Amori divini, al Mann viaggio nel mito greco

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Il Mann inaugurerà il 7 giugno un nuovo percorso ricco di suggestioni. La mostra Amori Divini propone un viaggio nel mito greco, scegliendo di seguire il tema della seduzione e della trasformazione.
Traendo ispirazione dal vasto repertorio pompeiano, l’esposizione racconta i miti amorosi accomunati da un episodio fondamentale: almeno uno dei protagonisti, uomo o dio, muta forma trasformandosi in animale, in pianta, in un oggetto o in fenomeno atmosferico.

A partire dalla letteratura e dall’arte greca, attraverso il poema delle “forme in mutamento” di Ovidio, fino alle più contemporanee interpretazioni della psicologia, i miti di Danae, Leda, Dafne, Narciso, di Ermafrodito, sono parte dell’immaginario collettivo, oggetto di molteplici riletture sia dal punto di vista psicologico che da quello artistico.

Nel mito il sentimento amoroso è quasi sempre fonte di dolore per entrambi i protagonisti. C’è l’amore mai realizzato di Apollo e Dafne in cui il dio è innamorato e respinto, e Dafne, offesa e disgustata dalle profferte del dio, al punto di preferire la trasformazione in una natura inferiore, pur di sfuggire a un sentimento che vive come violenza. C’è la favola di Danae, interpretata da grandi pittori come Tiziano, al Museo di Capodimonte, o Klimt , in cui le letture del mito sono molteplici, e oscillano tra una interpretazione più maliziosa, se non lasciva, della fanciulla e una interpretatio christiana. La sua storia ha assunto ogni volta significati diversi: riflessione sull’ ineluttabilità del destino e poi simbolo di peccato pagano, prefigurazione mariana e poi donna lasciva, prostituta o unico strumento di redenzione per il genere umano corrotto. Il mito di Leda e il cigno, invece, ha ispirato artisti come Leonardo, Michelangelo, il Correggio e, soprattutto in pittura, rappresenta l’intraprendenza sessuale maschile, in base alla quale, originariamente, anche l’inganno risulta lecito per giungere all’unione sessuale. Sotto il profilo iconografico il successo di Leda giacente posseduta dal cigno è legato all’immagine dell’accoppiamento tra uomo e donna, coperto dall’allegoria. Sotto il profilo simbolico rappresenta – e forse un tempo propiziava – la potenza sessuale maschile.

 

danae

Accanto ai vari manufatti antichi di soggetto mitologico – pitture parietali e vascolari, sculture in marmo e in bronzo, gemme e preziose suppellettili – per ciascun mito viene proposto un confronto con una selezione di opere di periodi più recenti.

Infatti oltre 20 opere tra dipinti e sculture, con particolare attenzione all’arte del sedicesimo e diciassettesimo secolo, illustrano i momenti fondamentali della ricezione moderna del mito e ne mettono in luce evoluzioni, modifiche e ampliamenti. Artisti quali Baccio Bandinelli, Bartolomeo Ammannati, Nicolas Poussin, Giambattista Tiepolo e molti altri ancora permettono non solo di seguire la fortuna del mito greco fino ad epoche a noi più vicine, ma anche di comprendere il ruolo che, in questa tradizione, giocano le fonti letterarie ed iconografiche antiche.

Il percorso espositivo, a cura di Anna Anguissola e Carmela Capaldi, con Luigi Gallo e Valeria Sampaolo, promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dal MANN con l’organizzazione di Electa, indaga, dunque, i meccanismi di trasmissione e ricezione del mito greco attraverso i secoli presentando circa 80 opere, provenienti dai siti vesuviani e, più in generale, dalla Magna Grecia, e da alcuni tra i più prestigiosi musei italiani e stranieri, l’Hermitage di San Pietroburgo, il Musée du Louvre di Parigi, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles e il Kunsthistorisches Museum di Vienna.

A millenni di distanza il mito ci parla, si offre ad ogni età ed attende che qualcuno gli dia vita per mostrare attraverso l’arte i segreti del nostro inconscio, rielaborare concetti, sentimenti, emozioni. Nell’era dell’immagine non c’è forma più bella e ricca di contenuti della creatività artistica che feconda le anime e, conquistando i sensi e il cuore, le trasforma.
Lasciamoci sedurre dalla bellezza.