Bpm-Banco Popolare: Castagna, saremo gruppo solido e aggregante

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Con la fusione tra Bpm e Banco nasce un gruppo “solido, aggregante, protagonista nel sistema del Paese”. Lo ha detto il Ceo della Bpm, Giuseppe Castagna nella conference call con gli analisti. Nella fusione tra Bpm e Banco Popolare c’è un focus su un impegnativo piano per tagliare l’esposizione sui crediti deteriorati fino a 10 miliardi di euro di valore nominale nel periodo del business plan (2019). Lo si legge nelle slides di presentazione del progetto di aggregazione.

Alta volatilità sui titoli – Piazza Affari si conferma negativa dopo 2 ore di scambi (Ftse Mib -0,7% a 18.320 punti) frenata da Bpm e Banco (-1,7% entrambe), dopo una forte volatilità che ha costretto la Borsa a congelare i titoli più volte sia al ribasso sia al rialzo. In controtendenza Bper (+2,48%), Anima Holding (+1,8%), Unicredit (+0,95%) e Poste (+0,81%). Sotto pressione Saipem (-2,9%), Cnh (-2,75%), Fca (-2,13%), Mediaset (-1,59%) e Telecom (-1,29%), in attesa che il Comitato Nomine si esprima sul successore di Marco Patuano. Sprint di Rcs (+3,65%) e Mondadori (+2,42%) dopo il via libera condizionato dell’Antitrust all’acquisto di Rcs Libri.

Il matrimonio tra Bpm e Banco Popolare si farà. Ricevuta la benedizione della Bce, i consigli dei due istituti, in riunioni-fiume in parallelo a Milano e Verona, mentre i titoli sono stati sospesi in Borsa, hanno dato il via libera alla fusione, dalla quale nascerà la terza banca italiana, dietro Unicredit e Intesa. La conferma ufficiale del varo arriverà da un comunicato atteso in serata. Poi, in mattinata, l’accordo sarà presentato agli analisti. I titoli intanto verranno riammessi agli scambi e sarà Piazza Affari ad esprimere il suo giudizio sull’aggregazione. A sbloccare l’impasse, con un colpo di acceleratore a cavallo del fine settimana, è stata la disponibilità del Banco a intervenire sul capitale con un rafforzamento fino a 1 miliardo di euro, cui potrebbero aggiungersi, secondo le indiscrezioni, dismissioni nell’ordine dei 600 milioni. Una parte dell’intervento sul patrimonio dovrebbe avvenire con un aumento di capitale vero e proprio, il resto in altre forme. Il rafforzamento è legato alle indicazioni di Francoforte sui tempi di smaltimento della mole di crediti deteriorati dell’istituto veronese e sull’aumento della copertura, che ha come effetto quello di erodere il capitale. La manovra, da realizzare prima delle nozze, ha soddisfatto la Bce che aveva fin qui frenato. Dalla vigilanza europea, dopo un fitto scambio, è arrivato un “via libera informale” alla luce delle modifiche sulla ‘capital action’, voluta dalla stessa vigilanza, e sulla governance.

I dettagli dell’intesa – Dal Bpm e Banco hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per una fusione. Nella capogruppo il 54% sarà in mano agli azionisti del Banco e il 46% ai soci di Bpm.  Aumento di capitale da 1 miliardo di euro per il Banco Popolare Il rafforzamento patrimoniale, da realizzare prima delle assemblee per la fusione con Bpm, è garantito da Mediobanca e Bofa-Merrill Lynch. Le assemblee straordinarie per le nozze tra Bpm e il Banco Popolare si terranno entro il primo novembre con efficacia della fusione entro dicembre 2016. La fusione tra Banco Popolare e Bpm genererà valore per gli azionisti delle due banche. In base a stime preliminari le sinergie prima delle imposte ammonteranno a 365 milioni a regime nel 2018: 290 milioni saranno sinergie da costi, 75 milioni da ricavi. Sono previsti oneri di integrazione una-tantum pari a circa il 150% delle sinergie di costo, in linea con analoghe operazioni. Il valore attuale delle sinergie al netto delle imposte (vale a dire la creazione di valore dalla fusione) e degli oneri di integrazione è stimato in 1,9 miliardi.

