Bce: la sfida di Draghi alla crisi, tutte le mosse

71

Un piano per il rilancio della crescita europea, lungamente atteso, ampiamente richiesto da più parti ma anche già contestato, prima ancora di essere annunciato. Con la terza ‘tranche’ del quantitative easing annunciato oggi, Mario Draghi prosegue la sua lunga sfida alla crisi che attanaglia il Vecchio Continente, iniziata ormai quasi quattro anni fa da quel ‘Whatever it takes’ ormai passato alla storia dei mercati finanziari. Ecco una cronologia delle principali mosse del presidente della Bce negli ultimi anni, partendo pochi giorni prima di quel ‘Sara’ fatto tutto quanto necessario’, pronunciato da Draghi a difesa della moneta unica.

5 LUGLIO 2012: La Bce porta per la prima volta i tassi di riferimento sotto l’1%, abbassandoli di 25 punti base allo 0,75%. E, per la prima volta, i tassi sui depositi scendono a zero.

26 LUGLIO 2012: Draghi a Londra rassicura i mercati, la Bce intraprenderà qualsiasi misura a difesa dell’euro.

SETTEMBRE 2012: Il presidente Bce annuncia nel dettaglio l’Omt (Outright Monetary Transactions), lo scudo ‘anti-spread’che verra’ portato di fronte alla Corte Europea dal ricorso del ricorso dell’economista Markus Kerber. 

2 MAGGIO 2013: Draghi mette nuovamente mano ai tassi di interesse, altro taglio di 25 punti base allo 0,50%.

7 NOVEMBRE 2013: in sei mesi Draghi aggiorna i record con un nuovo taglio ai tassi, che scendono allo 0,25%. 

5 GIUGNO 2014: ancora un taglio e il tasso di riferimento scende allo 0,15%. Ma, soprattutto, per la prima volta i tassi sui depositi scendono sotto zero.

22 AGOSTO 2014: Mario Draghi, da Jackson Hole, rassicura ancora i mercati dopo che alla crisi dei debiti sovrani si e’ aggiunto il rischio recessione: Francoforte, dice dal forum dei banchieri centrali, e’ pronta ad aggiustare la propria politica monetaria e ad agire a sostegno dell’economia anche al di la’ delle misure già annunciate in giugno, ovvero l’acquisto di Abs e maxi-prestiti a lunghissimo termine e il Tltro dopo l’Ltro per garantire liquidita’ alle banche e di conseguenza alle imprese.

4 SETTEMBRE 2014: ulteriore sforbiciata ai tassi, che scendono allo 0,05%. Quelli sui depositi al -0,2%

2 OTTOBRE 2014: Draghi annuncia che la Bce ha dispiegato attraverso gli acquisti di ABS e covered bond, “misure potenziali fino a 1.000 miliardi di euro”. –

22 GENNAIO 2015: Draghi lancia il Quantitative Easing, un programma di acquisto titoli da 60 miliardi di euro al mese dal marzo successivo per almeno 18 mesi

9 OTTOBRE 2015: Draghi si dice pronto, con un comunicato su twitter in occasione del meeting Fmi a Lima, a “usare tutti gli strumenti disponibili” per rilanciare la crescita.

3 DICEMBRE 2015: ecco il Qe2. I tassi sui depositi scendono al -0,3%, gli acquisti di bond vengono estesi al marzo 2017, anche il debito degli enti locali ne entra a far parte.

10 MARZO 2016: arriva il Qe3. Il tasso di riferimento scende allo 0%, quello sui depositi al -0,4%, gli acquisti di bond salgono a 80 miliardi al mese e ne faranno parte anche quelli di società con rating ‘investment grade’. E il limite di acquisto della singola emissione sale dal 33% al 50%.

Un piano per il rilancio della crescita europea, lungamente atteso, ampiamente richiesto da più parti ma anche già contestato, prima ancora di essere annunciato. Con la terza ‘tranche’ del quantitative easing annunciato oggi, Mario Draghi prosegue la sua lunga sfida alla crisi che attanaglia il Vecchio Continente, iniziata ormai quasi quattro anni fa da quel ‘Whatever it takes’ ormai passato alla storia dei mercati finanziari. Ecco una cronologia delle principali mosse del presidente della Bce negli ultimi anni, partendo pochi giorni prima di quel ‘Sara’ fatto tutto quanto necessario’, pronunciato da Draghi a difesa della moneta unica.

5 LUGLIO 2012: La Bce porta per la prima volta i tassi di riferimento sotto l’1%, abbassandoli di 25 punti base allo 0,75%. E, per la prima volta, i tassi sui depositi scendono a zero.

26 LUGLIO 2012: Draghi a Londra rassicura i mercati, la Bce intraprenderà qualsiasi misura a difesa dell’euro.

SETTEMBRE 2012: Il presidente Bce annuncia nel dettaglio l’Omt (Outright Monetary Transactions), lo scudo ‘anti-spread’che verra’ portato di fronte alla Corte Europea dal ricorso del ricorso dell’economista Markus Kerber. 

2 MAGGIO 2013: Draghi mette nuovamente mano ai tassi di interesse, altro taglio di 25 punti base allo 0,50%.

7 NOVEMBRE 2013: in sei mesi Draghi aggiorna i record con un nuovo taglio ai tassi, che scendono allo 0,25%. 

5 GIUGNO 2014: ancora un taglio e il tasso di riferimento scende allo 0,15%. Ma, soprattutto, per la prima volta i tassi sui depositi scendono sotto zero.

22 AGOSTO 2014: Mario Draghi, da Jackson Hole, rassicura ancora i mercati dopo che alla crisi dei debiti sovrani si e’ aggiunto il rischio recessione: Francoforte, dice dal forum dei banchieri centrali, e’ pronta ad aggiustare la propria politica monetaria e ad agire a sostegno dell’economia anche al di la’ delle misure già annunciate in giugno, ovvero l’acquisto di Abs e maxi-prestiti a lunghissimo termine e il Tltro dopo l’Ltro per garantire liquidita’ alle banche e di conseguenza alle imprese.

4 SETTEMBRE 2014: ulteriore sforbiciata ai tassi, che scendono allo 0,05%. Quelli sui depositi al -0,2%

2 OTTOBRE 2014: Draghi annuncia che la Bce ha dispiegato attraverso gli acquisti di ABS e covered bond, “misure potenziali fino a 1.000 miliardi di euro”. –

22 GENNAIO 2015: Draghi lancia il Quantitative Easing, un programma di acquisto titoli da 60 miliardi di euro al mese dal marzo successivo per almeno 18 mesi

9 OTTOBRE 2015: Draghi si dice pronto, con un comunicato su twitter in occasione del meeting Fmi a Lima, a “usare tutti gli strumenti disponibili” per rilanciare la crescita.

3 DICEMBRE 2015: ecco il Qe2. I tassi sui depositi scendono al -0,3%, gli acquisti di bond vengono estesi al marzo 2017, anche il debito degli enti locali ne entra a far parte.

10 MARZO 2016: arriva il Qe3. Il tasso di riferimento scende allo 0%, quello sui depositi al -0,4%, gli acquisti di bond salgono a 80 miliardi al mese e ne faranno parte anche quelli di società con rating ‘investment grade’. E il limite di acquisto della singola emissione sale dal 33% al 50%.