Bankitalia, è allarme Mezzogiorno Ma c’è un progetto per il rilancio

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Amedeo ManzoIl sud è fermo, arenato, senza fiducia. È il 26 maggio e nella cornice di Palazzo Koch a Roma, sede della Banca d’Italia, si celebra l’assemblea ordinaria dei partecipanti al capitale dell’istituto. Il governatore Ignazio Visco, nel corso della sua relazione, frena gli entusiasmi della parte meridionale dei presenti senza usare fronzoli. “C’è una timida ripresa che però non si evidenzia nel Mezzogiorno, dove la disoccupazione continua a essere il principale problema. Anzi, secondo i dati in nostro possesso il divario tra Nord e Sud aumenta”. Un quadro negativo che però non sorprende chi, come il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Napoli, Amedeo Manzo, conosce benissimo la realtà meridionale e da anni è in prima fila per trovare una via d’uscita dal tunnel della crisi. In effetti se si guarda al contesto complessivo la ripresa dell’occupazione resta l’unica incognita tanto per la Campania quanto per il Mezzogiorno.

Un divario da colmare

Eppure tra i presenti, mentre intorno si parla più che altro di bad bank, crediti incagliati e crisi greca, la fiducia non manca. Come racconta Manzo. “Il Mezzogiorno deve avere in primo luogo più fiducia nei propri mezzi, in secondo luogo deve immaginare, attraverso i propri amministratori pubblici, una visione più armonica dello sviluppo che garantisca condizioni e obiettivi meglio definiti rispetto a quanto accade oggi. Certamente le condizioni di partenza più difficili hanno rappresentato un forte handicap ma ritengo di poter dare una visione leggermente più ottimistica perché nei nostri territori vi sono segnali interessanti che ci lasciano credere che presto anche nel Mezzogiorno si possa riagganciare la ripresa”. Una considerazione condivisa da esponenti di gruppi bancari nazionali ma con una consistente presenza in Campania e nel resto del Sud Italia. Il divario esistente tra le due macroaree del Paese, denunciato da Visco, “nasce da una condizione di partenza che è squilibrata, di conseguenza quando dopo un periodo di crisi si ricomincia a crescere questo divario di base assume dei contorni ancora più marcati”, aggiunge il presidente della Bcc di Napoli.

Così si riparte

Eppure un progetto per rilanciare il Mezzogiorno c’è. Se ne parla a margine dell’assemblea di Bankitalia e secondo Manzo “uno spiraglio per riprendere la strada della crescita c’è e passa attraverso le riforme e l’innovazione”. Ma per creare le condizioni affinché il Sud entri a pieno titolo nel club di quelli che crescono cosa serve davvero? “È necessario un complesso di iniziative per rendere il Mezzogiorno più competitivo. La competitività di un territorio passa attraverso una maggiore facilità di investimenti – dice Manzo – e anche attraverso una semplificazione burocratica, scelte mirate su alcuni settori come l’agricoltura e il turismo oltre che la valorizzazione del nostro artigianato e la ricostruzione di un sistema industriale degno di questo nome. Gli imprenditori bravi e coraggiosi qui non mancano, credo che manchi talora la volontà di fare network, come suol dirsi, e di organizzarsi per far crescere non una sola bella spiga ma insieme un campo di grano più ricco”. Riforme e innovazione. Riforme e invesimenti. C’è chi fa notare che senza un intervento della mano pubblica è difficile che la macchina possa rimettersi in moto da sola e in fondo, fa notare qualche osservatore che affolla la sala di Palazzo Koch, questo è il vero senso delle parole del Governatore.

Il ruolo strategico delle banche

L’altro grande tema della giornata è il contributo che gli istituti di credito possono offrire alla ripresa economica. Visco fa notare come, in periodi di quantitative easing e crediti deteriorati, molte banche stanno utilizzando i soldi in arrivo dalla Bce per tappare le falle più che per concedere prestiti a imprese e famiglie. E allora quella della bad bank, un contenitore in cui far confluire i crediti incagliati, è la soluzione giusta? “Se servirà ad aiutare imprese e famiglie noi siamo dell’opinione di sostenere ogni iniziative che produca dei risultati in una fase di passaggio importante come quella attuale”, chiarisce Manzo. E le Bcc, in questo contesto, che ruolo possono rivestire per il rilancio del Mezzogiorno? “Le Bcc possono essere elemento centrale dello sviluppo in quanto conoscono a fondo il territorio e oggi più che soltanto sui freddi numeri bisogna puntare sulla capacità di comprendere i progetti che possono avere un futuro, migliorare il tessuto economico e creare occupazione che è il vero anello debole e il vero rischio che anche lo stesso Governatore rileva in queste ore”. Qualche esempio utile e virtuoso arriva proprio dalla Bcc di Napoli. “Stiamo mettendo in campo tantissime iniziative in tutti i settori: prima di tutto rappresentiamo un riferimento a Napoli e provincia per il nostro gruppo bancario Iccrea quando si tratta di ideare e realizzare progetti di finanziamento che hanno lo scopo di sostenere costantemente le imprese nonchè i piccoli imprenditori e gli artigiani che vogliono continuare a fare economia sul territorio. A questo aggiungo la capacità di dire talvolta dei no a chi si illude. Infine la solidarietà. Questo è un tema importantissimo anche per la crescita di un territorio perché significa ricostruire la speranza e offrire opportunità a persone che oggi sono un peso per la società ma che domani possono diventare una grande risorsa di risanamento per esempio dei quartieri più difficili come Scampia”, ci tiene a precisare il massimo esponente dell’istituto di credito partenopeo.

Con i freni non si corre

Credo che in un mercato fortemente globalizzato ma che offre grandi opportunità a chi valorizza le qualità locali si debba avere la capacità di mettere insieme i grandi temi che stanno alla base del mancato sviluppo. Così come ci lamentiamo delle lentezze burocratiche del settore pubblico dobbiamo chiedere con forza che aumenti l’efficienza delle aziende e, talora, che si rischi un po’ di più investendo in giovani e innovazione. Chi aspetta che la ripresa passi senza muoversi è destinato invece a fallire”. Così Manzo risponde a chi gli chiede quale sia il suo orientamento quando si parla di freni alla crescita. Qualcosa, sia da parte del Governo che della Regione Campania, si muove con strumenti come il Jobs Act e Garanzia Giovani. “Le riforme vanno benissimo – è l’opinione di Manzo – però vorrei dire che lo sviluppo nasce dalla capacità imprenditoriale, dalle idee che devono essere trasformate in realtà e non rimanere sogni”. Poco si parla della riforma del sistema delle banche di credito popolare. Anche se qualcosa si muove. “C’è un confronto serio e importante. L’autoriforma è questione che riguarda la crescita e il futuro delle Bcc ma anche il Paese nel suo complesso visto che in quasi ogni comune siamo presenti. E il nostro presidente Alessandro Azzi sta facendo un grande lavoro insieme a tutti noi per dare autorevolezza a questo progetto di cambiamento”.