Appena assunto? I primi 3 mesi fai così

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Roma, 5 nov. (Adnkronos/Labitalia) – I primi 90 giorni in un nuovo posto di lavoro sono cruciali per determinare il successo di un professionista e, molto spesso, hanno molte più analogie con i 90 minuti di un incontro calcistico di quanto si possa pensare. Hays, leader nel recruitment specializzato, con il supporto del suo partner, il Manchester City, spiega che cosa possono imparare dal calcio i professionisti che iniziano una nuova avventura lavorativa. E come è possibile fare davvero la differenza nei primi 3 mesi di lavoro.

Nei primi 90 giorni di lavoro, i neo assunti devono dare prova della loro abilità, dimostrando di avere potenziale utile per la compagnia e di essere in grado di ‘giocare’ in squadra. Un po’ come i calciatori, che devono dare il meglio di sé in soli 90 minuti. Inoltre, in questo lasso di tempo, devono essere preparati a ricevere feedback e ad agire di conseguenza. “La partnership con il Manchester City ci ha fatto capire a fondo il mondo del calcio e ci ha permesso di individuare numerose analogie tra il mondo del lavoro e quello del calcio professionistico”, afferma Carlos Manuel Soave, Managing Director di Hays Italia.

“Fare ricerche sull’azienda per cui si sta per cominciare a lavorare e assicurarsi di avere compreso mission e valori aziendali – spiega Soave – è un must per capire che cosa aspettarsi. In più, la sera prima del grande giorno, è auspicabile preparare il proprio abbigliamento e mappare l’itinerario che si intende percorrere, così da poter arrivare al lavoro con svariati minuti di anticipo. Fondamentale, infine, il riposo: non c’è nulla di più utile di una buona notte di sonno”.

“Indipendentemente dal fatto che le esperienze lavorative siano state positive o negative, due posti di lavoro non sono mai uguali, perciò è bene liberarsi dei preconcetti che potrebbero influenzare i nostri primi giorni nel nuovo ruolo. Bisogna mantenere una mente aperta e vivere i primi 90 giorni come un nuovo inizio”, continua Soave di Hays.

“Le prime impressioni – osserva Soave – contano, soprattutto se si vuole dare una buona immagine di sé. Sentirsi nervosi il primo giorno è assolutamente naturale, ma si può migliorare la propria autostima assumendo una buona postura e salutando i nuovi colleghi con un sorriso. Importantissimo stabilire un contatto visivo con le persone che diventeranno i nostri futuri compagni di lavoro”.

“Conoscere i nuovi colleghi e costruire con loro un rapporto professionale – prosegue Soave – è essenziale per far decollare le proprie prestazioni lavorative. All’inizio è bene iniziare a conoscere coloro che ci lavorano vicino o i colleghi con cui si passa la maggior parte del tempo: questi saranno insostituibili risorse che ci aiuteranno ad orientarci e a

“Festeggiate le vittorie: lasciate che lo slancio e l’euforia vi motivino e aiutino a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. Attenzione però a non diventare troppo compiaciuti”, avverte. Secondo Soave, “qualche fallimento o insuccesso è da mettere in conto nei primi 90 giorni di lavoro, bisogna però essere preparati a risalire in sella dopo una caduta, imparando dai propri errori”.

Nei primi 90 giorni di lavoro, poi, è importante fermarsi e riflettere sulla propria esperienza, dice Soave: “C’è qualcosa che potremmo fare meglio? Stiamo dando il massimo? Abbiamo avuto modo di fare la conoscenza di tutti i colleghi? Queste sono solo alcune delle domande che dobbiamo porci, senza dimenticare di chiedere aiuto e supporto al nostro superiore”.

“Una volta trascorsi i primi 90 giorni – conclude Soave – è tempo di pensare ai possibili sviluppi della propria carriera. Vanno ponderate numerose variabili: mi piace lavorare qui? Come sono i rapporti con i colleghi? Questa azienda mi può offrire quello che cerco e mi sosterrà nella mia crescita professionale? Avrò modo di sviluppare il mio set di competenze? Se la risposta a tutte queste domande è sì, allora è bene sedersi con il proprio capo per individuare insieme fin dove si vuole arrivare e come raggiungere questi obiettivi”.