Bangladesh:Isis rivendica morte brahmino

62

(ANSA) – DACCA, 22 FEB – L’Isis ha rivendicato l’uccisione di un religioso induista avvenuta ieri in Bangladesh. E’ quanto emerge in un comunicato pubblicato sul sito Site. Il brahmino, Jagneshwar Roy, era stato sgozzato nel suo tempio nel villaggio di Sonapota da un commando armato che aveva ferito anche due fedeli. Nel messaggio in arabo degli islamici si legge che il religioso, che ha 50 anni e che è responsabile del luogo sacro di Sonto Gaurio, “appartiene agli infedeli indù”. Gli assalitori sono poi fuggiti a bordo di motociclette. Tuttavia, ieri, la polizia ha arrestato tre sospetti appartenenti a gruppi islamici fondamentalisti, due della Jamaat’ul Mujahideen Bangladesh (Jmb) e un altro dell’ala studentesca del partito Jamaat-e-Islami. Secondo il Site, l’Isis ha rivendicato diverse azioni in Bangladesh, tra cui anche l’uccisione di un turista giapponese, l’attacco a una processione sciita e il ferimento di un missionario italiano. Ma il governo di Dacca ha più volte smentito la presenza di una cellula del Califfato nel Paese.
   

(ANSA) – DACCA, 22 FEB – L’Isis ha rivendicato l’uccisione di un religioso induista avvenuta ieri in Bangladesh. E’ quanto emerge in un comunicato pubblicato sul sito Site. Il brahmino, Jagneshwar Roy, era stato sgozzato nel suo tempio nel villaggio di Sonapota da un commando armato che aveva ferito anche due fedeli. Nel messaggio in arabo degli islamici si legge che il religioso, che ha 50 anni e che è responsabile del luogo sacro di Sonto Gaurio, “appartiene agli infedeli indù”. Gli assalitori sono poi fuggiti a bordo di motociclette. Tuttavia, ieri, la polizia ha arrestato tre sospetti appartenenti a gruppi islamici fondamentalisti, due della Jamaat’ul Mujahideen Bangladesh (Jmb) e un altro dell’ala studentesca del partito Jamaat-e-Islami. Secondo il Site, l’Isis ha rivendicato diverse azioni in Bangladesh, tra cui anche l’uccisione di un turista giapponese, l’attacco a una processione sciita e il ferimento di un missionario italiano. Ma il governo di Dacca ha più volte smentito la presenza di una cellula del Califfato nel Paese.