e in particolar modo del disegno e dei fumetti che hanno un valore sociale diverso rispetto ad altre arti?
Negli ultimi dieci anni c’è stata una forte crescita del fumetto e delle graphic novel, la stampa ne ha parlato molto occupandosi di un genere considerato di nicchia o di un prodotto non interessante, a cui i critici non associavano la valenza culturale che può avere un libro qualsiasi.
Quanto pensa che sia importante e influente per la sua galleria l’aspetto social e digital, e quali sono i vantaggi che offre?
L’aspetto promozionale lo è stato sempre, con una grande attenzione alla parte grafica. Lo è oggi ancora di più con l’utilizzo direi inevitabile dei social, dove la galleria è molto presente a largo raggio.