Il premier Renzi annuncia che il governo tornerà a investire nel pubblico impiego, ma sulla proposta (“una provocazione” la definisce) lanciata ieri dal governatore campano De Luca di un piano da 200 mila posti nel pubblico impiego non si sbilancia. Almeno sui numeri. “Il Mezzogiorno – dice Renzi – deve ripartire ma non è con gli strumenti del passato che non hanno funzionato come la Forestale e la Cassa per il Mezzogiorno che si risolvono i problemi. Esistono problemi strutturali da risolvere e non entrerei nel merito dei numeri e della compatibilità. Il problema e’ cosa serve per la Pa oggi?” Per il premier ci sono ancora sacche di inefficienza nei ministeri, settori in cui la logica del timbro ha la meglio sulla logica del clic e quindi l’idea dello sblocco del turn over non esiste. “Peraltro – aggiunge – abbiamo un problema di persone che hanno bisogno del turn over. Allora il percorso da fare e’ non avere una visione predeterminata e ideologica su questo tema, prima va decisa l’organizzazione dello Stato nei prossimi anni e poi va deciso come intervenire su determinate categorie”. “Nel frattempo – prosegue – abbiamo messo soldi per sbloccare turn over nella sanità per i giovani medici. A livello centrale bisogna smettere di pensare che gli sprechi sono solo sui territori e in periferia ma accetto la sfida e diciamo che si tornerà a investire sul pubblico impiego sapendo che non sarà la panacea di tutti i mali. Non c’ e’ una soluzione teorica o numerica. E un numero preciso di lavoratori – conclude – e’ difficile da prevedere”.
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