Braccio di ferro sui migranti. Salvini: “Basta obbedire”

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Roma, 11 giu. (AdnKronos) – Continua il braccio di ferro tra il governo italiano e Malta sul caso della , bloccata in mare in attesa di indicazioni.

“L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c’è chi dice no” ha ribadito in un post su Facebook, tornando a rilanciare l’hashtag #chiudiamoiporti. “Oggi – ha scritto il ministro dell’Interno – anche la nave Sea Watch 3, di Ong tedesca e battente bandiera olandese, è al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l’ennesimo carico di immigrati, ovviamente da portare in Italia. Associazione tedesca, nave olandese, Malta che non si muove, la Francia che respinge, l’Europa che se ne frega…”. “Basta – ha scritto Salvini – Salvare le vite è un dovere, trasformare l’Italia in un enorme campo profughi no”.

Sul caso dell’imbarcazione Aquarius è tornato anche il ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli. “È necessario, stavolta, che tutti comprendano che il diritto internazionale non può prevedere un’Italia abbandonata a se stessa. Noi salveremo sempre le vite umane, ma Malta è la spia di un’Europa che deve cambiare” ha twittato Toninelli.

Per il ministro è una questione di “buon senso: i richiedenti asilo vanno salvati all’interno del porto più sicuro e vicino” serve “un’assunzione di responsabilità da parte di Malta” ha poi affermato in un’intervista a Sky. “Aspettiamo una risposta” affinché La Valletta apra i suoi porti.

Toninelli ha detto che “le condizioni all’interno della nave Aquarius sono buone, ci sono viveri”. “Il premier Conte ha inviato due motovedette con medici a bordo” una ieri sera e una stamane per dare il cambio allo staff sanitario, ha riferito il ministro, spiegando che la situazione “viene costantemente monitorata” dagli operatori italiani. Nel sottolineare ancora una volta che serve un’assunzione di responsabilità da parte di Malta affinché apra i suoi porti, Toninelli ha aggiunto: “La soluzione deve arrivare, per alcuni giorni ci sono viveri a sufficienza”. “Chiediamo che vengano aperti i porti degli altri Paesi”, ha rimarcato ancora una volta, perché quello che finora è apparso “un problema italiano diventi problema europeo”.