Calderone: “Più occupati per incentivi, pochi ‘nuovi’ ingressi in mercato del lavoro”

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Roma, 31 gen. (Labitalia) – In questa legislatura, dal punto di vista del lavoro, “l’elemento caratterizzante è stato quello delle leggi che hanno previsto un’incentivazione massiccia dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Si è creato sì un milione di occupati di occupati in più, ma con gli incentivi, specie della Finanziaria 2015, si è sostituito lavoro al lavoro, contratti di lavoro a tempo indeterminato ad altre tipologie contrattuali. Ma i veri ‘nuovi’ ingressi nel mercato del lavoro di persone che in precedenza erano sconosciute a Inps e centri per l’impiego sono state poche decine di migliaia”. Lo ha detto Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, intervenendo a ‘Forum Lavoro 2018’ della Fondazione studi dei consulenti del lavoro.

Per Calderone, “la ripresa c’è, ma non è ancora consistente: si traduce in un milione di posti di lavoro in più ma per effetto ovviamente di una serie di interventi che nel tempo si sono susseguiti”. Secondo Calderone, la differenza in questi anni l’ha fatta prima di tutto “la legge 190 del 2014 che ha introdotto lo sgravio triennale; poi, via via, le risorse a disposizione sono sempre diventate più inferiori rispetto alle origini e quindi la legge di incentivazione nelle nuove finanziarie ha visto restringersi sempre più platea dei beneficiari e quindi degli effetti”.

“La nostra analisi da consulenti del lavoro -ha continuato- è proprio quella di leggere e capire i fenomeni, le situazioni, cercando di individuare dati di tendenza da sottoporre poi all’esame di un decisore politico che deve poi assumersi la responsabilità oggi e anche in futuro di individuare quelle norme che rendano inclusivo il mercato del lavoro italiano”. E, secondo i consulenti del lavoro, “il Jobs act e l’intervento sull’articolo 18 vanno giudicati positivamente ma non possono restare inattuati l’assegno di ricollocazione e le politiche attive: si deve permettere a un lavoratore che ha perso il lavoro di essere ‘accompagnato’ a una nuova occupazione”.

E il Forum 2018 è stata anche l’occasione per toccare altri temi. “La banca dati poco a poco -ha detto il direttore generale dell’Anpal, Salvatore Pirrone- si sta arricchendo e le informazioni sono sempre più puntuali. Stiamo lavorando perché si possa partire a fine febbraio con l’accesso ad alcune informazioni per gli intermediari. Informazioni che possono essere utili per rendere più agevole la collocazione dei disoccupati sul mercato del lavoro. Anche attraverso la verifica di alcune condizioni per l’accesso ad alcuni incentivi per l’assunzione per i datori di lavoro”.

“Abbiamo qualche problema ancora -ha continuato Pirrone- nel recuperare i dati prima del 4 dicembre dalle regioni. Dal 4 dicembre il flusso delle registrazioni dei nuovi disoccupati è assolutamente continuo”.

L’accesso alla banca dati sarà possibile, ha sottolineato Pirrone, “solo per i soggetti accreditati e registrati come ad esempio la Fondazione consulenti per il lavoro”, che rientra come previsto dalla normativa sia tra i soggetti iscritti all’albo delle agenzie per il lavoro e tra i oggetti accreditati nazionali ai servizi per il lavoro, unica nel mondo professionale.

Soddisfatto Francesco Duraccio, vicepresidente Fondazione consulenti per il lavoro: “Accogliamo con grande interesse e favore la previsione della norma nella nostra duplice veste. Quella di operatori del mercato del lavoro in quanto la certezza dello status di disoccupazione è indispensabile sia per individuare gli utenti che per il corretto svolgimento delle misure di politiche attive del lavoro. E poi in quanto nella nostra quotidiana attività di assistenza alle imprese abbiamo la necessità di attingere ad informazioni attendibili per indirizzare le aziende verso la fruizione degli incentivi all’occupazione”.

In relazione a quest’ultimo aspetto, ha spiegato Duraccio, “metteremo a disposizione queste informazioni per tutti i consulenti del lavoro che ne avranno necessità, mediante l’istituzione di un apposito servizio che istituiremo in relazione a come Anpal si organizzerà nel fornire questi dati”.

E Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, ha messo in evidenza che “il nostro sistema giuridico ha un vulnus che è assolutamente indispensabile colmare tempestivamente. Serve uno strumento giuridico al quale fare riferimento per conoscere ufficialmente quali sono i sindacati più rappresentativi per comparto, considerate le conseguenze che derivano nel caso di applicazione di contratti collettivi in assenza di questo requisito”.

De Luca, infatti, sottolinea che “per evitare che i datori di lavoro incorrano in sanzioni e in recuperi contributivi per l’adozione di contratti collettivi non sottoscritti da sindacati maggiormente rappresentativi, è indispensabile che i datori di lavoro possano consultare un elenco pubblico dei sindacati che hanno questi requisiti”.