Brasile, al piemontese Gianfranco Mellino il premio personalità dell’anno

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Fonte foto: Pagina Fb Arsenal da Esperança

Il Consiglio parlamentare statale delle comunità di radici e delle culture straniere (Conscre) dello stato di San Paolo, in Brasile, ha consegnato a Gianfranco Mellino, missionario laico e responsabile del progetto “Arsenale della Speranza”, un riconoscimento per il lavoro sociale svolto in più di vent’anni in Brasile. Mellino è stato indicato infatti come “personalitá dell’anno 2023” dal Conscre in una manifestazione che si è tenuta il 4 settembre.

Gianfranco Mellino fa parte della Fraternità della Speranza (Sermig) dal 1991 e dal 1996 vive a San Paolo dove lavora all’Arsenale della Speranza, un antico complesso di caserme riconvertito dai missionari laici. “Qui a San Paolo abbiamo dato inizio all’Arsenale della Speranza, per ricordare l’Arsenale di Torino, ma in uno spazio che in passato è stato l’hospedaria dos imigrantes, cioè il posto costruito nel 1886 per accogliere gli immigrati che arrivavano dall’Europa. Qui sono passati un milione di italiani, su quattro o cinque milioni di migranti arrivati in Brasile. Sbarcavano a Santos e li portavano in treno fino a qui. Un tempo la chiamavano La Casa del Dolore, perché chi ci arrivava lasciava tutto e non sarebbe forse mai più tornato. Noi invece l’abbiamo chiamata l’Arsenale della Speranza, perché è quel che vogliamo rappresentare per le persone che accogliamo tutti i giorni”.

Il nome di Mellino è stato presentato al Conscre dal Comitato per gli Italiani all’Estero di San Paolo (ComItEs), per riconoscere il grande lavoro che la fraternità porta avanti con le persone più bisognose della città. “Qui accogliamo circa 1.250 persone al giorno. Sono persone che hanno difficoltà, che vivono un disagio: hanno avuto problemi di lavoro, di famiglia o problemi con la droga. In questi 27 anni qui siamo arrivati ad accogliere 72.500 persone”. A San Paolo ci sono circa 50.000 persone che vivono per le strade, un fenomeno molto preoccupante per la città più popolosa dell’America Latina, e che dopo la pandemia è cresciuto. “Noi tutti i giorni diamo ospitalità a queste persone cercando di fare un lavoro di reinserimento nella società” dice Mellino a 9colonne. Tra le persone che si avvicinano all’Arsenale si trovano spesso professionisti che hanno ricoperto anche ruoli importanti nella società e che per diversi motivi sono finiti in condizioni di povertà estrema: “Cerchiamo di accompagnarli nell’inserimento in società e nell’attività lavorativa. Abbiamo corsi professionali e una serie di attività per aiutarli a riscattare la speranza in sé stessi. Tentiamo di farli tornare al mondo da dove sono caduti”. Una sfida certo non facile, vista la quantità di persone che la casa accoglie. “Siamo la casa più grande del Brasile, penso sia anche la più grande dell’America Latina”, sostiene Mellino. “E tutti si stupiscono della calma e della tranquillità che c’è qui”. Il segreto? “Così come tu accogli le persone così loro rispondono allo stesso modo”.