All’Expo atterra il Social Flight One, l’aereo costruito dai detenuti irpini

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Il Social Flight One, il primo aereo al mondo interamente realizzato in carcere dai detenuti, ‘atterra’ a Expo. L’appuntamento e’ per domani, alle 17, presso il padiglione della Kip International School delle Nazioni Unite, nell’ambito delle iniziative patrocinate dalla Rete dell’Economia Sociale Internazionale RES-Int. A presentare l’aereo, sara’ Mediterraneo Sociale, la societa’ consortile con sede a Napoli che da trent’anni lavora al nuovo orizzonte di Welfare delle Comunita’ Locali Sostenibili. Social Flight One, un biposto con doppi comandi, e’ il frutto del lavoro dei detenuti dell’Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze (Icatt) di Lauro (Av), nell’ambito del progetto Le Ali della Liberta’, promosso dalla cooperativa L’approdo, patrocinata dalla Caritas di Avellino, e dall’associazione Il pioppo-onlus della rete di Mediterraneo Sociale, e finanziato con il Fondo Lotta alla Droga (legge 45/99) della Regione Campania.

Quartier generale a Teggiano

Il Social Flight One inaugura la filiera sociale dell’industria artigianale degli aerei della cooperativa Le Ali della Liberta’, che avra’ il suo quartier generale nella aviosuperficie di Teggiano (Sa). Il Social Flight One e’ stato prodotto in gran parte presso la falegnameria dell’Icatt nell’avellinese, mentre soltanto l’ultima fase dell’assemblaggio e’ stata conclusa presso un’officina esterna. E’ interamente realizzato in legno, mentre gli elementi di collegamento delle strutture e i carrelli sono in acciaio. In rispetto delle piu’ recenti normative sulla sicurezza, l’aereo monta un nuovo tipo di paracadute capace di assicurare l’intero velivolo. Il Social Flight One e’ dotato di un motore da 1.200 c.c., eco-friendly riguardo a consumi ed emissioni, nonostante un’autonomia di volo che puo’ arrivare a coprire i 1.400 chilometri. Si costruisce mediamente in tre/quattro mesi, mentre il suo costo e’ paragonabile a quello di un SUV di media categoria (quindi circa 80.000 euro). Per questo tipo di aerei c’e’ un’elevata domanda da parte dei privati. Tuttavia, Le Ali della Liberta’ e Mediterraneo Sociale, immaginano esclusivamente acquirenti e destinazioni d’uso altrettanto “sociali”: monitoraggio dei boschi, delle aree archeologiche, delle zone a rischio di incendi dolosi. Ma anche turismo sociale, capace di regalare alle persone, soprattutto a quelle con disagio, l’emozione del volo. Oppure trasporti rapidi, dal momento che il velivolo puo’ atterrare e decollare su una pista di appena 200 metri lineari.

La filiera sociale

Il Social Flight One non rappresenta solo il prototipo di un mezzo di trasporto, ma di una intera filiera produttiva: la cooperativa Le Ali della Liberta’, col sostegno di Mediterraneo Sociale, ha acquistato a Teggiano un terreno con relativo hangar, adiacente alla superficie avio civile del Vallo di Diano. La cooperativa, che nel suo staff ha un pilota/progettista e un meccanico specializzato, si propone di costruire i prossimi velivoli, tra le officine interne alle carceri e l’hangar di Teggiano, che nel tempo sara’ pure predisposto a servire da officina di manutenzione per altri aerei privati. “L’aereo sociale e’ un simbolo prima ancora che un prodotto – osserva Beppe Battaglia, storico operatore dell’associazione Il Pioppo-onlus, responsabile del Dipartimento Carcere e Cittadinanza di Mediterraneo Sociale e ideatore del progetto Le Ali della Liberta’ – il primo aereo al mondo costruito non per evadere ma per riabilitarsi! E superare cosi’ lo stato di cose per il quale il lavoro in carcere e’ squalificato e squalificante, ripetitivo, pericolosamente prossimo allo sfruttamento e incapace di fornire un’autentica motivazione creativa.”