Settembre prepotente è arrivato e la prima campanella del nuovo anno scolastico sta per suonare, tra ansie e timori dei ragazzi, c’è sempre l’emozione dei genitori, spesso più delle mamme,che assistono all’ingresso dei propri figli, meno i papà; e se fossero proprio i papà ad accompagnare i propri figli nel loro primo giorno di scuola? Papà che con mani più o meno salde e più o meno sereno, accompagnano nei primi passi verso una nuova scuola: sia essa un nido, scuola dell’infanzia o primaria. Papà che intimoriti potrebbero calarsi nel mondo dell’inserimento, trascorrendo un paio di ore, tra giorni e settimane, a scuola con i loro figli, in attesa che familiarizzino con l’ambiente e con il contesto a loro nuovo, in attesa che l’educatrice gli dica “non piange più se, se ne può andare”. Sono tanti i papà che accompagnano i loro figli nel primo giorno di scuola, tanto che lo scorso anno è partita una campagna socia: #ancheioaccompagno, immortalando il momento con una foto da postare poi sui social con l’hastag che definiva il momento. Sono numerosi i papà in Italia che spesso si sostituiscono alle mamme, dividendosi tra biberon, ciucci, trecce e codini, pianti infiniti fuori ai cancelli delle scuole; papà che vorrebbero raccontare ma la vergogna la fa da padrona, ma le emozioni si raccontano, le paure si condividono. Mostrate gli artigli e i denti affilati per dare un’anticipazione di quello che potrebbe capitare se qualcuno facesse male ai vostri figli. Condividete e raccontate, ed i social sono la piazza migliore, le vostre più ingegnose strategie per affrontare il primo giorno di scuola. Insomma, papà uscite dal vostro guscio, condividete senza vergogna e timore le vostre foto più tenere, i disegni che emozionano, mostrate le vostre foto mentre leggete le storie ai vostri piccoli. Esibite le foto sfuocate, scattate a 300 metri di distanza, nel tentativo di catturare l’espressione dei vostri figli un secondo dopo il vostro allontanamento. Chiedetevi pure se il loro è un “attaccamento sicuro; insicuro-evitante; insicuro-ambivalente; disorganizzato”. Non lasciate siano solo le mamme a pavoneggiarsi delle lacrime versate e dei sacrifici che hanno dovuto fare affinché il capo digerisse l’assenza. Non importa se siete imperfetti e poco simpatici, ma non abbiate vergogna del vostro ruolo e dei vostri diritti e doveri, non intimoritevi se vorreste tanto proteggerlo o se girato l’angolo urlate come in un goal calcistico, sono le sfumature della vita, delle responsabilità, del peso e perché no a volte anche delle chiacchiere, dei capricci dei vostri figli. In ogni modo, viva i papà, tutti: anche quelli che appartengono alle famiglie monogenitoriali, omogenitoriali o sono separati, che in questi giorni si scontrano con pesanti stereotipi. Questo mese è per voi: per tutti i super papà che si stanno godendo i propri figli, accompagnandoli verso un nuovo inizio, perché il mondo è anche dei papà.
(Fonte del testo Sabina Pignataro di Io Donna – Leggi qui l’articolo originale)