Ambulante nero ucciso a Civitanova, la comunità nigeriana in piazza a Napoli

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in foto Alika Ogorchukwu, ambulante nigeriano di 39 anni massacrato il 29 luglio in pieno centro a Civitanova Marche

Presidio a Napoli promosso dalla associazione antirazzista interetnica ‘3 febbraio’ con la partecipazione della comunita’ nigeriana presente in citta’. Un’iniziativa di solidarieta’ e protesta dopo il brutale omicidio del venditore ambulante nigeriano 39enne Alika Ogorchukwuch a Civitanova Marche da parte dell’operaio salernitano Fabrizio Ferlazzo. “L’ennesimo omicidio razzista, in un Paese sempre piu’ pericoloso per chi e’ immigrato, ci chiama ad una forte reazione. Il nostro e’ un appello ai fratelli e sorelle immigrati, alle comunita’, alle associazioni solidali e antirazziste: uniamoci per difendere la vita e combattere il razzismo e le violenze. La morte di Alika Ogorchukwu, ambulante nigeriano di 39 anni massacrato il 29 luglio in pieno centro a Civitanova Marche da Filippo Ferlazzo – secondo l’associazione 3 febbraio – dice dei rischi a cui siamo esposti ogni giorno e del bisogno di difenderci e sostenerci reciprocamente. Alika, infatti, viveva da tempo in quel luogo. Era conosciuto e apprezzato per essere una persona buona e tranquilla. Aveva una moglie ed un figlio piccolo. Chi lo ha ucciso ha usato la stampella con cui Alika era costretto a muoversi a causa di un incidente e, non contento, lo ha pure derubato del suo cellulare”. “Tutto – si ricorda – e’ avvenuto, purtroppo, nella sostanziale indifferenza delle tante persone presenti, alcune delle quali hanno pure ripreso la scena con i cellulari invece di intervenire. Forse una diversa reazione avrebbe potuto salvarlo. Questa barbarie non e’ l’unica e purtroppo non sara’ l’ultima. Infatti, c’e’ da chiedersi: quanto e’ collegata l’indifferenza per le migliaia di morti in mare con quella che ha permesso l’assassinio di Alika?”. Dall’associazione forti critiche ai rappresentanti del centro destra ma anche della sinistra che hanno sostenuto il governo Draghi. “Tutti – l’accusa – hanno benedetto gli accordi con la Libia e la Turchia e si preparano a speculare sulla pelle degli immigrati per procacciarsi voti. Siamo a fianco della famiglia di Alika, dei suoi cari e invitiamo tutte le persone e le realta’ solidali a reagire insieme a noi: schieriamoci, incontriamoci, siamo attenti, difendiamoci, curiamoci gli uni degli altri. Affermiamo insieme una convivenza pacifica”.