Il nuovo ambasciatore del Brasile incontra gli imprenditori italiani a Brasilia e San Paolo

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In foto Helio Vitor Ramos Filho, prossimo ambasciatore del Brasile in Italia

Organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Brasilia e dal Consolato Generale d’Italia a San Paolo, si è tenuto nelle scorse settimane a San Paolo, presso la sede del CIEE , un incontro degli imprenditori italiani insediati in Brasile insieme al futuro Ambasciatore del Brasile a Roma, Helio Vitor Ramos Filho. L’incontro, a cui ha preso parte il Console Generale d’Italia a Porto Alegre, Roberto Bortot, é stato organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Brasilia e dal Consolato Generale d’Italia a San Paolo. L’obiettivo dell’incontro é stato quello di avvicinare il diplomatico agli imprenditori italiani, incentivando e rafforzando le relazioni economiche e commerciali fra i due Paesi. L’Ambasciatore d’Italia a Brasilia, Antonio Bernardini, ha ribadito che diverse imprese italiane sono interessate a investire in Brasile: in tal senso l’accordo di libero commercio, stipulato fra il Mercosul e l’Unione europea, contribuirà a incrementare la presenza economica dell’Italia in Brasile, dando spazio, attraverso la riduzione delle tariffe, a settori oggi meno presenti, come il designe altri meandri che caratterizzano la diffusione del Made in Italy.
Le relazioni fra Italia e Brasile, di cui la cooperazione economica rappresenta un asse importante, attraversano una fase molto positiva. Alcuni dati aiutano a spiegare meglio l’importanza del Brasile come partner per le nostre imprese, sia in termini di investimenti che di interscambio commerciale.
L’intercambio commerciale è tornato a crescere (del 7% a 7,5 miliardi di dollari) dopo tre anni consecutivi di flessione. Nonostante la recente ripresa, esso è tuttavia del 35% inferiore rispetto al picco del 2011. Il surplus commerciale italiano è leggermente aumentato (397 milioni di dollari, da 381), nonostante la dinamica più forte delle importazioni dal Brasile (+7,2%) rispetto alle nostre esportazioni (+6,9%). Tra queste ultime si segnala comunque la significativa crescita dei prodotti farmaceutici italiani (+18,2%), dei motori (+44,6%) e della nafta (+504,8%).
L’Italia rappresenta l’undicesimo mercato di sbocco per le merci brasiliane (1,6 per cento la quota dell’Italia sul totale delle esportazioni brasiliane) mentre è il settimo fornitore del Brasile (il secondo tra i paesi europei, dopo la Germania e prima della Francia, con una quota sul totale delle importazioni brasiliane di circa il 2,6%). I patner di commercio non sono significativamente variati negli ultimi anni. Il Brasile continua a esportare essenzialmente prodotti del regno vegetale e animale (25% del totale, includendo caffè e carni), carta e cellulosa (18%), minerali ferrosi (11%) e cuoio e pelli (10%) mentre importa macchinari e apparecchi elettrici (37%) e prodotti chimici e farmaceutici (20%).
Per quanto concerne lo stock di investimenti diretti, le ultime statistiche disponibili del Banco Centrale del Brasile relative al 2015 (censimento 2016) vedono l’Italia in decima posizione tra i Paesi investitori con quasi 11 miliardi di dollari (secondo il metodo di calcolo della controparte finale, che tiene conto dell’effettiva proprietà dei capitali). I dati sui flussi tra gennaio 2016 e novembre del 2017 vedono l’Italia in ottava posizione, con 4,3 miliardi di dollari.
Per quanto concerne la composizione degli stock, gli investimenti italiani in Brasile (secondo il concetto dell’investitore finale) si concentrerebbero tutti prevalentemente nell’industria di trasformazione (33,6%), nei settori dell’informazione e delle telecomunicazioni (28%), dell’elettricità e del gas (14,9%) e finanziario (9,2%).Ancora molto limitati, invece, gli investimenti in Italia da parte di imprese brasiliane, del resto ancora poco propense a internazionalizzarsi, soprattutto al di fuori delle tradizionali aree di interesse rappresentate dal Cono Sud, dall’Africa e dagli Stati Uniti. Il censimento della presenza imprenditoriale italiana registra ad oggi oltre 1000 filiali e stabilimenti produttivi operanti in Brasile, che contribuiscono in maniera significativa alla creazione di posti di lavoro, anche grazie all’indotto generato. Le aziende italiane continuano a investire o annunciano una intensificazione degli investimenti: a FCA, Pirelli e Tim si sono nel tempo affiancate Ternium, ENEL (che con la recente acquisizione di Eletropaulo è diventato il primo distributore di energia elettrica del Brasile), Gavio, Atlantia, Intesa San Paolo e altre.
Per quanto concerne la localizzazione geografica degli investimenti italiani, oltre che negli Stati del sud, più sviluppati economicamente e meta preferita della nostra imprenditoria (oltre la metà delle nostre aziende sono concentrate nello Stato di San Paolo), le imprese italiane si stanno affacciando nel nord est (Pernambuco, Maranhão, Bahia) ma anche nel centro (Goiás, Mato Grosso do Sul).