Arrestato l’ex senatore Sergio De Gregorio. Le accuse: estorsione e riciclaggio

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in foto Sergio De Gregorio

Estorsione aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio: sono queste le accuse per l’ex senatore Sergio De Gregorio tra gli arrestati nell’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Roma e coordinata dalla Dda. In carcere, oltre a lui, sono finiti fra gli altri due ex appartenenti alla Marina Militare, Antonio Fracella, 41 anni, di Nardò (Lecce) e Vito Frascella, 40 enne nato a Taranto. Custodia cautelare in carcere anche per Giuseppina DE Iudicibus, 55 anni, di Napoli, e Michela Miorelli, 43enne originaria di Rovereto. Ai domiciliari è finito Vito Meliota, 37enne di Conversano (Bari) mentre è stato disposto l’obbligo di presentazione alla pg per Michelina Vitucci, 44 enne originaria di Bari. E’ ricercato invece, in quanto irreperibile e già da tempo all’estero, Corrado Di Stefano, romano di 68 anni, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. Per tutti le accuse sono a vario titolo e in concorso tra loro, quelle di estorsione aggravata, autoriciclaggio e riciclaggio. Le indagini, condotte dalla I Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma e coordinate dai Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, sono durate circa due anni e hanno portato alla luce casi di estorsione ai danni di due bar della capitale e il reimpiego di oltre 470mila euro all’interno di società legate agli indagati, “il cui punto di riferimento – spiegano gli investigatori – è l’ex senatore attorno al quale ruotano le dinamiche criminali del gruppo”. “Sergio De Gregorio ha una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale”, scrive il gip Antonella Minunni nell’ordinanza di custodia cautelare. L’ex senatore, scrive ancora il gip, “si conferma il punto di riferimento indiscusso, lo stratega del gruppo, sempre pronto a sistemare le cose, è lui che risolve le questioni sorte all’interno del gruppo e che suggerisce ogni volta le strategie difensive, è recidivo avendo riportato, tra l’altro, condanne per corruzione in atto contrario doveri d’ufficio. Ha una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale”.
E’ stata la denuncia di un’estorsione da 80mila euro, fatta nell’aprile 2016 dal gestore del bar Enjoy di Via Chiana, a Roma, a fa scattare le indagini. Attraverso i riscontri effettuati con le intercettazioni telefoniche ed ambientali, la visione delle telecamere di videosorveglianza e le dichiarazioni rese dalle parti, gli investigatori hanno potuto ricostruire la dinamica dell’estorsione, realizzata con una serie di minacce, tra cui quella di far apporre i sigilli al locale.