di Rosina Musella
Si è conclusa domenica la raccolta fondi online “Adotta un rifugio” organizzata dall’associazione AnimaLiberAction e volta a sostenere 20 rifugi italiani.
Sei Vegano Se nasce sei anni fa, come pagina Facebook ideata da Gianluca Bisogno che decide di creare uno spazio virtuale dove confrontarsi e raccontare in maniera ironica la vita delle persone vegane. Col tempo la pagina ottiene sempre più seguito e Bisogno inizia ad organizzare eventi a sostegno dei rifugi di animali (luoghi in cui animali salvati dai macelli vengono accolti per vivere in libertà, ndr) e azioni su strada di verso tipo. Dopo quattro anni, nel gennaio 2020 il progetto della pagina dà vita all’associazione AnimaLiberAction fondata dallo stesso Bisogno e che, con soci e volontari in tutta Italia, continua ad organizzare eventi e attività a sostegno degli animali, per far conoscere i terribili trattamenti da loro subiti nei macelli e allevamenti di ogni tipo.
Domenica scorsa si è conclusa la raccolta fondi “Adotta un rifugio”, grazie alla quale, effettuando una donazione online, è stato possibile sostenere 20 rifugi italiani. Il weekend del primo maggio sarà dedicato agli eventi che si organizzeranno in tutta Italia per celebrare la buona riuscita della raccolta, come quello che si svolgerà domenica 2 maggio presso il rifugio Hope di Nepi, nel Lazio, in cui i partecipanti avranno la possibilità di essere a contatto diretto con gli animali che vi abitano.
Per farci raccontare cosa significhi essere attivista e come poter entrare a far parte del gruppo AnimaLiberAction, abbiamo intervistato Fabiana De Crescenzo, attivista e socia dell’associazione.
Com’è diventata attivista?
Il mio percorso è iniziato quando 10 anni fa diventai vegetariana e iniziai a frequentare varie associazioni per i diritti animali; la più affine ai miei ideali era la LAV, a cui mi unii come socia e membro del consiglio direttivo.
Appena diventata vegetariana non conoscevo nessuno che potesse mostrarmi ciò che poi ho scoperto per conto mio, ma venuta a conoscenza di ciò che c’è dietro la produzione dei derivati animali iniziai un percorso per diventare vegana, segnato definitivamente da un evento che avvenne un giorno d’estate sei anni fa: ero su una statale da cui si vedevano diversi allevamenti di bufala, quando vidi due uomini trascinarne una che non riusciva neanche a muoversi, forse era morta. In quel momento mi resi conto che ciò che stavo vedendo era causato anche dalle mie azioni, perché consumavo derivati del latte, e così divenni vegana.
Col tempo iniziai a coltivare il sogno di creare sul territorio di Napoli un gruppo che si addicesse a ciò che io ero e così nacque Vegan Project, un progetto che attraverso azioni in strada mostrava ai passanti ciò che subiscono gli animali. Grazie ad esso ho potuto conoscere attivisti e attiviste validissimi, oltre che persone splendide, e con loro siamo andati avanti per tre anni, finché l’arrivo del Covid ha rallentato il nostro lavoro e ognuno di noi ha preso strade diverse, arrestando conseguentemente le attività del gruppo.
Attualmente risiedo nel Lazio e sono socia di AnimaLiberAction.
Cosa bisogna fare per collaborare con Ala?
Si può diventare volontario, socio sostenitore o socio attivo.
Chiunque può diventare volontario, purché voglia intraprendere un percorso etico, l’associazione si pone così anche come supporto per l’inizio di questo percorso.
Per diventare socio, sostenitore o attivo, è necessario versare una quota associativa annuale pari a €50,00. Il socio sostenitore contribuisce alla causa economicamente, ma non prende parte alle attività organizzative degli eventi, mentre il socio attivo, oltre al sostegno economico, ha un ruolo nella gestione degli eventi e delle attività, anche da un punto di vista più burocratico, partecipa alle azioni in piazza e comunica con le persone.
Per collaborare con l’associazione, sia come volontari chde come soci, basta contattarci all’email animaliberaction@gmail.com o attraverso le pagine Facebook e Instagram: ALA ha gruppi provinciali che stanno espandendosi man mano in tutta Italia, e per dar vita ad un gruppo nel proprio territorio è fondamentale la figura dell’organizer, che gestisce il gruppo e funge da riferimento durante azioni ed eventi.
Cosa le ha insegnato l’attivismo?
L’attivismo mi ha insegnato una marea di cose, ma soprattutto mi ha donato la pazienza, di cui prima ero sprovvista. All’inizio del mio percorso volevo che le persone capissero ciò che avevo capito e mi approcciavo aggressivamente, ma quella rabbia era in realtà frustrazione verso me stessa per non aver scoperto prima quelle cose. Col tempo mi sono resa conto, però, che le persone sono cresciute in un ambiente simile al mio, con un retaggio culturale violento, quindi hanno bisogno che qualcuno le aiuti a raggiungere le corde della propria sensibilità, che sono diverse da persona a persona.
Ho dovuto imparare ad ascoltare per poter rispondere senza puntare il piede a terra dicendo “No, è così e basta!”, perché in questo modo non si arriva da nessuna parte. Quindi l’attivismo mi ha insegnato cos’è il dialogo, mi ha permesso di scoprire che so disciplinarmi, nonostante la mia indole, e che quando tengo davvero al raggiungimento di un obiettivo, in questo caso la libertà di tutti gli animali, so mettere la mia rabbia e la mia frustrazione da parte.
Cosa rende una persona un buon attivista?
Ritengo che per poter essere un buon attivista sia necessario mettere da parte se stessi e focalizzarsi su cosa possa essere utile fare per gli animali, senza filosofeggiare troppo. Bisogna mettersi nei loro panni e chiedersi: “Se io fossi un animale, quale comportamento gioverebbe di più alla mia salvezza?”, mettere da parte se stessi e il proprio orgoglio, perché spesso è proprio quest’ultimo a dividere l’attivismo, poiché gli esseri umani sono portati a voler essere visti come esempi. Quando si fa attivismo, però, non lo si deve fare per mostrarsi, ma per gli animali, quindi sapersi mettere da parte è essenziale. Il resto viene da sé.
Per restare aggiornati sugli eventi dell’associazione: https://www.facebook.com/animaliberaction