Borse: Lunedì nero, Ue brucia 310 mld. Torna la paura dello spread

49

Lunedì nero a Piazza Affari dove diversi titoli a elevata capitalizzazione hanno lasciato sul terreno molto valore: il peggiore è stato Saipem che ha perso il 25% a 0,38 euro nell’ambito dell’aumento di capitale, mentre Mps ha chiuso in calo dell’11% a 0,519 euro, vicino al minimo storico. Anche Bper ha accusato un ribasso dell’11,9%, seguita da Ubi e Poste italiane che hanno ceduto entrambe il 10,4%, con Carige il calo del 10,1% mentre Intesa si è mossa con l’indice generale (-4%). Male Fca, in ribasso finale del 9,8%.

Giornata nera anche per la Borsa di Francoforte che ha concluso le contrattazioni con l’indice Dax in calo del 3,3% a 8.979 punti. Malissimo Deutsche bank e Commerzbank, in ribasso finale di oltre il 9%.

Ma è stata una prima giornata di settimana pessima per tutte le Borse europee: l’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 3,5% finale, un calo che equivale a 309 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta.

Il calo delle Borse mondiali sulla scia del petrolio ha riportato Piazza Affari ai livelli dell’estate 2014 con l’indice All share che raggruppa i titoli principali del mercato azionario milanese in calo da inizio anno del 22,8%, che equivale a 129 miliardi di euro di capitalizzazione ‘bruciata’ tra gennaio e questi primi giorni di febbraio.

Wall Street procede intanto negativa, con lo S&P 500 che scende ai minimi dall’aprile 2014. Il Dow Jones perde il 2,01% a 15.879,30 punti, il Nasdaq cede il 2,48% a 4.255,07 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,05% a 1.841,14 punti.

Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude ai massimi da luglio 2015, salendo a 146 punti base. Il tasso sul decennale del Tesoro è in rialzo all’1,67%. Cresce anche lo spread della Spagna, col divario Bonos-Bund a 153 punti base e col tasso sul titolo iberico a 10 anni all’1,74%.

Lunedì nero a Piazza Affari dove diversi titoli a elevata capitalizzazione hanno lasciato sul terreno molto valore: il peggiore è stato Saipem che ha perso il 25% a 0,38 euro nell’ambito dell’aumento di capitale, mentre Mps ha chiuso in calo dell’11% a 0,519 euro, vicino al minimo storico. Anche Bper ha accusato un ribasso dell’11,9%, seguita da Ubi e Poste italiane che hanno ceduto entrambe il 10,4%, con Carige il calo del 10,1% mentre Intesa si è mossa con l’indice generale (-4%). Male Fca, in ribasso finale del 9,8%.

Giornata nera anche per la Borsa di Francoforte che ha concluso le contrattazioni con l’indice Dax in calo del 3,3% a 8.979 punti. Malissimo Deutsche bank e Commerzbank, in ribasso finale di oltre il 9%.

Ma è stata una prima giornata di settimana pessima per tutte le Borse europee: l’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 3,5% finale, un calo che equivale a 309 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta.

Il calo delle Borse mondiali sulla scia del petrolio ha riportato Piazza Affari ai livelli dell’estate 2014 con l’indice All share che raggruppa i titoli principali del mercato azionario milanese in calo da inizio anno del 22,8%, che equivale a 129 miliardi di euro di capitalizzazione ‘bruciata’ tra gennaio e questi primi giorni di febbraio.

Wall Street procede intanto negativa, con lo S&P 500 che scende ai minimi dall’aprile 2014. Il Dow Jones perde il 2,01% a 15.879,30 punti, il Nasdaq cede il 2,48% a 4.255,07 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,05% a 1.841,14 punti.

Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude ai massimi da luglio 2015, salendo a 146 punti base. Il tasso sul decennale del Tesoro è in rialzo all’1,67%. Cresce anche lo spread della Spagna, col divario Bonos-Bund a 153 punti base e col tasso sul titolo iberico a 10 anni all’1,74%.