Borsa italiana cancella il rimbalzo di ieri

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Il punto. Borsa italiana cancella il rimbalzo di ieri: Ftse Mib -4,9%. Bancari in forte ribasso.

Il Ftse Mib segna -4,9%, il Ftse Italia All-Share -4,6%, il Ftse Italia Mid Cap -2,8%, il Ftse Italia Star -2,5%. I bancari in forte correzione dopo il +11,22% di ieri: FTSE Italia Banche -6,2%.
Mercati azionari europei in forte ribasso: DAX -3,2%, CAC 40 -3,6%, FTSE 100 -2,9%, IBEX 35 -4,1%. 
Future sugli indici azionari americani in ribasso dell’1,3-1,5 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -0,02%, Nasdaq Composite +0,35%, Dow Jones Industrial -0,62%. 
Tokyo oggi è rimasta chiusa per festività. Borse cinesi chiuse per tutta la settimana per la festività del nuovo anno lunare. Hong Kong ha però riaperto oggi: l’indice Hang Seng ha terminato a -3,85% circa. 
Euro in netto recupero contro dollaro dal minimo di ieri pomeriggio a 1,1160. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1320, a ridosso del massimo dal 22 ottobre scorso a 1,1338 raggiunto l’altro ieri. 
Inizio seduta in divergenza per l’obbligazionario eurozona, acquisti sui Bund, deboli i BTP a ridosso dell’asta odierna. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente cede ben 7 bp allo 0,18%, quello del BTP sale di 2 bp all’1,67%. Lo spread sale di 9 bp a 149.

Borse asiatiche
Tokyo si unisce a Shanghai e Shenzhen (che rimarranno chiuse per l’intera ottava per le festività del Capodanno lunare), ma questo non impedisce allo yen di continuare ad apprezzarsi, salendo ai massimi degli ultimi 15 mesi nei confronti del dollaro Usa. Apprezzamento che aveva contribuito non poco alle perdite del 5,40% martedì (peggiore performance giornaliera dal giugno 2013) e del 2,31% mercoledì per il Nikkei 225.
La Borsa giapponese rimane chiusa per il Kenkoku Kinenno Hi (celebrazione della fondazione del Giappone e della nomina del primo imperatore Jimmu), ma dopo due giornate di festa riaprono Seoul e Hong Kong. E la piazza dell’ex colonia britannica avvicinandosi alla chiusura scambia in flessione di oltre il 4% (ancora peggio fa l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China, che sfiora un declino del 5%) in quello che è il peggiore avvio di anno lunare dal 1994.
Tra i singoli titoli, i colossi petroliferi PetroChina e Cnooc scambiano in flessione di circa il 6% a fronte dell’ennesimo deprezzamento del greggio (in declino dell’11% nelle tre sedute in cui Hong Kong era rimasta chiusa). Performance simile anche per la banca britannica, ma con business focalizzato sull’Asia, Hsbc Holdings che si avvicina ai minimi di sei anni. Peggio ancora ha fatto il colosso dei pc Lenovo, che ha toccato un declino superiore all’11% nella seduta.
Come per lo yen, anche un altro bene-rifugio, l’oro, beneficia dei timori legati alle future mosse della Federal Reserve. Ieri Wall Street ha chiuso mista (in positivo solo il Nasdaq, apprezzatosi dello 0,35%), dopo che la parole di Janet Yellen davanti al Congresso Usa avevano evidenziato ottimismo per l’economia americana, ma confermato le preoccupazioni sulle turbolenze dei mercati azionari e sul rallentamento della Cina.
In questo clima di incertezze gli investitori si muovono verso i beni-rifugio e così si spiega l’apprezzamento dell’oro ai massimi dal maggio dello scorso anno.
Sydney, intanto, recupera terreno segnando il primo progresso nell’ottava. L’S&P/ASX 200, entrata in bear market mercoledì (avendo perso il 20,17% dal picco dell’ultimo anno toccato nell’aprile 2015), segna un progresso dell0 0,95% al termine degli scambi. A Seoul, invece, il Kospi crolla del 2,93% nella sua prima seduta dell’ottava.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta contrastati. Il Dow Jones ha perso lo 0,62%, l’S&P 500 lo 0,02% mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,35%.

Wall Street ha perso terreno nel finale a causa del calo del comparto legato alle risorse di base ed al crollo di Time Warner e Walt Disney. Bene invece il settore biotech ed i tecnologici.

