Allarme Coldiretti: rischio estinzione per la vacca Agerolese e la capra napoletana

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Ci sono anche la vacca Agerolese e la capra napoletana tra le razze a rischio di estinzione per le quali, tuttavia, è forte l’impegno per tutelarle. Å quanto rileva la Coldiretti di Napoli. L’organizzazione professionale ricorda le 24 razze di bovini salvate dalla scomparsa sulla base dei dati dei Piani di sviluppo rurale della passata programmazione, insieme con le 38 di pecore, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini grazie all’impegno degli allevatori italiani per garantire la biodiversità degli allevamenti nazionali. Coldiretti interviene in relazione all’allarme lanciato dalla Fao: il 17 per cento delle razze nel mondo è a pericolo scomparsa, mentre un altro 60 per cento è in stato di rischio sconosciuto per mancanza di dati sulla dimensione e la struttura della popolazione. In Italia sono 130 le razze animali a rischio di estinzione tra mucche cavalli asini pecore e capre. Se della vacca di razza Agerolese – continua Coldiretti Napoli – sono rimasti circa 500 esemplari che producono latte pregiato e che caratterizza, ”con l’impegno del Consorzio di Tutela un’alta espressione del valore identitario, ambientale ed economico della Penisola Sorrentina e dei Monti Lattari come il Provolone del Monaco dop”, della capra napoletana, ”con il suo manto nero con riflessi rossi, i suoi bargigli e il suo latte di alta resa nutrizionale e di sapore” sono 150 gli esemplari rimasti per la produzione di latte e formaggi a contenuto di grasso del 50% inferiore a quello vaccino. ”Ma, in Campania, ci sono anche il Cavallo Napoletano, il Cavallo Salernitano ed il Cavallo Persano, l’Ovino Laticauda e l’Ovino Bagnolese, la capra Cilentana ed il Suino Casertano – continua Coldiretti Napoli – che sono state al centro del Progetto razze autoctone a rischio di estinzione della Regione Campania (Rareca) realizzato con la misura 214/e del Psr 2007/2013 dal Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzione Animale della Università Federico II insieme con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno per la tutela e la salvaguardia delle biodiversità di razze e di popolazioni adattate a particolari condizioni ambientali necessarie ad evitare la perdita di patrimoni genetici (geni e combinazioni genetiche) praticamente irripetibili”. Un’azione di recupero importante, rileva ancora Coldiretti, ”si deve anche ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attivi in tutte le Regioni e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione”. “E’ il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari” evidenzia Giosuè De Simone presidente di Coldiretti Vico Equense e del Consorzio di Tutela del provolone del Monaco dop nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale l’Italia puo’ contare per ripartire“.

Senza bufala agerolese e capra napoletana