Borsa Tokyo, il Nikkei chiude in ribasso del 4,05% a 16.930 punti

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Borsa italiana in calo, stamane. Il Ftse Mib segna -0,64%, il Ftse Italia All-Share -0,72%, il Ftse Italia Mid Cap -1,46%, il Ftse Italia Star -1,61%. Mercati azionari europei sotto la parità: DAX -0,5%, CAC 40 -0,8%, FTSE 100 -0,7%, IBEX 35 -0,4%. Euro in rialzo contro dollaro: EUR/USD al momento oscilla in area 1,1250 dopo aver toccato 1,1281, massimo da giovedì scorso. Mercati obbligazionari europei in leggero rialzo in avvio: il rendimento del BTP decennale è stabile rispetto alla chiusura precedente all’1,76%, quello del Bund cede 2 bp allo 0,59%. Lo spread è quindi in rialzo di 2 bp a 117 bp (fonte: MTS). Ieri sera a Wall Street l’S&P 500 ha chiuso a -2,57%, il Nasdaq Composite a -3,04% e il Dow Jones Industrial a -1,92%. Il forte ribasso è stato determinato dalle incertezze su Cina e tassi Fed, e dal crollo delle materie prime. I future sui principali indici USA attualmente sono in rialzo dello 0,2 per cento circa. Pesante flessione per la borsa giapponese. L’indice Nikkei 225 ha terminato a -4,05% con forti vendite sui titoli del settore siderurgico (Kobe Steel è crollata di oltre l’11%), ma flessioni del 7-8% hanno colpito anche grandi esportatori come Sony e Olympus, in scia all’apprezzamento dello yen. Continuano a pesare le parole di Haruhiko Kuroda, governatore della Bank of Japan (BoJ), che ieri in un incontro a Osaka ha dichiarato che l’inflazione non raggiungerà i target del 2% senza un ulteriore rafforzamento del legame tra salari, occupazione e prezzi. Per Kuroda si tratta di un deciso cambio di rotta che arriva dopo che a inizio settembre, parlando davanti al parlamento del Giappone, il governatore aveva riconosciuto per la prima volta che la Banca centrale potrebbe non rispettare l’obiettivo del 2% d’inflazione entro il settembre del 2016 (già in deciso ritardo rispetto all’aprile 2015, obiettivo stabilito quando venne introdotto l’ultimo incremento del piano di quantitative easing). Qualche segnale positivo è arrivato dal sondaggio della Shoko Chukin Bank, secondo cui la fiducia delle piccole e medie imprese in Giappone è cresciuta in settembre a 49,0 punti da 48,8 di agosto e sopra ai 48,3 attesi dagli economisti. Il dato resta comunque sotto alla soglia dei 50 punti che separa ottimismo da pessimismo dal marzo del 2014, giusto prima dell’entrata in vigore dell’aumento dell’imposta sui consumi che ha frenato significativamente la capacità di spesa dei giapponesi. Mercati azionari cinesi in netta flessione: a Shanghai l’indice CSI 300 ha terminato a -1,97%, mentre a Hong Kong l’Hang Seng ha fatto segnare -3,11%, con vendite soprattutto sul settore energetico, con Cnooc, China Petroleum and Chemical e Petrochina in forte declino.

