Artbite: il collezionismo ai tempi di Instagram secondo Nicoletta Rusconi

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di Azzurra Immediato

Qual è il legame tra i social network e l’arte? Non esiste una sola risposta, giacché dalla loro nascita e diffusione, i social media hanno già mutato il proprio linguaggio e la propria veste, veicolando messaggi e prospettive differenti, ampliando la propria utenza e generando un modus operandi sostanziato da una ricodificazione dei sistemi di comunicazione culturalmente e socialmente intesi. Certamente un grande errore risiede nella convinzione che i social siano ‘affare per i giovani’. Nulla di più errato. ‘Il medium è il messaggio’ insegna McLuhan ed è necessario entrare in comunione con esso, conoscerne le linee guida ma, in particolare, le potenzialità. In che modo, dunque, l’Arte è entrata a far parte di questo universo? Attraverso la propria incommensurabile possibilità di rendersi visibili in ogni angolo del mondo, laddove, fisicamente non si può arrivare, generando, però, un dialogo che, nel ‘villaggio globale e virtuale’ faccia riferimento ad un reale hic et nunc. I social network, dunque, sono una immensa vetrina, in continuo aggiornamento e fruibili ovunque. Esiste forse un modo migliore per veicolare e fruire l’arte? La risposta non è unica, tuttavia, c’è chi, come Nicoletta Rusconoha intuito tale straordinarietà dando vita all? ARTbite su Instagram. È lei stessa a raccontarcene.

Nicoletta Rusconi, ARTBite è un progetto interamente affidato al modus operandi di Instagram, tale da aver generato una piattaforma online che, però, a differenza d’altro, ha sostituito il concetto di vendita online tramite siti, aste et similia. Cosa L’ha spinta in tale direzione?
L’idea di scegliere Instagram è stata dettata dalla sua immediatezza, dalla sua velocità, caratteristiche che, naturalmente, un classico sito web non possiede. Instagram agisce come una sorta di ‘ripetitore’: è capace di creare rimandi e connessioni tra contenuti e, inoltre, la possibilità di poter ‘ripostare’, creare dei link, ‘taggare’ genera una concatenazione continua, plurima e trasversale che con un sito non si potrebbe far nascere.

ARTBite è, dunque, una vetrina attraverso cui presentare e vendere l’arte ultracontemporanea online, attraverso Instagram? Lei ha fatto riferimento ad una precisa fascia di utenza, suddivisa per età, ad esempio?
Sì, ARTbite  è nato con l’idea di utilizzare in maniera del tutto trasversale ed originale la piattaforma Instagram per avvicinare all’arte contemporanea a tutti. Indubbiamente il primo pensiero è corso ai giovani, grandi utilizzatori di questo social e, proprio da ciò si è scelto di limitare anche le fasce di prezzo: le opere in vendita hanno una base di partenza di 300 euro ed arrivano ad un massimo di 3000 euro. Ciò perché l’obiettivo è offrire una occasione d’acquisto anche a chi ha limitate risorse o è alle prime armi ma desidera entrare nel mondo del collezionismo. Accanto ai giovani e nuovi collezionisti, tuttavia, si affianca anche il collezionista esperto il quale, però, non acquista giovani emergenti però, tramite ARTbite, può approcciarsi a nuove ricerche, con tutte le garanzie necessarie; ad esempio il cliente ha la certezza che la selezione presentata su Instagram è portata avanti da un team curatoriale di grande valore.

Ecco, a proposito di quanto è dietro al’account  Instagram, quali sono le linee guida a cui Lei ed il Suo team vi affidate per la scelta degli artisti? E come reagisce ed agisce il pubblico? La logistica, invece, risponde alle vostre esigenze?
Per quanto riguarda la scelta degli artisti, ho avviato ARTbite con quegli artisti con cu ho sempre collaborato, per reciprocità, rispetto e conoscenza dei loro percorsi artistici. Successivamente, ho invitato dei curatori e gli artisti stessi a proporre altri nomi che fossero attinenti ad un tipo di progetto come questo. Inoltre, essendo io stessa una collezionista ho modo di essere sempre a contatto con artisti, galleristi e di conoscerne di nuovi. Anche per questo motivo, su Instagram, tutto si è modulato mediante il mio account personale, dal quale sono partita, e poi dalle mie conoscenze, tramite il passaparola, mezzo potente in questi networks. La stampa, poi, ha posto molta attenzione su ARTbite, veicolandone la conoscenza a molti altri, pubblico ed artisti interessati a divenirne parte integrante. La reazione, infatti, soprattutto per il pubblico, è molto semplice: individuata l’opera di interesse grazie alle immagini fotografiche, lettone il prezzo, si scrive una mail al nostro team; concordato l’acquisto, l’opera – corredata dall’autentica – parte dallo studio dell’artista e arriva, grazie ad un corriere, all’indirizzo dell’acquirente, ad un costo già incluso nel prezzo di vendita. Con un sistema così semplice, veloce e diretto, ARTbite punta a stimolare la ricerca in ambito artistico, soprattutto tra i nuovi artisti e conoscerne il percorso, la poetica, il valore intrinseco insomma, contribuendo a generare un nuovo sistema di collezionare arte contemporanea.

I social network e, in particolare Instagram, associano spesso la propria identità o il proprio valore progettuale a quello di un brand od una azienda, una sorta di partnership che tende ad una crescita esponenziale in termini di visibilità e non solo. ARTbite Project in che maniera si lega al concetto di Arte&Impresa che, Lei, da sempre ha portato avanti nel Suo lavoro?
Indubbiamente, la forza di ARTbite si lega alla sua esclusiva novità ed alla sua unicità. Accade sempre che, quando conosco ed apprezzo la ricerca e la pratica di un artista, al contempo, mi sovvengono una azienda ed un progetto specifico, perfettamente aderente a tale artista e non ad altri. Tale visione mi permette di pensare ad un certo numero di aziende, differenti e trasversali, associabili ad altrettanti artisti, in funzione di un possibile progetto.