Banche, prestiti alle aziende crollati di 50 miliardi nel 2017

100

Anche il 2017 all’insegna del credit crunch per le aziende italiane: i prestiti delle banche alle imprese, nel corso dell’ultimo anno, sono calati di quasi 50 miliardi di euro (-6,34%) nonostante l’aumento di 3 miliardi dei finanziamenti a medio termine. A pesare sul calo è la diminuzione di oltre 20 miliardi dei finanziamenti a breve e di 31 miliardi di quelli di lungo periodo. In aumento di 5,1 miliardi, invece, i prestiti alle famiglie, spinti dal credito al consumo (+8,4 miliardi) e dai mutui (+7,2 miliardi), comparti che hanno compensato il calo registrato sul fronte dei prestiti personali (-10,5 miliardi). In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di 44 miliardi, passando da 1.399 miliardi a 1.355 miliardi: oltre 3,5 miliardi al mese in meno ad aziende e cittadini. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale nel corso del 2017 le rate non pagate (sofferenze) sono calate: nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione di oltre 33 miliardi (-16,74%) da 200 miliardi a 167 miliardi.
Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, il totale dei prestiti al settore privato è calato nell’arco dell’ultimo anno, da dicembre 2016 a dicembre 2017, di 44,05 miliardi (-3,15%) passando dai 1.399,9 miliardi di dicembre 2016 ai 1.355,9 miliardi di dicembre 2017. Nel dettaglio, è calato di 49,2 miliardi (-6,34%) lo stock di finanziamenti alle imprese passati da 775,8 miliardi a 726,5 miliardi: in particolare, sono calati di 20,9 miliardi (-8,04%) da 260,9 miliardi a 239,9 miliardi i crediti a breve termine (fino a 1 anno); giù di 31,3 miliardi (-8,84%) i prestiti di lunga durata (oltre 5 anni) scesi da 354,7 miliardi a 323,3 miliardi; sono invece cresciuti di 3,1 miliardi (+1,96%) i finanziamenti di medio periodo (fino a 5 anni) passati da 160,1 miliardi a 163,2 miliardi. Risultano complessivamente in aumento di 5,1 miliardi (+0,83%) i prestiti alle famiglie, passati da 624,1 miliardi a 629,3 miliardi: in particolare, è salito di 8,4 miliardi (+9,74%) il credito al consumo (denaro concesso per acquistare elettrodomestici, automobili, televisori e smartphone) passato da 86,5 miliardi a 94,9 miliardi; in aumento anche i mutui di 7,2 miliardi (+1,96%), saliti da 368,1 miliardi a 375,3 miliardi; in calo, invece, i prestiti personali, scesi di 10,5 miliardi (-6,20%) da 169,4 miliardi a 158,9 miliardi.
Per quanto riguarda i prestiti non rimborsati, si registra un rilevante calo delle sofferenze lorde, diminuite in totale di 33,6 miliardi (-16,74%) dai 200,8 miliardi di dicembre 2016 ai 167,2 miliardi di dicembre 2017. Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti è passato dal 14,35% al 12,33%. Sono calate di 26,3 miliardi (-18,42%) le rate non pagate dalle aziende, scese da 143,2 miliardi a 116,8 miliardi; in diminuzione di 3,8 miliardi (-10,41%) anche i crediti deteriorati riconducibili alle famiglie, passati da 37,08 miliardi a 33,2 miliardi e continuano a calare anche quelli legati alle imprese familiari, scesi da 16,04 miliardi a 13,7 miliardi, in contrazione di 2,2 miliardi (-14,26%); risultano in calo di 1,08 miliardi (-24,13%) anche le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni, dei fondi e delle onlus, passate da 4,4 miliardi a 3,3 miliardi. Il totale delle sofferenze nette, ovvero quelle non coperte direttamente da garanzie, è diminuito di 22,4 miliardi (-25,85%) da 86,8 miliardi a 64,3 miliardi. Il rapporto tra sofferenze nette e prestiti è passato dal 6,20% al 4,75%.