Borse asiatiche

Indici dell’area Asia-Pacifico in profondo rosso nella seduta odierna, dopo che i dati sulla redditività dell’industria cinese hanno incrementato i timori sulla fragilità del gigante asiatico. La redditività dell’industria cinese è crollata dell’8,8%, segnando il calo annuo peggiore dall’inizio delle rilevazioni nel 2011. Particolarmente colpito il settore delle commodity con il titolo Glencore a Hong Kong in flessione di oltre il 27%, dopo il tonfo della quotata a Londra su timori per il debito. Il settore navale è stato colpito pesantemente dopo che il Nikkei business daily ha scritto che Daiichi Chuo Kisen, compagnia di livello intermedio, sarebbe in bancarotta. L’indice MSCI, che non comprende Tokyo, alle 8,40 perde il 2,3%. La borsa giapponese è sprofondata lasciando sul terreno il 4% abbattuta, come tutte le piazze asiatiche, dal perpetrarsi dei timori per l’economia cinese che hanno affossato in particolare il settore delle materie prime e dei macchinari. L’indice Nikkei ha perso il 4,05% a 16.930,84 punti. Il più ampio indice Topix ha lasciato sul terreno il 4,39% a 1.375,52 punti. SHANGHAI flette di circa l’1,8% ma peggio fa HONG KONG che, dopo la chiusura di ieri per festività, lascia sul terreno oltre il 3% sull’ondata di vendite causate dai timori per il rallentamento dell’economia. Male Prada che perde oltre il 6%. Sotto scacco in particolare i titoli delle commodity. “Gli investitori sono preoccupati di un netto rallentamento in Cina ma il rischio maggiore è quello di una recessione globale, non solo in Cina”, commenta Steven Leung, manager presso UOB Kay Hian a Hong Kong. “Se guardiamo al Giappone, la sua economia non è in forma e in Europa non va meglio”, ha aggiunto. I peggiori cali a Hong Kong sono nel comparto energia con Sinopec, PetroChina e CNOOC tutti in flessione di circa il 7%. Male anche SYDNEY, che ha chiuso in calo del 3,8% ai minimi da due anni. In controtendenza TAIWAN che è appena sopra la parità. Segno meno anche per MUMBAI e SEUL.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in forte ribasso a causa delle incertezze legate all’economia cinese e alla tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed. Il Dow Jones ha perso l’1,92%, l’S&P 500 il 2,57% e il Nasdaq Composite il 3,04%. Le spese per consumi (Personal Spending) sono aumentate ad agosto dello 0,4%, 10 punti base in più rispetto alle attese degli addetti ai lavori fissate su un aumento dello 0,3%. Cresce meno del previsto invece il reddito personale (Personal Income) ad agosto. +0,3% a fronte di un aumento atteso dello 0,4%. Il PCE core, uno degli indicatori più significativi per monitorare l’inflazione, è aumentato dello 0,1% su base mensile, in linea al consensus e dell’1,3% su base annua. L’indice Pending Home Sales (vendite di case con contratti ancora in corso) ha evidenziato un calo dell’1,4% m/m ad agosto, deludendo le attese degli analisti fissate su in incremento dello 0,4%. L’indice è sceso a 109,4 punti dai 110,9 di luglio. Il presidente della Fed di New York, ha ribadito ancora una volta che la Banca centrale americana aumenterà i tassi di interesse entro la fine dell’anno ma che la decisione sarà presa sulla base di dati economici e non sul calendario. Sul fronte societario Alcoa +5,84%. Il colosso dell’alluminio ha annunciato che si dividerà in due entità indipendenti, entrambe quotate. Nella prima società, definita Upstream Company, confluiranno i business tradizionali di Alcoa nella produzione di bauxite, allumina, alluminio, e in fusione ed energia. La seconda, la Value-Add Company, conterrà invece le attività più tecnologiche del gruppo, vale a dire le divisioni Global Rolled Products, Engineered Products and Solutions e Transportation and Construction Solutions. Williams Companies -12,09%. Energy Transfer Equity, società di investimento specializzata nel settore energetico, ha annunciato l’acquisto del gruppo Usa produttore di oleodotti, per 37,7 miliardi di dollari (debito incluso) in azioni e contanti. Cal-Maine Foods -12,13%. Il produttore di uova ha chiuso il primo trimestre con un utile di 143 milioni di dollari (2,95 dollari per azione), in netta crescita rispetto ai 27,7 milioni dello stesso periodo di un anno prima. Il dato è però inferiore alle previsioni (consensus 3,14 dollari per azione). Apple -1,96%. Il gruppo di Cupertino ha annunciato di aver venduto, nel primo week end di commercializzazione, oltre 13 milioni dei nuovi smartphone iPhone 6s e 6s plus. Si tratta del miglior risultato della storia della società. Sprint -7,44%. L’operatore mobile ha detto d i non avere intenzione di partecipare alle prossime aste per l’assegnazione di nuove frequenze negli Stati Uniti. Comcast -3,08%. L’operatore via cavo ha comunicato che acquisirà il 51% del capitale dell’operatore di parchi tematici Universal Studios Japan (Usj) per 1,5 miliardi di dollari.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in deciso ribasso in scia a Wall Street ed alle piazze asiatiche. Il Dax30 di Francoforte cede l’1,3%, il Cac40 di Parigi l’1,5%, il Ftse100 di Londra l’1% e l’Ibex35 di Madrid l’1,2%. Sui mercati restano forti i timori di un rallentamento dell’economia cinese. L’Ufficio Federale di Statistica Destatis ha reso noto che i prezzi alle importazioni in Germania nel mese di agosto sono diminuiti dell’1,5% su base mensile e sono scesi del 3,1% su base annuale, in linea con le attese degli analisti, ma in calo rispetto alla lettura precedente (-0,7% m/m e -1,7% a/a). In Spagna l’istituto di statistica INE ha annunciato che l’indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,3% nel mese di settembre su base mensile e dello 0,9% su base annuale. La variazione mensile risulta però inferiore alle aspettative degli economisti, fissate su un incremento dello 0,1%. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP) è cresciuto dello 0,4% rispetto al mese di agosto ed è diminuito dell’1,2% rispetto a settembre 2014. Più tardi (alle 11 ora italiana) saranno annunciati gli indici sulla fiducia (consumatori, servizi e industria) nella zona euro a settembre. Sul fronte societario Continental +0,7%. Goldman Sachs ha inserito il titolo del produttore di pneumatici e di componenti per auto nella “Conviction List”. Bonduelle -0,5%. Il gruppo dei surgelati ha chiuso lo scorso esercizio con un giro d’affari di 1,98 miliardi di euro, in crescita del 4,1% (a cambi costanti) rispetto all’esercizio precedente. Il risultato operativo “core” ha raggiunto il nuovo record a 111,5 milioni (+8,6% su anno). Per l’esercizio in corso l a società stima di migliorare ulteriormente l’utile operativo (a cambi costanti). Glencore +3%. Il titolo del colosso minerario rimbalza dopo aver toccato ieri i minimi storici.

