Atitech, Gianni Lettieri a DAC Informa: Pnrr? Fondi al Sud per risolvere i gap

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in foto il presidente di Atitech, Gianni Lettieri

“Il prossimo passo è intervenire su motori e componenti, come faceva prima Alitalia, in un lasso di tempo che si estende da tre a cinque anni”. “I fondi del Pnrr? Io li avrei investiti tutti al Sud per risolvere i gap del Mezzogiorno”. Gianni Lettieri, patron di Atitech, la più grande società di manutenzione aeronautica indipendente del mercato EMEA, racconta a DAC Informa, il nuovo format a cura di Claudio d’Aquino e Maria Cava del Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania presieduto da Luigi Carrino, i prossimi passi dell’azienda campana con base a Capodichino (Napoli). Un’interessante chiacchierata sul futuro del settore aeronautico, del Sud e dell’industria italiana.

La recente acquisizione degli asset di Alitalia Maintenance
“Abbiamo indubbiamente compiuto un grandissimo passo avanti nella mia idea di ripristinare il polo delle manutenzioni d’Italia – spiega Gianni Lettieri a DAC Informa -. L’obiettivo è permettere di nuovo al nostro Paese di fare tutto quello che Alitalia faceva fino agli anni Duemila. Superando l’errore di dare eccessiva attenzione ai destini della compagnia aerea, ossia concentrandosi solo sulla parte legata al volo, mentre venne trascurata l’attività industriale”. Di qui aggiunge: “Quindici anni fa esisteva in Italia il settore della manutenzione aeronautica sotto la bandiera Alitalia: a Fiumicino con la società dei motori detta AMS e con le competenze su carrelli, freni, ruote. E così anche a Capodichino. Ma con la penultima crisi dell’amministrazione straordinaria del 2008, quando una cordata di imprenditori ha rilevato Alitalia, si decise di smantellare le attività di manutenzione. Altri players come Lufthansa Technik e Air France Industries hanno colto l’opportunità e si sono inseriti in questo mercato. Sicché ai francesi sono andati i carrelli, ai tedeschi di Lufthansa i componenti, alla israeliana Bedek i motori. Non così a Napoli, perché fortunatamente l’Atitech è stata rilevata da me, altrimenti la manutenzione a Napoli non sarebbe più esistita. Adesso l’obiettivo è riportare a casa tutto. Rilevando Alitalia Maintenance siamo passati da settecento a millecinquecento dipendenti. Abbiamo raddoppiato la capacità e in più siamo entrati in un settore, quello della manutenzione di linea, che non seguivamo. Il prossimo passo è intervenire su motori e componenti, come faceva prima Alitalia, in un lasso di tempo che si estende da tre a cinque anni”.

L’Italia, il Paese dei miracoli
“Quello che manca all’Italia è una visione industriale”, evidenzia Lettieri. “Anche se poi il nostro si conferma puntualmente come ‘paese dei miracoli’. Nonostante questa mancanza di strategie, noi cresciamo e le industrie vanno bene. Se ci fosse da noi l’attenzione che hanno altre nazioni nei confronti dell’attività produttiva, chissà dove potremmo arrivare”. Un esempio concreto? “Durante la pandemia Atitech non ha ricevuto un euro in ristori – rincara il patron della MRO (Maintenance, Repair and Overhaul) con sede a Napoli. “Agli aeroporti qualcosa è arrivato, anche se poco, così come ad altre società. Ma noi ed altre aziende non abbiamo avuto aiuti, come del resto è accaduto per il settore del commercio italiano, penalizzato rispetto a Francia e Stati Uniti. Ebbene, nonostante tutto questo, in post-pandemia noi siamo cresciuti più degli altri. Ciò sta a significare che l’Italia e le sue industrie sono gli assi portanti che garantiscono al nostro di essere, per l’appunto, il Paese dei miracoli.

Pnrr, un’occasione mancata. Ai danni del Sud
Una delle argomentazioni del presidente Carrino, quando si parla di Pnrr, è constatare l’impegno profuso per l’aerospazio, senza tuttavia nominare nemmeno una volta la parola “aeronautica”. Ma cosa ne pensa Gianni Lettieri? “Sono d’accordo con Carrino. Ma osservo che c’è una ulteriore incongruenza. Abbiamo un grandissimo distretto in Campania, in Puglia e in Piemonte, ma non un velivolo che sia progettato, costruito, testato e fatto decollare dall’Italia. Intendo dire che non siamo stati in grado di fare in qualche parte del nostro territorio quello che ha fatto la Francia a Toulouse. Una decina di anni fa, si manifestò l’intento di Leonardo di costruire un turbo-prop, ma non se ne fece nulla. Questo è un limite da recuperare, perché come ha detto il presidente Vincenzo De Luca, dobbiamo investire in questo settore. Abbiamo le potenzialità per farlo, perché c’è Alenia, Leonardo, e altri player. E c’è Atitech. E vorrei dire un’altra cosa che il Paese avrebbe potuto fare con i fondi del Pnrr…”. Il riferimento è al divario Nord-Sud. Nella sua ultima risposta nell’ambito dell’intervista, Lettieri fa notare come “tutti i 200 miliardi del Pnrr” andavano spesi “per risolvere i gap del Mezzogiorno”. “Che poi – conclude – è quanto ha fatto la Germania trent’anni fa con i Länder dell’Est, che erano messi peggio del nostro Mezzogiorno. Berlino ha investito massicciamente per questo obiettivo ed ha risolto il problema del suo divario interno. A chi osserva che nel Sud sono state sprecate tante risorse, replico che sì, è anche probabile che questo sia avvenuto. Ma rammento che la prima cassa del Mezzogiorno fece delle cose straordinarie sessant’anni fa. Immaginiamo quindi quali risultati si sarebbero raggiunti impegnando tutta la dotazione del PNNR per gli investimenti nel Mezzogiorno. Perché risolvere in maniera definitiva il problema del ‘divide’ che separa il Sud dal Nord, significa una sola cosa: far crescere il Paese intero”.