Beni culturali e interpretazione: un teorema dimostrato

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Fiato alle trombe! Nell’affanno generale di tutti coloro che a svariato titolo si occupano di beni culturali, impegnati a dimostrare volontà e competenze, progetti e previsioni con il solito refrain sulla necessità di fondi, una piccola, piccolissima dimostrazione su un fare che non è slogan ma azione concreta, indovina indovinello, da chi viene? Da un gruppo di commercianti, imprenditori privati dunque, che hanno dato vita a un intervento d’interpretazione spontanea che ha permesso la fruizione di un antica chiesa, altrimenti sprangata da anni all’interesse di qualunque visitatore. Finalmente. Qualcosa sembra cominciare a muoversi.

Assicuratosi prima di tutto della sicurezza statica dell’antico edificio di culto, questo gruppo di commercianti del luogo, ha aperto i battenti della chiesa e ha cercato di lavorare con quel che c’era: la struttura deperita della chiesa che l’architetto Francesco Sicuro eresse su richiesta di Ferdinando IV all’indomani dello spaventoso incendio che distrusse le botteghe in legno di Piazza Mercato, e le cappelle dedicate alle anime del Purgatorio e alla croce che indicava il luogo dove fu decapitato Corradino di Svevia. Effettivamente il materiale a disposizione è molto interessante, una storia così ricca ed emozionante non si trova dovunque.

I valorosi commercianti, consapevoli del peso artistico e storico del monumento, l’hanno ripulito da detriti e spazzatura assortita, ed aperto alle visite. All’interno l’ambiente è effettivamente totalmente depauperato: gli altari non hanno più i marmi non ci sono affreschi davanti ai quali stupirsi, le opere d’arte sopravvissute ai bombardamenti furono trasportate nel museo civico di Castel Nuovo. “Non c’è niente!” Effettivamente in quell’edificio così spoglio e rovinato non c’era nulla. Nulla, se non la croce gotica, l’impianto a croce greca della chiesa e storia, tanta storia emozionante, triste e anche un po’ romantica. Sembra poco? La croce dalla foggia gotica riportava all’evento storico tra i più tragici del Medio Evo, quello che il poeta Aleardo Aleardi ha scolpito per sempre nella memoria di chiunque abbia mai aperto un antologia della letteratura italiana: “ Era bello, era biondo, era beato, sotto l’arco di un tempio era sepolto”. I versi di tutta la poesia sono stati riportati su un lungo striscione verticale steso lungo la navata centrale.

Il visitatore cede all’emozione di ascoltare la propria voce che declama con delicatezza e poesia ciò che trovò l’epilogo proprio in quei luoghi. Quattro manichini da vetrina sono stati vestiti con abiti in preziosi tessuti per suscitare un ricordo tangibile di Corradino e dei suoi illustri parenti. Pochissimi elementi, costi praticamente inesistenti.

La chiesa è stata aperta al pubblico durante le giornate del FAI, e tra tante bellezze visitabili all’intorno non ha certo sfigurato. Non c’erano ori, tele, oggetti preziosi, ma c’era emozione e per questo motivo ha avuto moltissimi visitatori. Si potrebbe urlare “Ve l’avevo detto!”. Le possibilità che la piccola chiesa apre alla gestione dell’intero sito sono enormi: Piazza Mercato e le strade adiacenti possono, anzi dovrebbero essere considerate con la sessa valenza dei sistemi chiamati Parco. Ci sono tra piazza e stradine almeno quattro chiese, esempi di raffinata architettura, la piazza apre proprio davanti alle vestigia delle antiche mura della città, un unico linguaggio narrativo attento a evitare i cali di tensione potrebbe far risorgere l’anima e sviluppare le potenzialità del luogo e dei suoi abitanti.

Storie che colpiscano la fantasia di visitatori non mancano: la leggenda sulle due teste scolpite nella cornice dell’orologio dell’arco di Sant’Eligio, la ragione dell’orologio a una sola lancetta, la nascita del commercio in una zona vicina al mare. E il commercio in questa zona potrebbe trovare una sferzata di vitalità cavalcando i flussi di pubblico provocati dalla buona gestione del “parco Mercato”. Con l’interpretazione i beni culturali possono auto mantenersi e generare turismo e cultura. Non è un principio assunto come vero, è proprio un teorema. Come Volevasi Dimostrare.