Italia

A Milano vendite sugli industriali con il comparto cemento in primo piano a causa delle flessioni di Buzzi Unicem (-3,3%) e Cementir (-2,3%). In rosso anche Prysmian (-2,3%), IMA (-2%). Ancora sotto pressione il comparto auto con FCA (-1,3%), mentre l’indice EURO STOXX Automobiles & Parts è in calo dello 0,2% circa. Volkswagen cede il 2,8%, ma Daimler (+0,8%) e BMW (+0,5%) contribuiscono a sostenere l’indice. Debole il settore lusso con Moncler (-1,1%), Salvatore Ferragamo (-1,6%), Geox (-2,4%). In rosso anche Yoox (-2,5%) che ieri ha annunciato l’atto di fusione relativo al progetto di integrazione con THE NET-A-PORTER GROUP. La fusione sarà efficace dal 5 ottobre 2015. Ieri Piazza Affari ha chiuso ha chiuso la seduta con un ribasso del 2,71% a 20.759 punti, in deciso ribasso dopo il rally di venerdì scorso innescato dalle parole di Janet Yellen, che aveva ribadito come lo scenario principale rimanga quello di un primo rialzo dei tassi d’interesse entro l’anno da parte della Federal Reserve. A pesare sul sentiment degli investitori è stato ancora una volta lo scandalo che sta travolgendo Volkswagen, con il titolo della casa auto tedesca sceso sotto la soglia dei 100 euro. Solo dieci giorni fa l’azione Volkswagen quotata sopra quota 170 euro. Inoltre ha pesato il crollo di Glencore, il colosso delle materie prime, che ha mostrato un tonfo di circa il 25% alla Borsa di Londra. Sulle materie prime ha pesato il nuovo deludente dato arrivato questa mattina dalla Cina: ad agosto gli utili industriali sono scesi dell’8,8% su base annua, il peggior calo degli ultimi quattro anni.


I dati macro attesi oggi

Martedì 29 settembre 2015

07:00 GIA Indice fiducia imprese set;

08:00 GER Indice prezzi importazioni ago;

09:00 SPA Inflazione (prelim.) set;

09:00 SPA Vendite al dettaglio ago;

10:30 GB Indice credito al consumo ago;

11 :00 EUR Indice fiducia consumatori set;

11:00 EUR Indice fiducia industria set;

11:00 EUR Indice fiducia servizi set;

11:00 EUR Indice fiducia economica set;

12:00 GB Indice BCI tendenza settore distribuzione set;

14:00 GER Inflazione (prelim.) set;

14:30 USA Bilancia commerciale beni ago;

15:00 USA Indice S&P-C/Shiller (prezzi abitazioni) lug;

16:00 USA Indice fiducia consumatori (Conference Board) set.