Fratta Pasini, felici varo operazione  – “Felici di varare operazione straordinaria così significativa dopo un processo competitivo e in contesto di mercato severo”. Così, Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare, su twitter mentre non è ancora uscito il comunicato sulla fusione con Bpm.

Padoan, popolari più grandi e più forti –”Le riforme funzionano, le popolari cambiano: più grandi, più forti, più trasparenti”. Lo afferma su Twitter il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a commento del via libera alla fusione tra Bpm e Banco Popolare.

Nouy, se ho capito bene ci siamo quasi – “Da quello che capisco dai giornali italiani le condizioni che abbiamo posto sono state capite dalle banche, dunque ora si dovrebbe procedere abbastanza velocemente” sulla fusione Bpm-Banco popolare. Lo ha detto la presidente del consiglio di vigilanza bancaria europeo Danièle Nouy.

Parlando in risposta a una domanda specifica sull’operazione Bpm-Banco, Nouy ha detto: “da quello che capisco dai giornali italiani, che stanno scrivendo molto di questa operazione, le condizioni che abbiamo posto sono state comprese dalle autorità bancarie e saranno realizzate. Dunque sembra che ci muoveremo abbastanza velocemente. Se da quello che leggo sono bene informata, e credo di esserlo, procederemo”.

L’Italia è fra i Paesi dove c’è spazio per fusioni bancarie allo scopo di avere banche più profittevoli e con modelli di business più sostenibili”. Nouy ha aggiunto però che non bisogna ripetere errori passati e dunque le entità post-fusione devono risultare “più forti, non più deboli”. Un’osservazione valida anche per l’operazione Bpm-Banco vista la rilevanza di quella che sarebbe “la terza maggiore banca italiana”.

Con la fusione tra Bpm e Banco nasce un gruppo “solido, aggregante, protagonista nel sistema del Paese”. Lo ha detto il Ceo della Bpm, Giuseppe Castagna nella conference call con gli analisti. Nella fusione tra Bpm e Banco Popolare c’è un focus su un impegnativo piano per tagliare l’esposizione sui crediti deteriorati fino a 10 miliardi di euro di valore nominale nel periodo del business plan (2019). Lo si legge nelle slides di presentazione del progetto di aggregazione.

Alta volatilità sui titoli – Piazza Affari si conferma negativa dopo 2 ore di scambi (Ftse Mib -0,7% a 18.320 punti) frenata da Bpm e Banco (-1,7% entrambe), dopo una forte volatilità che ha costretto la Borsa a congelare i titoli più volte sia al ribasso sia al rialzo. In controtendenza Bper (+2,48%), Anima Holding (+1,8%), Unicredit (+0,95%) e Poste (+0,81%). Sotto pressione Saipem (-2,9%), Cnh (-2,75%), Fca (-2,13%), Mediaset (-1,59%) e Telecom (-1,29%), in attesa che il Comitato Nomine si esprima sul successore di Marco Patuano. Sprint di Rcs (+3,65%) e Mondadori (+2,42%) dopo il via libera condizionato dell’Antitrust all’acquisto di Rcs Libri.

