di Ugo Righi
All’alba, quando mi alzo e tutti ancora, dormono mi sono allenato ad ascoltare il silenzio e il suo strano rumore, posso sentire e ascoltare il brusio. E’ come un bisbiglio che se c’è rumore non si sente. Il brusio è presente nel silenzio delle cose ma credo sia presente anche quando ci si parla, ma occorre ascoltare con attenzione per udirlo. Non è un balbettio è come una musica in sottofondo che si muove in estensione, ma proviene da profondità. Non l’ascolti consapevolmente ma ti avvolge mentre fai altro, mentre scrivi, mentre pensi, mentre discuti.
Mi arriva da altro ma io stesso lo produco.
In questo periodo terribile ci si parla molto di più al telefono e non ci si vede, ma si può ascoltare il brusio, quello che circonda le parole e la voce che le articola.
La voce non può ingannare. L’inflessione, il timbro, le pause, i silenzi, tutto è brusio. Non ci sono distrazioni visive quindi ascoltare il brusio, consente di “sentire” oltre le parole. Non sempre ce ne rendiamo conto, spesso pensiamo di usare la voce per mascherare, ma in realtà la voce smaschera, attraverso il brusio, la parola che la maschera. Con le parole possiamo dire un’infinità di
cose, possiamo fare affermazioni molto diverse e anche contraddittorie. La voce invece comunica attraverso quest’accompagnamento inevitabile, dove i ritmi, i toni, le pause, i silenzi diventano brusio che comunica il senso vero, o quello che percepisci e quindi ha bisogno di conferme o smentite e quindi di andare più in profondità per capire la comunicazione vera e anch del brusio che non ha bisogno di parole perché da solo è in grado di comunicare quello che serve per capirsi.
Pessoa disse “ascolto e così vedo”. Ascoltava il brusio ossia il bisbiglio che fa’ rumore, che svela significati di cui spesso neanche chi parla è consapevole.
Nel tempo del covid dove sembra che la comunicazione sia più difficile, e ovviamente questo è anche vero, si può diventare esperti di ascolto, non solo delle parole, ma di quello che le accompagna e circonda: del brusio.
Questa potrebbe essere un’opportunità per aumentare la vera competenza comunicativa: quella dell’ascolto.