Banco di Napoli, l’Archivio storico si apre alla città

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Un hub culturale nasce dal più grande archivio storico del mondo. Prende l’avvio il progetto “L’Archivio narrato, ovvero il tempo grande scultore”: otto stages di narrazione e drammaturgia su documenti dell’Archivio storico dell’Istituto Banco di Napoli-Fondazione, progetto collegato al laboratorio di scrittura creativa Lalineascritta.Antonella CilentoLa nostra idea è quella di trarre storie dalle carte” spiega Antonella Cilento, curatrice del progetto, esperta di romanzo storico e che proprio all’Archivio ha ambientato una parte del suo romanzo “Lisario o il piacere infinito delle donne” (Mondadori) finalista allo Strega nel 2014. “In questi documenti abbiamo ritrovato importanti frammenti della storia di pittori famosi come Caravaggio o Mattia Preti ma anche tantissime storie di sconosciuti, come quella del medico Bozzuto che scoprì per tempo la peste del 1656, avvisò il Vicerè ma non venne creduto e fu lasciato morire insieme ai primi ammalati – continua la Cilento – oppure abbiamo appreso che uno dei primi lazzaretti della peste fu allestito all’isola di Chiuppino, attuale striscia di terra di collegamento con Nisida”. E proprio la peste sarà l’argomento trattato nel corso del primo stage del 6 e 7 novembre.Daniele MarramaLa Fondazione, grazie al suo Archivio, punta a diventare un laboratorio di creatività fondato sui documenti conservati che diventano fonte di ispirazione per la grande quantità di storie narrate al suo interno, sia di personaggi famosi che di gente comune. Il nostro obiettivo è dare nuova vitalità a questi documenti attraverso le più svariate forme espressive: dal teatro alla narrativa, dalla fotografia alle arti audiovisive”, aggiunge Daniele Marrama, presidente dell’Istituto Banco di Napoli-Fondazione nel corso della presentazione delle attività di valorizzazione dell’Archivio. Giovedì 29 e venerdì 30 ottobre (ore 20:00), il primo dei tre spettacoli gratuiti (su prenotazione obbligatoria al numero 339.6235295) ideati dalla cooperativa En Kai Pan e messi in scena dalla compagnia teatrale Aisthesis negli stessi locali d’Archivio: Crudele d’Amor, ovvero la rappresentazione dell’omicidio D’Avalos-Carafa. L’azione si svolge in un’aula di tribunale dove, all’indomani dell’omicidio di Maria d’Avalos e Fabrizio Carafa, viene istruito il processo contro un unico imputato: Carlo Gesualdo, principe di Venosa, marito di Maria, “madrigalista di genio ed efferato omicida”, come lo definisce Julio Cortàzar in uno dei suoi racconti più belli. “Questi spettacoli, co-prodotti dall’Archivio, sono frutto del laboratorio di composizione scenica Licos, rivolto a giovani attori” afferma il direttore artistico Luca Gatta, mentre Stefania Bruno, ideatrice della rassegna Scene d’Archivio sottolinea l’assoluta originalità dei testi, inediti, ispirati proprio dai documenti d’archivio. A novembre, invece, si potrà assistere alla rappresentazione de “La Repubblica di Utopia” (19-20 novembre, ore 20:00) due storie d’amore si intrecciano con le vicende tragiche della Repubblica del 1799 e successivamente a “Commedia in tempo di peste” (17- 18 dicembre, ore 20:00) una compagnia di comici dell’arte, rimasta senza lavoro a causa della terribile peste del 1656, pur di continuare a fare teatro,attraversa la città devastata dal contagio, sfruttando ogni occasione per recitare.