Berlusconi candidabile, quanto vale FI?

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Roma, 14 mag. (AdnKronos) – Silvio Berlusconi torna candidabile e così modificherà gli equilibri già fragili dell’attuale scenario politico italiano. Sono di questo avviso, con qualche distinguo, i sondaggisti interrogati dall’AdnKronos dopo l’annuncio del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che riabilita ufficialmente il leader di Forza Italia e ne legittima una ricandidatura a premier.

“Berlusconi dal punto di vista politico vale molto – dichiara Renato Mannheimer, sociologo e sondaggista – è capace di infervorare e rassicurare il pubblico di Forza Italia e, con la stessa facilità, può riportare al suo partito molti dei voti che si sono spostati sulla Lega. Sul piano dei punti percentuali si può azzardare fino al 2/3%. Berlusconi può fare ancor di più la voce grossa adesso, specie di fronte alle difficoltà che Matteo Salvini dovrà affrontare con un governo in coalizione con i 5 Stelle”.

Concorda con lui il direttore di Noto Sondaggi, Antonio Noto, che fa una distinzione specifica. “Il peso elettorale di Berlusconi è diverso se si parla di politiche o di europee – afferma Noto – Crediamo che per le prime il Cavaliere possa recuperare un valore aggiunto del 5% rispetto al valore di Forza Italia il 4 marzo. I dati valutano il fatto che il 66% dell’ex elettorato del suo partito, che il 4 marzo ha votato Lega, prenderebbe in seria considerazione di tornare alle proprie preferenze precedenti, se quello di Berlusconi tornasse ad essere un possibile nome per la carica di premier”.

“È proprio questa possibilità che alza la posta in gioco – chiarisce – perché quell’elettorato ha votato Salvini non tanto per premiare la Lega, quanto più per riconoscersi in un leader. Se invece guardiamo alle elezioni europee il valore aggiunto potrebbe trasformarsi in 2/3 punti, un valore minore perché la posta in gioco non sarebbe la premiership e si tratterebbe essenzialmente di simpatia personale, non di peso politico”.

Resta più cauto Maurizio Pessato, l’AD dell’Istituto di ricerca Swg, che sostiene che “l’effetto non sarà dirompente”. “È difficile dirlo adesso, tutto è ancora in movimento e con la chiusura dell’accordo si può parlare solo di ipotesi che avrà un peso nel tempo – spiega Pessato – è vero che non era candidato direttamente il 4 marzo ma era il capo di Forza Italia, era sulla scena, nei dibattiti e nessuno ha mai pensato che fosse fuori luogo dal punto di vista politico”.

“L’unica differenza ora è la ricandidabilità – conclude – ma non è credibile, data la sua età, una discesa in campo nel ruolo di Presidente del Consiglio. Il suo è un peso specifico a sé stante, che finora ha ostacolato Luigi Di Maio nella creazione di un governo e può farlo ancora, indipendentemente dalle sue condizioni”.