Belgio, “Casa Italia” si trasferisce: scoppia il caso a Bruxelles

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C’è l’Europa, c’è la cultura italiana, c’è il ministero degli Esteri e c’è una banca, il Monte dei Paschi di Siena, al centro dello scambio al Senato tra il senatore Pietro Liuzzi (Gal) e la Farnesina sulla storica sede dell’Istituto italiano di cultura di Bruxelles. Il primo ha formulato un’interrogazione a risposta scritta, a cui ha, appunto, risposto il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola (Pd). Oggetto del ‘carteggio’ ufficiale, il trasferimento di quella che è conosciuta come “Casa Italia” in Rue de Livourne alla nuova, Rue Joseph II, più moderna e inserita nel contesto del quartiere europeo della capitale Ue. Una petizione di residenti italiani su change.org non sembra aver prodotto ripensamenti rispetto al trasloco ormai deciso nel nuovo edificio dove si creerà un “Polo Italia” che ospiterà gli uffici dell’amministrazione tricolore. Il palazzo, di 5000 metri quadrati, è stato ceduto dal Monte Paschi Belgio, una banca di diritto belga del gruppo Monte dei Paschi di Siena ad un prezzo di 13milioni e mezzo da pagare in tre rate. Il decreto di approvazione del contratto è stato registrato dalla Corte dei conti il 28 marzo 2017 e l’amministrazione entrerà in possesso dell’immobile nella sua interezza nel marzo 2018. 

La vicenda ha provocato sconcerto presso la comunità italiana di Bruxelles, tanto che la petizione offre l’occasione per un minimo di memoria storica. Si tratta di una “maison de maître”, nel cuore di Bruxelles, costruita negli ultimi decenni dell’Ottocento e divenuta nel 1932, grazie all’iniziativa di alcune fra le maggiori imprese dell’epoca (Olivetti, Fiat, Pirelli), la ‘Casa d’Italia’. Gli interni furono decorati da artisti italiani e ospitano oggi, oltre agli uffici e alle aule per i corsi, una magnifica biblioteca di circa 18.000 volumi, un’ampia sala adibita alle conferenze e alle mostre, un teatro per 350 persone destinato ai grandi eventi (ospiti in passato, Francesco Rosi, Alberto Moravia, Dino Risi, Italo Calvino) o all’appuntamento settimanale con la proiezione di film italiani. E così i residenti italiani sottoscrittori della petizione denunciano lo “sgomento” nell’apprendere che “mentre altri Paesi europei – la Germania, la Spagna – investono somme importanti per dotare di sedi centrali e prestigiose i propri Istituti di cultura, l’Italia vuole mettere in vendita il proprio gioiello e predisporre il trasferimento in un anonimo fabbricato di due piani, di modesta fattura, situato nel cortile dell’edificio della rue Joseph II”, giudicato “una sede del tutto inadeguata, priva di visibilità, senza biblioteca (i libri finirebbero confinati nei sotterranei), senza una vera sala per dibattiti e conferenze, senza teatro e senza cinema. Una sede inoltre ubicata in un quartiere di uffici che, dopo le 7 di sera, si trasforma in uno squallido deserto”.

Il senatore Liuzzi argomenta, di suo, nel chiedere al capo della diplomazia Angelino Alfano quali provvedimenti intenda assumere, che “se c’è una città al mondo dove dimostrare che l’Italia è capace di pensare e di progettare, questa città dovrebbe essere proprio la capitale dell’Unione europea, tanto più in un momento come quello attuale, dove il nostro Paese è fortemente impegnato a sostenere e consolidare le istituzioni europee e quello che queste rappresentano per il nostro futuro”. Per Alfano, arriva la risposta scritta del sottosegretario Vincenzo Amendola, che sottolinea come “razionalizzare le proprietà immobiliari dello Stato all’estero è una delle priorità che la legge ha assegnato alla Farnesina” e ricorda i vincoli posti dalla legge di stabilità per 2016. Inoltre, la legge di bilancio per il 2017 ha stabilito che “il ministero dovrà conseguire dalle dismissioni immobiliari proventi per 26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018, mentre per il 2019 è stato inserito un target di 16 milioni di euro. La manovra deve essere accompagnata, in un’ottica di riduzione delle spese fisse, da una politica di razionalizzazione degli immobili demaniali attraverso l’accorpamento di uffici, la condivisione di servizi, inclusi quelli relativi alla sicurezza, e la realizzazione di aree comuni”. In caso di inottemperanza, si rischia la decurtazione dei fondi alla Cooperazione allo sviluppo. In ogni caso, precisa Amendola, l’edificio che ospita “Casa Italia” “non è in vendita” ma “l’immobile, costruito nel 1890, necessita di importanti interventi di recupero, messa a norma e sicurezza, poiché presenta oggettive carenze logistiche (accesso pedonale e carraio unificato), funzionali (impianti obsoleti, percorsi e vie di fuga a rischio, mancanza di accesso per disabili) e strutturali”.

E’ ancora Amendola a comunicare che “il ministero ha acquistato il complesso immobiliare di rue Joseph II dalla banca Monte Paschi Belgio, una banca di diritto belga del gruppo Monte dei Paschi di Siena. Il decreto di approvazione del contratto è stato registrato dalla Corte dei conti il 28 marzo 2017 e l’amministrazione entrerà in possesso dell’immobile nella sua interezza nel marzo 2018. L’immobile è adiacente a quello che già ospita la rappresentanza permanente presso l’ Unione europea, in Rue du Marteau”. “Con il suo acquisto -prosegue la risposta scritta- si intende creare un ‘polo Italia’, ove insediare vari uffici dell’amministrazione pubblica nella capitale belga, con significativi risparmi sui costi di gestione e funzionamento. Il nuovo complesso immobiliare che deriverà dall’accorpamento dei due edifici è ispirato alla logica del ‘sistema Paese’, posto che al suo interno potranno trovare spazio, oltre agli uffici del ministero, anche altre amministrazioni dello Stato, attratte dalla vicinanza alle istituzioni europee e dalle ottime condizioni dell’edificio”. “Il prezzo dell’operazione -precisa il sottosegretario- è di 13.500.000 euro, da pagare in 3 rate, per circa 5.000 metri quadri. Una perizia indipendente ha stimato il valore del complesso tra 14.976.000 e 15.765.000 euro, per cui si tratta di un buon investimento immobiliare, peraltro ammortizzabile nell’arco degli anni grazie ai detti risparmi”.