Arriva il CashBack di Stato: Come risparmiare sugli acquisti anche online

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Cos’è il cashback di Stato

Il cashback di Stato rappresenta una misura volta a “scoraggiare” l’uso del contante, invogliando gli italiani a regolare i pagamenti servendosi delle monete elettroniche. Maggiore è la quantità circolante di monete elettroniche, minore è la possibilità di avere a che fare con guadagni in nero; e questo significa aumentare le entrate fiscale. Il cashback può definirsi come una sorta di sconto; in pratica, anziché abbassare percentualmente il prezzo di un articolo, tale percentuale viene restituita, una volta portato a termine l’acquisto, sotto forma di moneta. 

Il Governo vede tale meccanismo come la strada obbligata per ridurre il contante, ancora oggi impiegato nell’80% delle transazioni. Già annunciato nell’ultima legge di bilancio, e ormai pronto a concretizzarsi con il “decreto agosto”, il cashback di Stato presentato come un “bonus consumi” è destinato ad avvantaggiare, almeno nelle intenzioni, anche i commercianti messi in estrema difficoltà dalla pandemia di Coronavirus. I grandi centri urbani hanno dovuto affrontare un notevole calo delle presenze: la Confesercenti parla di 34 milioni di turisti in meno, ossia di circa 7 miliardi di mancati introiti. A beneficiare della misura sarà anche il fisco, pronto a recuperare il gettito grazie alla tracciatura dei pagamenti.

Le diverse tappe di un percorso complicato

Inizialmente si era pensato di impiegare le risorse associate al cashback di Stato per restituire una percentuale dell’IVA con un credito d’imposta, o per mezzo di una detrazione. In seguito l’idea di base è stata accantonata in favore di meccanismi più rapidi e meno complicati, come il rimborso di parte della spesa sostenuta, nei limiti di un importo massimo, accreditabile direttamente al consumatore in tempi rapidi. 

Le soluzioni ipotizzate sono essenzialmente due: restituzione di una percentuale di quanto speso sulla carta impiegata per dar luogo l’acquisto (o sul conto corrente collegato), o il cassetto fiscale, che entrerebbe in gioco nella fase di dichiarazione dei redditi. La proposta, però, alla fine non è entrata nel Decreto Agosto. 

Il cashback è stato sostituito da un rimborso di parte delle spese effettuate mediante bancomat, carte di credito (o debito) e App. Niente sconto immediato al momento del pagamento, ma adozione di un meccanismo a punti e restituzione prevista ogni 6 mesi. Il rimborso transiterà su una piattaforma specifica, che si occuperà di effettuare i calcoli e trasferire le cifre rimborsate. 

Sono stati definiti sia il tetto massimo del bonus (pari a 2.000 euro) che le risorse disponibili per il 2021 (1,750 miliardi di euro). Parte delle risorse preventivate è stata dirottata a misure a sostegno del Sud (con riduzione del 30% del carico contributivo dei lavoratori). 

Il cashback dei pagamenti con sistemi digitali verrà anticipato di un mese rispetto alle previsioni, con partenza fissata per il primo giorno di dicembre. Sarà il MEF (il Ministero dell’Economia e delle Finanze) a emanare i decreti che fisseranno le regole, i criteri di rimborso, l’entità degli acquisti, e la tipologia di spese e di attività che danno diritto al rimborso.

Alternative al cashback di Stato: i codici sconto

In attesa che il cashback di Stato venga definito in ogni sua parte, per risparmiare sugli acquisti online è possibile affidarsi ai codici sconto. Disponibili su diverse piattaforme online, come ad esempio Discoup.com,  tali codici sconto vengono presentati normalmente sotto forma di stringhe alfanumeriche (sequenze di lettere e numeri). 

Solitamente, i codici sconto portano alla riduzione dell’importo del carrello della spesa. In altri casi garantiscono spedizioni gratuite, o promettono articoli in omaggio. Il processo d’acquisto ha luogo interamente sul sito ufficiale dell’eCommerce in cui acquistiamo. Selezionati i prodotti e caricati nel carrello, inseriti i dati di spedizione e pagamento, prima di procedere con il pagamento occorrerà inserire il codice sconto prelevato nella pagina riepilogativa dell’ordine, in un box contrassegnato dalla scritta “codice sconto”, “buono sconto”, “codice promozionale” o “coupon”.

Gli obiettivi del cashback di Stato

Il cashback di Stato appare un’occasione più unica che rara per tentare di recuperare il terreno che separa l’Italia dalla maggior parte dei Paesi europei. Se Stati come Danimarca, Finlandia e Svezia occupano i primi posti della classifica relativa all’utilizzo delle carte, seguiti da Paesi Bassi, Belgio e Regno Unito, l’Italia è in ritardo, davanti solamente a Ungheria, Croazia, Grecia e altre realtà dell’est Europa. 

Ma il cashback è un messaggio nei confronti della classe politica italiana. Ogni Paese ha adottato specifiche misure per contrastare il contante (combinando obblighi e incentivi). In Italia, pur esistendo una legge da più di 6 anni. Purtroppo, non è accompagnata da minacce di sanzioni per i commercianti che si rifiutano di installare un Pos nel proprio negozio, o disponibili ad accettare le carte di credito solo superato un importo minimo. Anche le modifiche successive si sono rivelate tutt’altro che efficaci. 

C’è una domanda alla quale ancora non è possibile fornire una risposta sicura: a quali settori si estenderà il cashback di Stato? Se su ristoranti e bar non dovrebbero esserci dubbi, la misura potrebbe includere abbigliamento e attività collocate in posizioni strategiche. Alcune fonti lasciano trapelare come anche il b2b delle forniture agricole sia destinato a godere dei vantaggi del cashback.