Il numero uno della Fed, Janet Yellen, nell’audizione alla Commissione servizi finanziari della Camera ha parlato di un aumento dei rischi ma ha confermato le prospettive di un incremento (moderato) della crescita economica. Per la Yellen continuano ad esserci le condizioni per un incremento dei tassi.

Sul fronte societario Walt Disney -3,76%. Il gigante dell’intrattenimento ha comunicato risultati relativi al primo trimestre del suo esercizio segnati dal progresso degli utili da 2,18 miliardi, pari a 1,27 dollari per azione, a 2,88 miliardi, e 1,73 dollari. Si tratta del risultato migliore di sempre raggiunto grazie al successo di Star Wars: the Force Awakens, settimo capitolo della saga di Guerre stellari, uscito a livello internazionale il 16 dicembre e che da allora ha infranto record su record ai botteghini. L’eps rettificato si è attestato a 1,63 dollari a fronte di ricavi in crescita del 14% a 15,24 miliardi di dollari. Il consensus di FactSet era per 14,79 miliardi di ricavi e 1,45 dollari di utile. A trascinare al ribasso i corsi le prospettive del business televisivo e, in particolare, quelle del canale sportivo a pagamento Espn. L’utile operativo della divisione è calato del 6% nel trimestre a causa dell’aumento dei costi per la programmazione.

Time Warner -5%. Il giro d’affari del colosso media è calato nel quarto trimestre del 5,9% a 7,08 miliardi di dollari. Gli analisti avevano previsto un dato stabile a 7,53 miliardi. Meglio delle attese invece l’utile per azione adjusted a 1,06 dollari contro 1,01 dollari del consensus. La società ha alzato il dividendo trimestrale del 15% a 40,25 centesimi per azione ed ha autorizzato un nuovo programma di acquisto di azioni proprie per 5 miliardi di dollari.

Europa
Dopo il rimbalzo di ieri tornano a scendere le Borse europee. Il Dax30 di Francoforte perde il 2%, il Cac40 di Parigi il 2,2%, il Ftse100 di Londra l’1,6% e l’Ibex35 di Madrid il 3%.

Italia
Piazza Affari ha centrato il rimbalzo mettendo fine alla striscia negativa e respirando dopo le forti vendite delle ultime sedute. Il rimbalzo è stato trascinato dai titoli del settore bancario, i più martoriati in queste prime settimane del 2016. Il mercato resta comunque fragile e volatile, con i rischi di inversione del sentiment sempre in agguato. Ieri l’attesa era per le parole di Janet Yellen. Di fronte al Congresso Usa la presidente della Fed ha dichiarato che l’orientamento della politica monetaria statunitense resta “accomodante” dopo la decisione di dicembre di rivedere al rialzo il costo del denaro negli Stati Uniti. “Le condizioni finanziarie negli Stati Uniti – si legge nel comunicato pubblicato dalla Fed – sono diventate di recente meno favorevoli alla crescita”. Un discorso che alimenta le aspettative di un rialzo più graduale dei tassi d’interesse. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib guadagna il 5,0 3% a 16.714 punti. Acquisti sostenuti sui titoli del comparto bancario, il più martoriato dalle vendite in queste prime settimane del 2016: Banco Popolare ha guadagnato il 12,03% a 7,12 euro, Popolare di Milano il 9,66% a 0,601 euro, Banca Mediolanum il 9,21% a 5,805 euro, Intesa SanPaolo il 13,88% a 2,444 euro, Unicredit il 10,97% a 3,074 euro. Rimbalzo anche per i titoli della galassia Agnelli, a cominciare dalla holding Exor (+7,11% a 25,29 euro) che ha annunciato un investimento di 103,3 milioni di euro per acquisire il 13% della danese Welltec, leader nel campo delle tecnologie robotiche per l’industria petrolifera. Ben comprate anche FCA, che ha guadagnato il 5,83% a 5,535 euro, e CNH Industrial, che è avanzata dell’8,06% a 5,695 euro. Ancora in ribasso Saipem, che ha lasciato sul parterre lo 0,95% a 0,363 euro, mentre l’estrema volatilità si è riflessa su Eni (-0,08% a 11,59 euro) che ha fallito il rimbalzo dopo aver toccato ieri i minimi dal lontano settembre del 2001.

I dati macro attesi oggi
Giovedì 11 febbraio 2016
CINA Mercati chiusi per festività (Hong Kong aperta);
GIA Mercati chiusi per festività;
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
15:00 EUR Riunione Eurogruppo;
16:00 USA Intervento Yellen (Fed) al Senato: rapporto semestrale su politica monetaria