Il matrimonio tra Bpm e Banco Popolare si farà. Ricevuta la benedizione della Bce, i consigli dei due istituti, in riunioni-fiume in parallelo a Milano e Verona, mentre i titoli sono stati sospesi in Borsa, hanno dato il via libera alla fusione, dalla quale nascerà la terza banca italiana, dietro Unicredit e Intesa. La conferma ufficiale del varo arriverà da un comunicato atteso in serata. Poi, in mattinata, l’accordo sarà presentato agli analisti. I titoli intanto verranno riammessi agli scambi e sarà Piazza Affari ad esprimere il suo giudizio sull’aggregazione. A sbloccare l’impasse, con un colpo di acceleratore a cavallo del fine settimana, è stata la disponibilità del Banco a intervenire sul capitale con un rafforzamento fino a 1 miliardo di euro, cui potrebbero aggiungersi, secondo le indiscrezioni, dismissioni nell’ordine dei 600 milioni. Una parte dell’intervento sul patrimonio dovrebbe avvenire con un aumento di capitale vero e proprio, il resto in altre forme. Il rafforzamento è legato alle indicazioni di Francoforte sui tempi di smaltimento della mole di crediti deteriorati dell’istituto veronese e sull’aumento della copertura, che ha come effetto quello di erodere il capitale. La manovra, da realizzare prima delle nozze, ha soddisfatto la Bce che aveva fin qui frenato. Dalla vigilanza europea, dopo un fitto scambio, è arrivato un “via libera informale” alla luce delle modifiche sulla ‘capital action’, voluta dalla stessa vigilanza, e sulla governance.

I dettagli dell’intesa – Dal Bpm e Banco hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per una fusione. Nella capogruppo il 54% sarà in mano agli azionisti del Banco e il 46% ai soci di Bpm.  Aumento di capitale da 1 miliardo di euro per il Banco Popolare Il rafforzamento patrimoniale, da realizzare prima delle assemblee per la fusione con Bpm, è garantito da Mediobanca e Bofa-Merrill Lynch. Le assemblee straordinarie per le nozze tra Bpm e il Banco Popolare si terranno entro il primo novembre con efficacia della fusione entro dicembre 2016. La fusione tra Banco Popolare e Bpm genererà valore per gli azionisti delle due banche. In base a stime preliminari le sinergie prima delle imposte ammonteranno a 365 milioni a regime nel 2018: 290 milioni saranno sinergie da costi, 75 milioni da ricavi. Sono previsti oneri di integrazione una-tantum pari a circa il 150% delle sinergie di costo, in linea con analoghe operazioni. Il valore attuale delle sinergie al netto delle imposte (vale a dire la creazione di valore dalla fusione) e degli oneri di integrazione è stimato in 1,9 miliardi.

Fratta Pasini, felici varo operazione  – “Felici di varare operazione straordinaria così significativa dopo un processo competitivo e in contesto di mercato severo”. Così, Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare, su twitter mentre non è ancora uscito il comunicato sulla fusione con Bpm.

Padoan, popolari più grandi e più forti –”Le riforme funzionano, le popolari cambiano: più grandi, più forti, più trasparenti”. Lo afferma su Twitter il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a commento del via libera alla fusione tra Bpm e Banco Popolare.

Nouy, se ho capito bene ci siamo quasi – “Da quello che capisco dai giornali italiani le condizioni che abbiamo posto sono state capite dalle banche, dunque ora si dovrebbe procedere abbastanza velocemente” sulla fusione Bpm-Banco popolare. Lo ha detto la presidente del consiglio di vigilanza bancaria europeo Danièle Nouy.

Parlando in risposta a una domanda specifica sull’operazione Bpm-Banco, Nouy ha detto: “da quello che capisco dai giornali italiani, che stanno scrivendo molto di questa operazione, le condizioni che abbiamo posto sono state comprese dalle autorità bancarie e saranno realizzate. Dunque sembra che ci muoveremo abbastanza velocemente. Se da quello che leggo sono bene informata, e credo di esserlo, procederemo”.

L’Italia è fra i Paesi dove c’è spazio per fusioni bancarie allo scopo di avere banche più profittevoli e con modelli di business più sostenibili”. Nouy ha aggiunto però che non bisogna ripetere errori passati e dunque le entità post-fusione devono risultare “più forti, non più deboli”. Un’osservazione valida anche per l’operazione Bpm-Banco vista la rilevanza di quella che sarebbe “la terza maggiore banca italiana”.