Banco di Napoli, in esclusiva la bozza della lettera per la commissione d’inchiesta

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Ieri ildenaro.it ha rivelato in esclusiva l’azione che alcuni professionisti napoletani stanno portando avanti per far inserire all’ordine del giorno dei lavori della commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche il caso della vendita del Banco di Napoli e della sua Sga. Una lettera, che riassume la vicenda e chiede giustizia, sarà recapitata in queste ore dal deputato partenopeo Leonardo Impegno al presidente del Pd, e membro della commissione Banche, Matteo Orfini. Qui pubblichiamo, sempre in esclusiva, la bozza della missiva che dovrebbe segnare in via ufficiale la riapertura di un caso che ancora oggi, a 21 anni didistanza dalla vendita del Banco a Ina-Bnl, è parzialmente avvolto nel mistero.

La lettera
Nel documento si ripercorre tutta la vicenda e si evidenzia come “la società partenopea non solo ha recuperato tutti i crediti del Banco Di Napoli che erano stati classificati come inesigibili,ma ha anche realizzato profitti”. Altro passaggio fondamentale che viene trattato nella lettera, ancora nella fase di completamento, è quello relativo all’azione del Governo che, nel 2016, ha utilizzato gli utili della Sga per creare il Fondo Atlante e salvare le banche in crisi. “Bisogna far valere il diritto della Fondazione Banco di Napoli e di tutti gli azionisti che subirono l’azzeramento del capitale del Banco e non solo, ripristinare la verità storica e colmare il gigantesco “costo opportunità” generato dalla mancanza di una banca, la nostra banca, con il suo “cefalo” nel proprio territorio in tutti questi lunghi anni. Un diritto, tra l’altro, anche sancito dalla legge del 1996. Ad oggi il saldo della operazione Banco di Napoli per il Tesoro è in attivo per circa un miliardo”, è il pensiero espresso dagli estensori della missiva. Quella sollevata in questi giorni non è una questione Nord-Sud bensì la difesa di un diritto e di quanto previsto dalla legge. “E’ facile comprendere quanto la deprivazione di una banca territoriale pesi sulla devastata economia del Sud che, senza una banca locale, non si rimetterà mai in piedi. Ma quella delle banche venete – è il pensiero che sarà riassunto nella lettera – è un’altra storia, direbbe qualcuno. Non proprio, diciamo noi. Pensiamo che tale vicenda meriti una scrupolosa attenzione da parte della commissione di inchiesta parlamentare, sappiamo che la legislatura parlamentare è quasi finita e non si riuscirà ad avere una conclusione in tempi utili e gli equilibri nella prossima legislatura saranno evidentemente diversi, pertanto se le nostre giuste rilevazioni non saranno soddisfatte, checché ne dica il presidente della commissione parlamentare, Pierferdinando Casini, il tema sarà affrontato come argomento fondamentale politico della prossima campagna elettorale”.