“Ancelia”, cure più umane e personalizzate: l’Intelligenza Artificiale debutta nelle RSA

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Il gruppo Emeis Italia annuncia l’avvio di un progetto che introduce una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale all’interno delle strutture di assistenza agli anziani a partire da Richelmy di Torino. La piattaforma Ancelia, sviluppata da TeiaCare, punta a potenziare la qualità dell’assistenza – in particolare durante le ore notturne – unendo tecnologia e cura in un unico gesto di attenzione verso gli ospiti.

Ancelia utilizza sensori ottici e algoritmi di intelligenza artificiale per rilevare in modo non invasivo lo stato dell’ambiente e dei residenti, elaborando dati in tempo reale e segnalando quando è meglio intervenire.

È un “occhio digitale”, sempre vigile ma discreto, che permette agli operatori di essere presenti anche dove non possono trovarsi fisicamente, intervenendo tempestivamente in caso di situazioni potenzialmente critiche – come alzate dal letto non assistite, assenza prolungata o posture rischiose – senza interrompere inutilmente il riposo o la serenità degli ospiti.
In un contesto nazionale dove la domanda di assistenza cresce e dove la gestione notturna va gestita nel migliore dei modi l’adozione di strumenti tecnologici avanzati consente di intervenire più rapidamente quando serve; ridurre le interruzioni non necessarie del riposo degli ospiti; potenziare la capacità di monitoraggio del personale.

Ma come funziona questa nuova piattaforma? Il personale sanitario riceve notifiche in tempo reale attraverso un’app mobile quando è necessario intervenire in un nucleo o in una stanza; i responsabili della struttura accedono a report e dati aggregati che permettono di valutare l’andamento assistenziale, il carico di lavoro e i momenti critici; gli ospiti vivono una permanenza più serena, grazie ad un monitoraggio invisibile (nessuna telecamera attiva, solo sensori ottici) e a interventi più mirati.

L’implementazione sarà accompagnata da formazione degli operatori, dialogo costante con il personale e valutazione dei risultati. L’introduzione tecnologica non è vista come un “upgrade a sé”, ma come parte integrante del modello assistenziale che mette al centro le relazioni, l’ascolto, la competenza umana.