Apple, ritorno al futuro: cronaca di una giornata (forse) storica per Napoli

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Un tempo non lontano qui, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, c’era la Cirio. Adesso, dove sorgeva la vecchia fabbrica sorge una moderna struttura. È il polo di Ingegneria dell’Università “Federico II”, il luogo in cui l’ateneo napoletano porterà avanti la sfida dell’Innovazione. Oggi è il giorno dell’inaugurazione della iOS Developer Academy, l’innovativa scuola per sviluppatori di app nata in partnership con Apple. Il colosso di Cupertino sbarca ufficialmente a Napoli.

L’atmosfera è quella delle grandi occasioni. Sono passati pochi mesi dall’annuncio del premier Matteo Renzi a gennaio, oggi l’Academy è realtà. Il presidente del Consiglio ha salutato l’inaugurazione di oggi con un tweet: “Parte l’Academy di Apple, come promesso con Tim Cook. Napoli ha tanto futuro davanti. Se riparte il Sud, riparte l’Italia”.

Gli studenti sono già nelle innovative aule per l’inizio dei corsi. Nell’imponente aula magna dell’edificio va in scena una presentazione in perfetto stile Apple. Partono le note de “L’isola che non c’è” di Edoardo Bennato, poi appare un video che vede protagonisti i ragazzi che si sono cimentati nelle prove di ammissione.

 

Prende la parola il rettore Gaetano Manfredi, che racconta la storia che ha portato al nuovo polo universitario e all’Academy: “Fino a poco più di trent’anni fa qui c’era una grande fabbrica, la Cirio, che produceva cibo Era il luogo in cui si produceva gran parte del reddito del quartiere, poi ha chiuso. Ci si è così interrogati su cosa fare per riscattare questo territorio. Da qui l’idea di passare a una fabbrica del sapere. Qui c’è la creatività, c’è il coraggio dei campani. In pochi mesi abbiamo messo su questa scuola, lavorando giorno e notte. Vogliamo che i nostri ragazzi non debbano per forza andar via per trovare lavoro”.

 

Parte un altro video: una donna di colore racconta come la tecnologia abbia cambiato il suo modo di vivere. Apple è sinonimo di rivoluzione. Sale sul palco la vicepresidente del colosso di Cupertino, Lisa Jackson. Il suo discorso è interamente in inglese: “Il premier italiano ci ha chiesto di portare qui la nostra prima scuola in Europa, l’Italia ha una lunga storia nei campi dell’innovazione e del design. Qui studieranno giovani provenienti da undici regioni italiane e da molti Paesi del mondo. Gli sviluppatori di app possono cambiare il mondo, è nata una nuova industria con milioni di app disponibili sugli store”.

Tra le più famose c’è Musixmatch, il più grande catalogo di testi di canzoni al mondo. A crearla ha contribuito proprio uno studente della Federico II, Francesco Delfino. Uno dopo l’altro salgono sul palco le autorità. “Diamo il benvenuto alla Apple nella nostra città – dice sindaco di Napoli Luigi De Magistris – Qui si trovano ingredienti che hanno portato a questo successo e che possono fare la differenza nel futuro: forza e passione”.

 

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca saluta la Jackson in un ottimo inglese. “L’Italia ha perso il 20% del suo Pil rispetto a Germania e Francia negli ultimi quindici anni anche e soprattutto a causa dei ritardi nella ricerca scientifica – dice – Questa è un’occasione per risalire la china in una competizione globale che si è fatta spietata. L’obiettivo deve essere fare ricerca applicata, funzionale al mondo del lavoro. La Regione ha stanziato 100 milioni di euro per questo polo, ne metteremo a disposizione altri 30, altri 7 andranno invece alle borse di studio”. Per il governo c’è il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: “Grazie ad Apple, grazie a Napoli. Il governo crede in questo luogo. Ora passiamo ad un progetto ancora più ambizioso, ovvero fare di Napoli un luogo di elaborazione dell’Innovazione. Metteremo a disposizione 2,5 miliardi, risorse fresche e nuove politiche da mettere in campo”.

Conclude la cerimonia il professor Giorgio Ventre, insieme al collega Edoardo Cosenza il principale collaboratore di Manfredi nell’avventura Apple. Ricorda il fondatore dell’ateneo, l’imperatore Federico II: “Il nostro fondatore volle espressamente che questa università sorgesse per rispondere alla fame di sapere che c’era allora. Come non trovare un’analogia con il “siate affamati” di Steve Jobs, il fondatore di Apple, nel famoso discorso di Stanford? Alcune idee restano”.

La sfida dell’Innovazione è appena partita per Napoli e il suo principale ateneo. Ma nei corridoi, negli spazi aperti e nel quartiere si respira un’aria nuova. Dopo Apple, si parla di altre grandi imprese con cui intraprendere un percorso di partnership: Cisco, Axa, la napoletana Adler. L’idea è quella di legare sempre più il mondo dell’università è della ricerca a quello dell’industria. Oggi è stato compiuto il primo passo in questa direzione.