Ansaldo Sts-Hitachi, così l’opa diventa un caso

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Le perquisizioni della Guardia di Finanza, l’azione legale di Finmeccanica, le polemiche. La cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts al colosso giapponese Hitachi diventa ufficialmente un pasticcio. Nelle ultime 72 ore succede di tutto. Prima la Procura della Repubblica di Milano chiede di perquisire le sedi di Ansaldo, Finmeccanica e Hitachi Italia, a Genova, Roma e Napoli, alla ricerca di prove che supportino la tesi secondo cui sono stati commessi reati di aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza. Successivamente il cda di Finmeccanica, su proposta dell’ad Mauro Moretti, incarica i legali del gruppo di proporre ricorso al Tar contro la decisione della Consob di aumentare il prezzo base per l’offerta pubblica di acquisto di Hitachi. La Commissione nazionale per le società e la Borsa, infatti, ha a suo tempo disposto l’aumento del prezzo per azione dai 9,50 euro concordati tra i contraenti a 9,899. Questo perché, secondo alcuni soci di minoranza di Ansaldo Sts, la società è stata sottostimata per convincere i giapponesi a rilevare anche la ormai decotta Ansaldo Breda. Ora, mentre la palla passa al Tra, Hitachi fa però i conti con i risultati dell’opa che si chiude in maniera insoddisfacente per il gruppo nipponico. Rivolta al 60 per cento del capitale sociale, l’offerta ottiene l’adesione solo del 6,416 per cento delle azioni e consente all’acquirente di salire al 46,482 per cento del totale contro il preventivato 90 per cento. Il caso è però solo all’inizio. E non promette nulla di buono.