C’è un’onda tra le stelle e il clima non ha più segreti

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A cura di Cristian Fuschetto Farmaci più sicuri, estrazioni petrolifere più convenienti, leghe di nuova generazione e, last but not least, inediti strumenti A cura di Cristian Fuschetto Farmaci più sicuri, estrazioni petrolifere più convenienti, leghe di nuova generazione e, last but not least, inediti strumenti per capire in che modo il riscaldamento climatico stia alterando le correnti oceaniche. Non c’è che dire, scovare i segreti di un’onda chimica aiuta ad aprire molte porte. Il bello è che a riuscire nell’impresa non sono stati neanche degli scienziati di professione (almeno non ancora) ma semplici studenti per l’occasione impegnati in un esperimento letteralmente spaziale. Condotto nell’ambito del programma Rexus (Rocket Experiments for University Students) promosso dalle agenzie spaziali svedese Snsb e tedesca Dlr in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa) e da EuroLaunch, l’esperimento si chiama Chemical Wave In Soret effect (Cwis) ed ha permesso per la prima volta di osservare in modo chiaro il cosiddetto fenomeno dell’onda chimica. Chiaro perché, non sottoposta agli effetti corruttivi della gravità, l’onda chimica mostra dettagli altrimenti impercettibili. A osservarli sono stati, in particolare, nove ragazzi di un team italo-belga composto da studenti e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria aerospaziale della Federico II di Napoli e della Libera Università di Bruxelles (Ulb). Sono Wassilis Tzevelecos (Ulb – UniNa), Santolo Manzone (UniNa), Antonio Pugliese (UniNa), Luigi De Filippis (UniNa), Bruno Alfano (UniNa), Fabrizio Mancino (UniNa), Valerio Cestrone (UniNa), William Runge (Ulb) e Olivier Desenfans (Ulb). Eccellenze da sostenere “Il risultato ottenuto da questi ragazzi in un contest internazionale, dimostrando non solo di avere un’ottima idea scientifica, ma anche di essere capaci di progettarla, realizzarla e gestirla – osserva il numero uno del Distretto Aerospaziale Campano, Luigi Carrino, nel corso della presentazione dei risultati dell’esperimento tenuta al Centro di Ricerche Aerospaziale di Capua – rende orgoglioso tutto il mondo aerospaziale campano, confermando la tradizionale vocazione della nostra Regione in questo settore. Questi brillanti studenti rappresentano un’eccellenza che va sostenuta e valorizzata per aiutarla a consolidarsi”. L’effetto “Soret” Lanciato lo scorso maggio dalla base svedese di Kiruna, il razzo sonda con a bordo la strumentistica messa a punto dai giovani ricercatori è atterrato in perfette condizioni con l’ausilio di un paracadute a circa 40 km dal luogo del lancio. Il team di Cwis ha quindi avviato l’acquisizione delle immagini e dei dati registrati dai computer a bordo. L’esperimento scientifico ha riguardato, più nel dettaglio, lo studio del cosiddetto “Effetto Soret”, ovvero la variazione della concentrazione dei componenti che formano una miscela binaria per effetto di un gradiente termico. È stato ipotizzato che l’inizio dell’effetto Soret sia caratterizzato da una cosiddetta “onda chimica”: in altre parole, non appena viene imposto il gradiente termico, c’è un grande cambiamento nel gradiente di concentrazione ai confini della miscela. Nonostante le apparenze così teoriche, i ricercatori promettono molte ricadute applicative, dalla farmaceutica all’industria estrattiva fino agli studi climatici. Nuovo progetto in cantiere Intanto i ragazzi campani già progettano un nuovo esperimento spaziale. “Vivere questa esperienza – commenta Valerio Cestroneè forse una delle attività più intense che uno studente di ingegneria aerospaziale può decidere di affrontare durante il percorso di studi. Il nostro lavoro non terminerà con la chiusura del progetto Cwis del Rexus 16 ma stiamo progettando sin da ora una nuova proposta per la prossima selezione del Rexus al fine di consolidare competenze e network acquisiti. Speriamo possa essere un successo continuo”. Prima ancora della benedizione orbitale, il progetto aveva già raccolto molti e significativi apprezzamenti. Premiato nel settembre del 2013 nel corso di del convegno internazionale Eos Topical Meetings, svoltosi a Capri e dedicato ai microsistemi ottici, ha ricevuto anche il riconoscimento da parte del Distretto Aereospaziale della Campania(Dac) che ha messo a disposizione la consulenza scientifica, gli spazi ed i laboratori della rete Dac, oltre ad un (fondamentale) sostegno economico per consentire loro di continuare la ricerca.